Distrarre i Londinesi dal loro lavoro non è cosa facile. Sorprenderli, ancora di più. Ci è riuscita la nuova campagna pubblicitaria di McDonald’s in cui il Big Mac è stato trasformato in una vera e propria walking icon.
Il messaggio è semplice: quando guardi un Big Mac è difficile concentrarti su qualsiasi altra cosa. Il Big Mac Test è stato sottoposto ad una serie di passanti che sono stati messi alla prova per dimostrare quanto erano in grado di resistere al delizioso hamburger.
Una coppia di fidanzatini intenzionati a fare una foto ferma dei passanti. Mentre il ragazzo passa la macchina fotografica al “malcapitato”, ecco che compare un quadro con ritratto un Big Mac e, come in un gioco del programma Cosa ti dice il cervello?, il fidanzato cambia: resisterai alla potenza del Big Mac e continuerai a scattare la foto senza accorgertene?
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Il trucco dello scambio di persona affascina e diverte. The Big Mac Mind Test è uno spot che suggerisce come le persone riescono a perdere la capacità di concentrarsi sui dettagli in men che non si dica. Ma a McDonald’s UK interessa solo una cosa che la gente riesca a comprendere: Ogni momento è quello giusto per gustare un Big Mac.
Simile alle Sirene di Ulisse, il richiamo del Big Mac è troppo potente per non resistergli. Lo stile Candid Camera è assolutamente vincente in un paese come il Regno Unito.
La campagna non è caratterizzata soltanto da spot televisivi, ma anche da una piattaforma online dove tutti potranno testare la propria mcdonaldizzazione. Gli utenti possono scegliere attraverso il sito web interattivo di sfidare se stessi in una serie di giochi mentali.
Per i più curiosi e per gli amanti della sociologia potrebbe essere utile studiare questo tipo di campagna in relazione a quanto sostenuto da George Ritzer in “Il mondo alla McDonald’s”. In questo testo, Ritzer richiama il modello di organizzazione sociale sviluppato da Max Weber analizzando la colonizzazione della società contemporanea in cui l'hamburger diventa una vera icona vivente.
Credits:
Creative agency: Razorfish
Executive creative director: Sean Chambers
Creative director: Cyril Louis
Associate creative directors: Paul Stoeter e Jon Usher
Art director: Yawming Wong
Agency producer: Emma Downham
Film production: Pulse Films
Digital production: Goodboy
Director: Sam Wrench
Executive producer: Anna Smith
Producer: Mickey Levelle