Hai trovato un candidato promettente e il prossimo passo è il colloquio di lavoro. Bene, i sudori freddi cominciano proprio adesso. Tra filtrare la rosa di candidati e individuarne il migliore c’è una bella differenza.
Ecco una lista di situazioni e intervistatori-tipo da evitare per selezionare il tuo candidato
Il prevedibile
Domande come “qual è la tua maggior debolezza” o “i tuoi punti di forza" sono domande in primis inutili in quanto la percezione di sé stessi è sempre distorta. In secondo luogo sono domande troppo scontate e che il candidato può prepararsi senza troppa fatica. Così facendo si testa solo la sua capacità di memoria.
Lo sbirro cattivo
Testare di che pasta è fatto il candidato raccontando storie dell’orrore riguardo il posto di lavoro non è una mossa azzeccata. Lo stress a lavoro è una reazione della persona all’ambiente lavorativo piuttosto che qualcosa di intrinseco all’ambiente di lavoro in sé. Risultato: il candidato scappa da un ambiente in cui potrebbe trovarsi bene.
Il paranoico
L’intervistatore teme che il candidato possa costituire una minaccia. Cercherà il pelo nell’uovo per non assumerlo. L’intervista è inutile.
L’ignorante
L’intervistatore non possiede le competenze tecniche per capire se un candidato è adatto a quel lavoro oppure no. Si va avanti quindi secondo un criterio di simpatia. Il punto è che molte persone talentuose non sono simpatiche, quindi si corre il rischio di giocarsi una risorsa preziosa solo perché non è socievole.
L’enigmista
Ti pone quesiti arguti e intelligenti del tipo “perché i tombini sono rotondi” per testare la capacità di problem solving. Queste domande rivelano solo l’intelligenza dell’intervistatore inoltre certi ragionamenti potrebbero non rispecchiare il modo in cui i problemi vengono risolti in quel particolare ambiente di lavoro.
Il fanfarone
Usa termini estremamente tecnici e pomposi “come estrapoleresti maieuticamente dai tuoi collaboratori il divenire immanente dell’essere senza tempo?”. Solo un disperato, o un fanfarone, lavorerebbe in un posto dove si parla un linguaggio inutilmente tecnico.
Lo psicologo
Pensa che lo scopo di un colloquio sia quello di tracciare il profilo psicologico di un candidato. Ma questo è un lavoro da esperti. La psicologia pop è da ciarlatani.
Il perfezionista
È sempre alla ricerca di leader. Il punto è che in un’azienda sono necessarie soprattutto persone che abbiano la capacità di seguire. In una squadra così come c’è bisogno del fantasista, c’è anche bisogno del mediano.
Il procrastinatore
Farsi prendere dall’entusiasmo non giova ma c’è da dire che un candidato valido ha sempre più di una possibilità. Far attendere troppo un candidato nel fargli una proposta di lavoro equivale a perderlo.
L’indaffarato
Mentre fa l’intervista è impegnato in altre tremila cose. Trovare candidati adatti è estremamente importante per la crescita e il successo di un’azienda. Per un’intervista bisogna impiegare il 100% dell’attenzione.
Se hai avuto esperienza di altri tipi di intervistatori che non sono stati elencati, lascia un commento qui sotto.
Articolo tratto da The 10 most ineffective job interviewers di Geoffrey James