Il fenomeno delle startup sembra essere, sempre più, una risposta incoraggiante allo scenario incerto del mercato del lavoro in Italia. A confermarlo è anche un interessante ricerca di , che riporta dati piuttosto significativi: infatti la metà degli startupper romani è alla prima esperienza lavorativa, ha una età media di 32 anni e complessivamente l’80% di questi è laureato. Tuttavia dalla ricerca emerge anche il problema, per le nuove imprese, di accedere a finanziamenti (pubblici o privati) che consentano alla startup di crescere.
Ed è qui che interviene l'Europa. Dal 1 maggio è attivo il piano Youth Guarantee targato Unione Europea per far fronte al fenomeno della disoccupazione giovanile. I dati Istat ci confermano, infatti, che il tasso di disoccupazione nell'eurozona è pari al 24,3% dei giovani, concentrati soprattutto nei paesi che stanno risentendo di più della crisi economica fra i quali l'Italia. Dati allarmanti per l’Unione Europea che decide di promuove il piano stanziando 6 miliardi di euro, di cui 1,5 per l’Italia.
Quale offerta per quali nuove imprese
Il programma è destinato a tutti i giovani disoccupati di età compresa tra i 15 e i 29 anni e prevede la collaborazione di Stato, regioni, soggetti pubblici e privati nei confronti dei giovani al fine di dar loro un opportunità fra istruzione e formazione, autoimprenditorialità, lavoro e tirocinio o servizio civile.
Nel testo dedicato si legge: "Le nuove imprese, in particolare le PMI, rappresentano (secondo dati Eurostat) la fonte più importante di nuova occupazione, e per riportare l’Europa sui binari della crescita e dell’occupazione e renderla competitiva con gli stati stranieri c'è bisogno di un maggior numero di imprenditori e di startup". Per questo motivo tra le aree di intervento del piano europeo Youth Guarantee, è previsto il sostegno all'imprenditoria giovanile. L'offerta è volta a fornire servizi di assistenza personalizzata, di orientamento, formazione, assistenza tecnica e mentoring per rispondere ai diversi bisogni dello startupper, fra i quali l'accesso agli strumenti di credito e microcredito e/o l’attivazione degli incentivi pubblici nazionali e regionali.
In virtù di ciò, punti di riferimento per i neo imprenditori saranno gli "Sportelli Territoriali per la Nuova Imprenditorialità localizzati sui Servizi Nuova Impresa delle Camere di commercio", come si legge nel sito, e che fungeranno da volano per l'erogazione dei servizi all'utenza, in accordo con Camere di commercio, servizi competenti al lavoro, Regioni e Enti locali, SUAP (Sportelli Unici delle Attività Produttive) , Comuni e Associazioni di categoria, Università e organismi no-profit, differenziati in base alle specificità di ciascuno.
Per quanto concerne le leve finanziarie, oggi in Italia, per agevolare l’autoimprenditorialità si fa riferimento al il D.Lgs. n. 185/2000 che costituisce il principale strumento di sostegno alle nuove attività imprenditoriali per persone in cerca di occupazione. Ma, per esaurimento delle risorse finanziarie del D.lgs. 185/2000, al momento non è possibile presentare nuove domande di richiesta dei finanziamenti. Sarà, invece, possibile contare sulle risorse derivanti dal piano Youth Guarantee. Vediamo in che modo.
Come accedere ai finanziamenti
Per dar vita al sostegno e finanziamento della nuova imprenditorialità sarà necessario:
1. presentare la propria idea alla Camera di Commercio locale o alla struttura partner collegata;
2. la Camera di commercio (e/o altra struttura partner collegata) potrà bocciare l’idea; o reputarla idonea eppure suggerire al soggetto la partecipazione gratuita a un breve corso di formazione per acquisire skills ritenute carenti; oppure, infine, potrà giudicare molto valida l’idea e ben preparato il soggetto a cui proporrà l’assistenza per la realizzazione del piano di lavoro;
3. la Camera di commercio (e/o altra struttura partner collegata) fornirà, poi, assistenza per l’eventuale presentazione della domanda di agevolazione agli organismi nazionali/regionali; il piano d’impresa verrà, in seguito, trasmesso alla Banca o al Confidi;
4. l’istituto di credito svolge la propria istruttoria di merito creditizio e ne comunica l’esito alla CCIAA (e/o altra struttura partner collegata);
5. ottenuto il finanziamento scatta, obbligatoriamente, un’attività di tutoraggio e coaching decisa dalle Camere di Commercio (e/o altra struttura partner collegata) che accompagnerà il soggetto per 24 mesi, con 15 giornate di consulenza;
6. Infine, le singole Camere di commercio (e/o altra struttura partner collegata) metteranno a punto attività di monitoraggio.
Pensando che sia importante stimolare un incontro tra investitori e startupper, tra chi è in possesso di capitali e chi ha il know how, ci auguriamo che questo piano di finanziamento possa realmente sostenere il sogno di molti.