I candidati politici sono innamorati delle piattaforme di video streaming. O meglio: gli spin doctors dei candidati politici sono innamorati delle piattaforme di video streaming. Cosa c’è di meglio di una TV portatile che riesce a raggiungere contemporaneamente centinaia di migliaia di utenti, gratuitamente e con una totale disitermediazione? Cari ninja, questa però non è una novità. Infatti già nel 2007 alcune piattaforme storiche di video streaming, come UStream, la compianta Justin.tv (diventata Twitch.tv nel 2014), e il sempreverde YouTube offrivano le funzionalità principali di video streaming, con due differenze rispetto ad oggi: il numero di utenti connessi e la velocità di banda.
Oggi?
Dopo un breve periodo di battaglia tra Periscope e Meerkat, oggi il primo vanta circa dieci milioni di utenti, contro i due milioni del secondo. Mentre Periscope viene preferito dalle fasce di età comprese tra i 16 e i 25 anni, e tra i 55 e i 64 anni, Meerkat è utilizzato da un pubblico più eterogeneo, compreso tra i 25 e i 54 anni. Come ogni social network, anche le due piattaforme di streaming sono ampiamente usate negli Stati Uniti, con i candidati repubblicani e democratici che si sfidano da lontano a colpi di visualizzazione. Il repubblicano Rand Paul ha recentemente ribattezzato Periscope “Pauliscope”, ma probabilmente su questo fronte, ad oggi, Hillary Clinton si afferma come la regina indiscussa del live stream, con un costante uso di Periscope e Snapchat, dove ha chiesto la riserva di una lista di più di 50 nomi-utente possibili.
Perché i video?
La politica è un settore in rapida evoluzione: come sui social network, la velocità è un fattore da tenere in alta considerazione. Lo streaming video è quindi uno strumento congeniale alla politica, permettendo una trasmissione del messaggio immediata, e disintermediata da logiche redazionali.
La penetrazione dei video on-line in campo politico è in aumento. Il Pew Internet Research Center e l'American Life Project hanno pubblicato un rapporto sui video politici nella campagna elettorale per le presidenziali USA 2012. Si legge nel rapporto che il 66% degli elettori aveva seguito la campagna attraverso video su Internet.
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Non solo Periscope, Snapchat e Meerkat
Non esistono solo l’app di Twitter, o quella del suricato: c’è DaCast, ad esempio, una web app in grado di farci monetizzare con le visualizzazioni dei video, e perfettamente embeddabile con ogni social network. Poi come non citare la grande novità di Facebook Mention, Live? Laura Bononcini, Head of Policy di Facebook Italia, sottolinea come la funzionalità, nel nostro Paese, sia disponibile soltanto per le persone fisiche e solo con una attivazione manuale da parte del team italiano di Facebook (quindi no, non serve inoltrare l’application per la richiesta del verified badge, né tantomeno quella per utilizzare Mentions).
L’America è una cosa, l’Italia un’altra: siete curiosi di vedere come i candidati USA utilizzeranno il video streaming nei prossimi mesi? Saranno all’altezza dei ninja? Lo scopriremo nelle prossime puntate di #NinjaUSA2016.