Articolo di Luigi Spiga, Consulente, Facilitatore e Trainer, profondamente aggiornato nelle emergenti metodologie del management del XXI secolo, basate su approcci sistemici, collaborativi e creativi, specializzato in processi di management innovation, business innovation e cambiamento culturale, coinvolto in alcuni dei più avanzati movimenti di pensiero globali dedicati all'evoluzione della società post-industriale.
L’apprendimento in SOL un concetto chiave, fondante, tanto è vero che il termine è parte integrante della denominazione. Tutte le metodologie, le discipline proposte da SOL sono da sempre dei forti <<acceleratori di apprendimento e di innovazione>>, e lo erano in modo antesignano già nei primi anni ’90, quando il mondo ancora non aveva preso l’accelerazione che ha assunto oggi e poteva essere prematura parlare di concetti come la padronanza personale, la visione collettiva e l’innovazione attraverso la collaborazione.
Apprendere più a fondo è secondo noi il primo presupposto necessario per fare innovazione e per potersi potenziare per competere nel futuro.
Senza nuovo apprendimento non ci possono essere risposte nuove al cambiamento esterno, e si tende a ripetere il passato, reagendo agli eventi, piuttosto che a plasmare un nuovo futuro, dando invece risposte successive ad opportuna riflessione.
È una condizione nota e diffusa questa di ripetere il passato invece che inventare il futuro, salvo poi scoprire che non si sta risolvendo alcun problema?
Tra le discipline sviluppate dagli autori SOL, Peter Senge e Otto Scharmer in primis, per apprendere più in profondità e fare innovazione, due sono fondamentali: il Pensiero Sistemico e la TheoryU.
Il Pensiero Sistemico, sviluppato da Peter Senge nella serie di libri de La quinta Disciplina, è uno schema concettuale, un corpo di conoscenze e di strumenti elaborato per rendere più comprensibile la completezza della realtà e per aiutarci a scoprire come cambiarla in modo efficace.
Risponde alla domanda :“Come le nostre azioni creano la realtà e come possiamo cambiarla”. È una disciplina utile ed applicabile in qualunque tipo di organizzazione, ma prima ancora è utile ed applicabile a livello individuale.
Tra i diversi strumenti del Pensiero Sistemico troviamo il modello Iceberg che ci consente di imparare a vedere la realtà oltre al livello visibile a tutti, di imparare a vedere come è la parte dell’iceberg nascosta dall’acqua oltre a quella che emerge.
Infatti nella parte visibile troviamo gli “Eventi”, mentre nella parte nascosta troviamo i “Modelli di comportamento”, quasi sempre ripetitivi, che determinano gli Eventi, ed andando oltre troviamo le strutture sistemiche, ovvero i legami sottili e spesso perversi tra le variabili in gioco, che determinano Modelli di comportamento ed Eventi.
La Theory U, sviluppata da Otto Scharmer con una ricerca durata 10 anni, è invece un processo di conoscenza individuale e collettiva profondo che porta allo stato di “Presencing”, un elevato stato di attenzione che consente agli individui e ai gruppi di persone di cambiare il luogo più interno da cui operano.
Quando questo cambiamento accade, le persone cominciano ad operare da uno spazio futuro di possibilità che sentono che vuole emergere, uno spazio che li porta ad andare oltre la conoscenza esplicita e la conoscenza tacita per arrivare alla conoscenza auto-trascendente, e poter così “inventare il futuro”, come era solito fare in modo esemplare Steve Jobs che poteva sapere prima dei suoi clienti quali fossero i nuovi desideri di questi.
Se pensate che inventare, anticipare il futuro per la vostra organizzazione e per la vostra vita professionale sia una cosa importante, allora l’apprendimento della Theory può essere decisamente illuminante e utile.
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