Luca La Mesa è uno dei docenti del Corso Online in Social Media Marketing & Community Management durante il quale ci parlerà di Social Media Activation e Advertising, nello specifico: come progettare iniziative di engagement e campagne pubblicitarie.
Aspettando il 9 novembre, data di inizio del corso, gli abbiamo chiesto di fornirci qualche consiglio e suggerimento utile per chi lavora o per chi è semplicemente appassionato al mondo dei Social Media. Ed ecco cosa ci ha svelato!
Nella tua carriera hai realizzato tante strategie di successo. A partire dalla tua esperienza, ci puoi svelare almeno tre regole che è bene tenere sempre a mente per fare Community Management?
Grazie per le belle parole. Sono ancora all'inizio di questo bel percorso ma quando i risultati arrivano si portano sicuramente dietro tanta energia che ti spinge a fare sempre meglio.
La regola principale secondo me è riuscire a immedesimarsi con l’utente che leggerà i nostri contenuti. Sono troppi? Sono rilevanti? Mi hanno strappato un sorriso o permesso di imparare qualcosa di nuovo ed interessante? E infine la domanda più importante: se fossi io l’utente interagirei con questi post e vorrei condividerli con la mia rete sociale?
L'errore classico che ogni tanto vedo fare è pubblicare dei post con leggerezza che andranno ad impegnare qualche secondo l’attenzione dei nostri fan ma senza lasciargli alcun valore aggiunto. Così facendo, molto presto, perderemo il rapporto di fiducia che invece dovremmo sempre avere con i nostri fan.
Altra regola fondamentale è un presidio costante del canale per interagire e dare supporto se necessario. I social sono canali in cui la comunicazione non deve avvenire “dall'alto verso il basso” ma sempre “a due vie”. Quando i brand rispondono agli utenti innescano in loro un grande spirito di partecipazione e saranno molto più motivati a condividere i contenuti e interagire con i prossimi che pubblicheremo.
Proprio in questi giorni Facebook sta attivando una nuova funzione che permette alle pagine di inviare un messaggio privato ai fan direttamente da sotto il loro commento:
Siate sinceri e trasparenti. Non impostate un tono di voce formale e freddo. Entrate in contatto con i vostri fan e rendete importante il tempo che loro vi stanno dedicando.
Visto che sei founder di un’agenzia specializzata in Social Media Marketing, puoi dirci quali sono le caratteristiche di cui ha maggiormente bisogno chi vuole lavorare in questo ambito?
Nel mondo dei social c’è ancora tanto spazio per ragazzi e professionisti che vogliano fare questo lavoro ad un livello medio/alto. Ad oggi sempre più ragazzi si stanno mettendo alla prova sui social media ma per cercare di alzare l’asticella qualitativa ed emergere tra i tanti il consiglio che mi sento di dare è di farsi prima le ossa studiando bene il Marketing e la comunicazione e solo successivamente specializzarsi sui Social Media. Personalmente sono stato estremamente fortunato avendo trascorso i miei primi anni lavorativi in Unilever e P&G grazie ai quali ho compreso molte dinamiche che ancora oggi mi sono di estremo aiuto.
Importantissimo consiglio è quello di studiare molto bene le lingue in quanto le strategie più complesse e interessanti le si vedono spesso sui progetti internazionali. Se non avete tempo per un corso serio né possibilità di fare un’esperienza all’ estero potete comunque imporvi semplici regole come ad esempio quella di guardare sempre i film in inglese con i sottotitoli. Vi aiuterà moltissimo nella vostra crescita.
Ultima caratteristica che forse è però la più importante è quella di avere una predisposizione allo studio continuativo in quanto, oggi più che mai, i social sono in continua evoluzione e solo chi riuscirà a rimanere aggiornato avrà benefici reali nel medio periodo.
Crisis Management: l'incubo di ogni Social Media Manager. Qual è la prima cosa che fai in una situazione di crisi sui social?
Il miglior modo per gestire una crisi è preparare un semplice protocollo di intervento prima che accada. In situazione di crisi è importante la tempestività nell'intervento e ciò è possibile solo se si ha chiaro chi sono i referenti da attivare in base alla gravità della crisi. Noi usiamo un protocollo a tre livelli (verde, giallo e rosso) che ci permette in poco tempo di essere pronti ad intervenire con l’approvazione del cliente. Nelle situazioni rosse e con clienti internazionali al tavolo si siedono ad esempio il Marketing Manager, il legale e il responsabile della comunicazione dell’azienda. La maggior parte delle crisi si risolvono a un livello molto più basso ma è importante poter attivare, all’ occorrenza, il team più adatto e completo.
Contenuti sempre nuovi ed originali o presenza costante, attraverso risposte ed interazioni con gli utenti. Che cosa conta di più?
Sono sicuramente importanti entrambi. Sono due aspetti che dovrebbero lavorare in maniera sinergica. Sul tema dei contenuti parlo spesso di “rilevanza” degli stessi. Vorrei educare i clienti a pubblicare anche meno spesso, se non si hanno molti contenuti rilevanti, ma alzando la qualità degli stessi. Solo in questa maniera gli utenti avranno interesse ad interagire con noi. Appena questo accadrà le risposte saranno molto importanti ma bisognerà sempre considerare chi è il brand che sta parlando e quale sia il tono di voce più adatto.
Il Real Time Marketing può rappresentare una forma di marketing idonea ad un'azienda che si trova in una fase iniziale e che vuole ottenere notorietà nel breve periodo?
Sicuramente sì, a meno che non si cerchi visibilità a suon di #EpicFail pur di apparire sui giornali.
In passato ho aiutato con piacere molti amici che con le loro startup cercavano visibilità ed è stato divertente e formativo. Mi viene in mente una startup che stava provando a lanciare un servizio che permettesse di ordinare il pranzo prima ancora di arrivare al ristorante. L’idea era di risparmiare tempo in modo che quando l’utente arrivava al ristorante gli portavano subito il piatto di pasta. Durante gli ultimi Mondiali di Calcio il difensore azzurro Chiellini venne morso dall'attaccante dell’Uruguay Suarez. Furono tanti i brand che cavalcarono in maniera molto ironica l’accaduto come ad esempio Barilla e Snickers.
Pur avendo ben altri mezzi economici e grafici, anche i ragazzi di AppEatIt vollero fare un esperimento di Real Time Marketing lanciando lo slogan “Non aspettare che la fame ti assalga”. Graficamente era sicuramente migliorabile ma avevano fatto centro nello spiegare il beneficio del loro servizio facendo leva su un evento di grande attualità.
Penso sia un buon esempio per far comprendere che spesso non servono grandi risorse per fare Real Time Marketing ma premia molto più la velocità di esecuzione e la coerenza con il brand.
Lo slogan lo concordammo in pochi minuti sulla chat di Facebook quando mi scrissero per un consiglio:
Allo stesso tempo ho visto piccole startup in cerca di visibilità che hanno notato grandi brand commettere errori nel Real Time Marketing (esempio Groupalia e terremoto) e hanno fatto subito “errori simili” pur di finire negli stessi articoli in cui si parlava di questi errori.
C’è chi sposa ancora la filosofia del “purché se ne parli” ma consiglio a tutti di avere maggiore amore e rispetto per i propri brand e cercare di farli emergere solo in contesti positivi e rilevanti.