Aria di cambiamento per il futuro di Y Combinator, da finanziatore di startup in fase embrionale a Venture Capital di realtà in fase successiva. Attualmente i diretti interessati non si sbilanciano, ma andiamo per ordine.
Come e quando è nata Y Combinator?
Y Combinator nasce nel 2005 dall’idea di Trevor Blackwell, Paul Graham, Jessica Livingston e Robert Tappan Morris con la voglia di creare un acceleratore di startup basato a Mountain-View. Il modello plasmato è quello di campus per startup dove piccole realtà vengono selezionate, attraverso un semplice application form online, e finanziate durante la loro fase embrionale dallo stesso Y Combinator.
Oggi però la situazione sembra cambiare e Y Combinator, incubatore californiano di startup in fase iniziale, esprimerebbe la sua volontà di ampliare il portafoglio di progetti arrivando a finanziare anche quelli in fasi successive.
Un valido Venture Capital fa la differenza
La vita di una startup dipende quasi esclusivamente dal suo finanziatore: se grandi fondi decidono di finanziare la fase embrionale di una startup, ma di non supportarla nelle fasi successive, la vita di questa idea di business è molto precaria.
Secondo CB Insights, infatti, il futuro di una startup dipende moltissimo dalla qualità dell’investitore che vi partecipa, sia sotto il punto di vista economico che reputazionale. Importantissimi, infatti, sembrano essere gli investitori della fase iniziale o, ancor meglio, la continuità di investimenti ed investitori tra la fase embrionale e quella successiva.
Proprio per questo ultimo punto Y Combinator potrebbe aver deciso di cambiare strategia, per cogliere il meglio di entrambe le fasi: quella embrionale in cui essere competitiva sull’ammontare dell’investimento e quella successiva in cui poter dar vita a vere e proprie startup milionarie come Airbnb and Twitch, frutti dello stesso incubatore.
Cambiamenti all’orizzonte per Y Combinator
Il panorama dei Venture Capital sta evolvendo andando ad includere sempre di più investitori non convenzionali, come fondi privati, che, ad oggi, stanno versando nel mondo startup bilioni di dollari detenendo circa il 75% dei round di finanziamento.
Ma Y Combinator sta davvero cambiando rotta? Alcune fonti sembrerebbero avvalorare l’idea, sottolineando come l’incubatore californiano stia creando un fondo da diversi miliardi di dollari da destinare al finanziamento di startup in fase due.
Y Combinator, a causa dell’evolversi della tendenza a finanziare le startup early stage, si trova a muoversi in un panorama sempre più affollato e turbolento da cui è necessario trovare una via di uscit. Quindi perché non muoversi verso l’investimento in startup di fase successiva? Visti i successi delle startup già finanziate, il successo sembra a portata di mano.
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Le possibili conseguenze del cambiamento
La prima conseguenza possibile è che se Y Combinator inizierà a finanziare anche startup di livelli superiori, aumenterà il suo rischio di insolvenza del finanziamento, senza lasciare possibilità di intervento di altri Venture Capital esclusi dalla competizione.
In secondo luogo il tavolo dei concorrenti si andrebbe ad ampliare: Y Combinator nei finanziamenti alle piccole startup è imbattibile, ma crescere di fase e di livello vuol dire andare a scontrarsi con fondi più grandi o più conosciuti, insomma iniziare a nuotare in un mare denso di squali.
Ancora, cambiare target di investimento significa cambiare anche il proprio supporto alle startup, non solo economico, ma anche reale: Y Combinator non potrebbe più solo pensare ad un campus di addestramento, ma dovrebbe evolverlo verso un ambiente di crescita di un business già avviato.
Come andrà a finire? Lasciamo che il tempo faccia il suo corso e che Y Combinator decida la sua strada, per ora la sua identità rimane immutata.