Ci risiamo! Ritorna l’ombra nera del destino sulla creatività e sui diritti e scatena la nuova protesta dei designer.
Lo scorso ottobre avevo avuto modo di parlare della protesta bianca dei designer - nota come La protesta delle X - nei confronti del comune di Napoli, il quale aveva indetto un contest finalizzato alla realizzazione di un immagine coordinata della città.
Aiap, insieme ad altri enti, avevano pubblicato sul proprio sito una lettera aperta lamentando una mancanza di diritti relativa alla giusta retribuzione sostenendo quanto segue: "il fatto che non sia previsto né un premio né un rimborso spese per i partecipanti è un fatto talmente grave che ci impone di richiedere agli associati di non partecipare".
Tra le parole di sconcerto delle associazioni di categoria apparve allora il termine “premio”, teniamolo bene in mente, perché ci servirà successivamente.
Questa volta i responsabili della creazione del contest hanno pensato bene di premiare i vincitori; non retribuendoli con il denaro ma attraverso uno spot da inserire sul portale ufficiale dell’ente. Un ottimo escamotage se non fosse che con gli spot non ci si compra il pane.
Torniamo per un attimo all’odierno contest cercando di capire di cosa si tratta: l’ente chiede di creare un logo che rappresenti la Città Metropolitana di Napoli, che ne sappia cogliere l'identità e le peculiarità, col pensiero rivolto al futuro.
Il contest, “al quale è possibile partecipare senza versare nessuna cifra” è rivolto a cittadini, società, studi di grafica, design, pubblicità, comunicazione, architettura e ingegneria, liberi professionisti cui viene chiesto di proporre dei progetti grafici di logo, nel rispetto del simbolo del cavallo rampante già presente nello stemma dell'ex Provincia di Napoli.
Parafrasando le parole scritte sul bando: Fra tutte le proposte pervenute, la Città Metropolitana di Napoli selezionerà a suo insindacabile giudizio l’autore della proposta migliore, che sarà premiato attraverso la realizzazione di uno spot e pubblicato sul portale informativo on line metronapoli.it e la relativa proposta sarà comunicata alla stampa.
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Ci sembra ci capire che l’indignazione delle associazioni, che allora organizzarono una protesta sui social media con l'appoggio di diverse testate off/online non è bastata a frenare questo continuo sfruttamento della creatività altrui per creare delle belle campagne pubblicitarie, di promozione e comunicazione.
Resta il fatto che esistono molti altri enti, istituzionali e non, che hanno capito il ruolo chiave dei designer nella creazione di una brand imagine. Infatti molti enti chiedono aiuto ai tanti siti di settore mettendo in palio vere somme di denaro, poiché comprendono che tutti i lavori sono dignitosi e per questo motivo vanno retribuiti.
La nuova protesta dei designer
Intatto impazza nella rete la nuova protesta di un gruppo di designer di Torino che hanno pubblicato nella propria pagina Facebook - OFFICINE GRAFICHE - una serie di immagini che ritraggono il numero 46 che nella smorfia napoletana sta per e'Denare (i soldi).
L'idea di OFFICINE GRAFICHE è questa: #CoglioneNo era il claim di una nota campagna di sensibilizzazione del lavoro dei creativi in Italia. Seguendo lo stesso stile, hanno pensato di realizzare un'ironica e "gratuita" nuova identità per la città Metropolitana di Napoli e un nuovo hashtag: #maipiùgratis
L'uso del numero 46 rassomiglia, per certi versi, alla teoria del contrappasso dantesco legato al fatto che il comune di Napoli non intende pagare i creativi che dovrebbero ideare la nuova identità visiva di Napoli.
In sintesi i grafici di OFFICINE GRAFICHE si appellano al primo articolo della costituzione italiana, che cito: L'italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Retribuito (aggiungono).