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NZTransportAgency, l'agenzia neozelandese dei trasporti, ha diffuso online qualche giorno fa il suo ultimo spot per la sicurezza stradale dal titolo "Mistakes", sbagli.
Una campagna potente, visivamente e narrativamente, che sceglie di utilizzare un tono deciso e ben poco accomodamente nei confronti di chi interpreta i rischi della guida pericolosa come semplici errori, disattenzioni che possono capitare a tutti, in fondo. Proprio sul concetto dell'errore si basa l'insight della campagna: nella vita di tutti i giorni possiamo imparare dai nostri errori, in strada no; spesso non abbiamo una seconda possibilità, o non possiamo fare nulla per evitare di farci travolgere dallo sbaglio commesso da altri.
Sul sito della NZ Transport Agency leggiamo:
"Le precedenti campagne hanno messo in luce il fatto che più veloce è la nostra andatura, meno tempo abbiamo per reagire, più tempo ci vuole per fermarci e più grave è il disastro causato quando alla fine ci fermiamo. Ma la gente nega questa verità o pensa che non valga per loro. La loro velocità può essere oltre al limite anche di un minimo, come fare i 107 km/h in una zona con un limite dei 100 km/h. Nella loro mente non stanno andando troppo veloce, ma guidando in modo confortevole, e si sentono in pieno controllo."
Siamo abituati a campagne di utilità sociale che, per veicolare il loro messaggio, cercano di informare il pubblico (anche con toni ionici come nello spot "Morning After"), di renderlo consapevole di un fatto o pericolo per lo più sconosciuto o sottovalutato, oppure che cercano di scioccarlo nel tentativo di creare un deterrente (vi ricordate di "#PubLooShocker"?)
"Mistakes" sembra invece voler modificare una percezione ben consolidata nella società, forse più pericolosa della cattiva abitudine stessa della guida ad alta velocità: l'idea che basta sentirsi in grado di controllare l'auto per essere al sicuro, e tenere al sicuro passeggeri e altri automobilisti.
Quindi la scelta di utilizzare l'efficace espediente narrativo consistente nel "congelare l'attimo", a simboleggiare proprio quella mancanza di tempo che ci costa cara in queste situazioni. Nello spot, vediamo i due protagonisti scendere dalle loro auto e avere una conversazione che li porterà alla sola conclusione possibile: dobbiamo scontrarci.
La campagna propone come target e allo stesso tempo protagonisti uomini adulti, padri di famiglia. Nulla a che vedere con giovani che bevono drink in qualche locale prima di salire in auto, destinatari di tante campagne per la sicurezza stradale.
A noi sembra si faccia qui uno sforzo comunicativo teso a ricollocare il segno del valore assegnato culturalmente al concetto di "velocità" che ad esempio, in tante campagne del settore automotive rivolte allo stesso target adulto e maschile, viene proposto come assolutamente desiderabile e anzi, decisivo nella scelta di aquisto o nell'esperienza di guida.
Voi cosa ne pensate, ritenete efficace questo approccio?
Credits:
Agency: Clemenger BBDO, Wellington
Executive Creative Director: Philip Andrew
Creative Director: Brigid Alkema
Copywriter: Emily Beautrais
Art Director: Emily Beautrais, Philip Andrew
Agency Producer: Marty Gray
Group Account Director: Linda Major
Account Manager: Bethany Omeri
Director of Digital Innovation: Thomas Scovell
Media Business Director: Annabelle Wilkinson
Media Account Director: Emily Goulden
Principal Scientist (NZTA): Paul Graham
Advertising Manager (NZTA): Rachel Prince