Con il passare dei mesi, Snapchat è cresciuto in popolarità, diventando rapidamente uno dei social network più utilizzati. Secondo il CEO di Snapchat Evan Spiegel, si sfiorano i 100 milioni di utenti attivi ogni giorno, il 65% dei quali condividono prettamente foto, e il coinvolgimento si mantiene a livelli elevati per tutto il giorno (intorno al 75%).
Molti brand si sono attivati su Snapchat, soprattutto dall’inizio del 2015, per raggiungere il pubblico formato dai millenial, protagonisti di una fuga da Facebook, proprio a favore del fantasmino. Detto questo, però, Snapchat non si rivela ideale per ogni tipo di azienda, e ci sono alcuni casi in cui il suo uso non ha senso e può essere addirittura nocivo.
Quindi, prima di buttarsi su Snapchat, è bene prendere in considerazione alcuni punti, e spostarsi su un altro social più congeniale al proprio business.
Ecco quando NON usarlo.
Durante una crisi aziendale
Ci sono moltissime notizie che circolano all’interno di Snapchat, di ogni genere e tema. La sezione “Scopri” permette di ricevere una quantità enorme di informazioni da ogni parte del mondo, ma proprio a causa di questo overload diventa molto difficile ritagliare dello spazio per comunicazioni importanti come quelle relative ad una crisi. In questi casi la variante “tempo” gioca un ruolo fondamentale, e nel mare magnum dell’app diventa arduo colpire i propri clienti con una comunicazione di tale rilevanza. Inoltre gli scatti e i video su Snapchat scompaiono dopo 24 ore, quindi in questi casi, cari ninja, meglio usare Twitter.
Per la customer care
La customer care che potreste offrire su Snapchat è un po’ come quella che offrirebbe Gianni Morandi in un negozio di modellismo con le sue mani enormi. Snapchat è un flusso continuo ed effimero: se un cliente ha un problema e vi chiede lumi su Snapchat, invitatelo ad utilizzare il canale più appropriato (anche in questo caso sarebbe meglio Twitter).
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Per le promozioni
Nessuna attività social dovrebbe essere promozionale: gli utenti non vogliono offerte (per quello c'è l’advertising). Le persone, sui social, vogliono parlare, avere conversazioni, evadere con la mente dai loro uffici o dalle loro case. Snapchat è il regno della conversazione fine a se stessa, perciò è inutile offrire l’ultimo modello di annaffiatoio per bonsai. Insomma, con la pubblicità dareste solo fastidio. Pensate Snapchat come un canale per facilitare una connessione one-to-one con il pubblico, create un feeling.
Targeting estremo per campagne ADV
Se il marchio vuole iniziare una campagna volta a coinvolgere un pubblico specifico, come ad esempio le donne di Altolà (esiste, è una frazione del comune di San Cesario, in provincia di Modena) di età 30+, Snapchat non è il social migliore. Attualmente, i dati demografici sulla piattaforma sono estremamente limitati. In questo caso, buttatevi su Facebook.
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Condivisione di post lunghi
Se vuoi condividere una relazione tecnica, un caso di studio, un documentario, un post del blog e così via, Snapchat non è la soluzione.
La piattaforma si basa prevalentemente su i cosiddetti crunch content, cioè contenuti della durata di un morso. Dimensioni che possono essere fruite in pochi secondi, e senza una particolare attenzione. Questo non significa che non possiate formare un narrazione più lunga condividendo alcuni scatti e video uno dopo l’altro per costruire una storia, ma se state cercando di incastrare tre minuti di video in un post Snapchat, beh, buona fortuna.
Ora commenta raccontandoci la tua esperienza su Snapchat.