Cari Ninja, è inutile nasconderselo: il nostro paese, generalmente, non brilla per qualità e velocità di connessione ad Internet. Ma se concentriamo la nostra attenzione sulla crescita della velocità delle reti in questi ultimi anni, si può indubbiamente dire che sono stati fatti dei passi da gigante.
L'esplosione nell'offerta dei cosiddetti "contenuti digitali" ha fatto il resto: Spotify, iTunes Radio, Youtube, Sky Go, Mediaset Infinity, Cubovision e molte altre app sono stabilmente le più scaricate negli store online, e lo streaming audio e video si sta garantendo una stabile ed imponente ascesa in tutto il mondo, a casa come in mobilità.
Come facilmente intuibile però, all'aumentare dell'offerta è necessario aumentare anche la qualità del servizio offerto. Guardereste mai un contenuto online che continua a bloccarsi?
Un claim pubblicitario del passato recitava "la potenza è nulla senza controllo": oltre alla crescita delle infrastrutture e dell'offerta infatti, l'ottimizzazione del traffico diventa la chiave per proporre servizi realmente innovativi ed utilizzabili. Esistono quindi imprese che hanno come core business l'ottimizzazione del flusso dei dati e, pur operando lontano dai riflettori, forniscono un contributo fondamentale alla diffusione dei contenuti online.
La più importante fra queste è certamente Akamai. Akamai è un'azienda del Massachussets (il cui nome in hawaiano significa "intelligente") che si occupa di rendere più veloce e sicuro Internet e le attività che quotidianamente vengono svolte, veicolando i contenuti web su server più vicini "fisicamente" agli utenti che richiedono i contenuti stessi.
Insomma, Akamai opera come un "distributore di contenuti" e, secondo varie statistiche, è il leader mondiale in questo settore, veicolando più del 30% del traffico web globale. Tutto questo tramite un elevato numero di server ed una forte ottimizzazione ingegneristica dei dati.
Molto interessante per comprendere meglio questo mercato è una recente intervista di Business Insider al CEO Tom Leighton, il quale ha confermato che la compagnia attualmente opera su più di 150.000 server sparsi in tutto il mondo, per assicurare che i contenuti siano veicolati il più velocemente e nel modo più sicuro. I server, continua Leighton, agiscono come una "rete Internet virtuale" che si pone al di sopra della normale infrastruttura web. Il contenuto infatti dei clienti di Akamai, che sia un video, un'immagine o una pagina web, viene conservato su server e quando il cliente cerca di accedere a quei contenuti, automaticamente viene a lui dirottata la copia del contenuto posizionata sul server più vicino.
Akamai, fra i suoi clienti più importanti, annovera Apple dal 1999 (quando venne creata una partnership per velocizzare la visualizzazione dei contenuti su Quicktime), Hulu (servizio di video streaming on demand), BBC, Nintendo, Sony e la Casa Bianca. In Europa, ha appena siglato una partnership strategica con Telefonica per veicolare contenuti ai clienti della compagnia iberica.
Ma è dal punto di vista sportivo che la sfida di Akamai e delle compagnie operanti nel settore può essere determinante. Le recenti olimpiadi invernali di Sochi, in Russia, hanno avuto una copertura streaming senza precedenti, e negli Stati Uniti, tramite la NBC, i contenuti proposti (anche in alta definizione) hanno stabilito un nuovo record, raddoppiando il traffico registrato nelle ultime olimpiadi estive (Londra 2012).
Basti pensare che, sempre negli USA, durante la semifinale di Hockey maschile USA vs Canada si sono raggiunti i 3.5 Trillioni di bits per secondo (Tbps), con un audience online di 2.1 milioni di device connessi. Per rendere questo record più comprensibile, basti pensare che è un dato quattro volte più grande dell'audience online durante la corsa per la medaglia d'oro di Usain Bolt nei 100m, durante le Olimpiadi di Londra.
Ma è dai campionati del mondo del 2014 in Brasile che Akamai si aspetta una definitiva "esplosione" dei contenuti digital, a livello mondiale: il bacino di pubblico globale coinvolto nella manifestazione calcistica lascia supporre infatti un ulteriore raddoppio del traffico, raggiungendo vette mai esplorate in precedenza.
Del resto, già il rapporto completo pubblicato da Cisco sul proprio sito web mostra come, da qui al 2017, lo streaming video raggiungerà risultati vertiginosi.
In particolare:
- Dal punto di vista consumer (come si evince dal grafico), nel 2017 il traffico video raddoppierà quello del 2013.
- Globalmente, il traffico video (sia business che consumer) raggiungerà, entro il 2017, il 67% di tutto il traffico internet, partendo da una percentuale del 52% nel 2012, con due trilioni di minuti video pubblicati ogni mese sul web.
Numeri da capogiro, che lasciano intendere come il mercato che veicola i contenuti streaming sia decisamente importante, e di come l'ottimizzazione rappresenterà sempre di più un nodo centrale, permettendo un'offerta sempre più completa e di qualità che consenta la totale flessibilità nella fruizione dei contenuti online.