Da qualche anno mi gira in testa e mi batte nel cuore un’idea. Un’idea che forse in questi giorni si sta manifestando nella realtà, grazie all’impegno di alcuni amici e colleghi professionisti dell’industria creativa. No, non sto parlando di qualche nuovo progetto professionale, dell’idea di una nuova startup: sto parlando di un pensiero che parte da pochi e poi diventa collettivo, che si trasforma in una visione e poi in una vibrazione, per diventare un movimento e infine un' azione collettiva. Sto parlando di una Rivoluzione.
UNA CLASSE CREATIVA?
In giro per conferenze, docenze, tra gli amici professionisti e nel mio libro "Create!", ho sempre cercato di instillare un concetto apparentemente anacronistico, quello di Classe Creativa. Una classe sociale non può esistere senza una “coscienza di classe”, senza la consapevolezza di avere pratiche, interessi, valori comuni, potere d’azione. Una classe sociale non si mobilita se non sente di “essere qualcosa”, se non prende coscienza del suo ruolo nella società e della mancanza di rappresentanza, di ascolto, di considerazione.
La creazione nasce dalla frustrazione.
FIRMA LA PETIZIONE!
Un appello e una petizione lanciata dall'amico Alfredo Accatino ci ricorda che in Italia ci sono 2 milioni di professionisti che operano in tutti gli ambiti delle professioni creative. Non hanno un nome definito, possiedono alti livelli di formazione, sono ignorati da governo e istituzioni, ma soprattutto producono il 5,8% del nostro Pil (80,8 miliardi di euro - rapporto 2013 Unioncamere/Fondazione Symbola).
La nostra categoria oggi crea più valore dell’industria automobilistica, più di Umbria, Liguria e Abruzzo insieme.
Stiamo parlando di addetti alla comunicazione, pubblicità, eventi, web, moda, arti, spettacolo, cultura, editoria, media, entertainment: copywriter, art director, grafici, strategist, programmatori e sviluppatori, designer, autori, sceneggiatori, registi, scrittori, giornalisti, blogger, video-maker, editori. Artisti, fotografi, architetti. E poi stilisti, scenografi, coreografi, costumisti, montatori, compositori, illustratori, traduttori, curatori, ricercatori. Si tratta degli esponenti dei nuovi linguaggi e tecnologie, di tutte quelle “professioni creative” che plasmano continuamente la nostra identità economico-industriale, sociale e culturale, menti e mani che contribuiscono ogni giorno alla bellezza, allo stile, alla cultura del made in Italy.
Lavoratori, consulenti, professionisti, freelance che non sono identificati, tutelati, ascoltati, valorizzati. Non hanno rappresentanza politica, mediatica, sindacale. Non sono mai stati coinvolti nei processi consultivi e decisionali.
Un creativo in ogni consiglio, scrivevo qualche anno fa! Ed ora credo sia arrivato il momento di rivendicarlo.
E ALLORA ANDIAMO IN MASSA E SOSTENIAMO QUESTA PETIZIONE SU CHANGE.ORG. FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE SUI SOCIAL CON #RIVOLUZIONECREATIVA. FIRMA LA PETIZIONE >> QUI
Iniziamo da cambiamenti concreti a sostegno delle professioni creative: chiediamo a gran voce l’impegno di Governo e forze politiche a individuare iniziative a sostegno della classe creativa, riformulando contratti, ammortizzatori, sostenendo le imprese e tutelando le idee che producono valore.
Come creativi impegnamoci in prima persona ad aumentare la nostra partecipazione alla vita sociale e politica.
LA CREATIVITA' E' UN ASSET STRATEGICO
Questo Paese ha bisogno di marketing (che non è una parolaccia), di design, di tecnologia, perché ha bisogno di Pensiero, di Innovazione, di Cultura e di Bellezza. Serve una visione strategica dell’Italia come Brand in un contesto internazionale, di strategie per rilanciare i territori, di buon design urbano, di innovazione in tutti i settori, nel pubblico e nel privato. Ha bisogno della Classe Creativa.
Creatività, ricerca tecnologica, arti e culture giovanili devono essere valorizzate perché rappresentano il futuro del Paese.
Ho sempre pensato che non si possano cambiare le cose senza impegnarsi in qualche forma nella vita politica. In definitiva i movimenti possono cambiare la società con le loro pratiche di vita quotidiana, ma senza una politica che sia in grado di ritarare le leggi, le pratiche amministrative e fiscali, i contratti di lavoro, le tutele sociali, questa energia non può sedimentarsi in un flusso potente, in grado di cambiare il passo del presente e di determinare il futuro.
LE AGENZIE COME MEDIA
La Creatività deve tornare ad essere Energia che informa le nostre pratiche industriali e politiche. C’è fuoco che brucia sotto la cenere di questa Italia da ricostruire.
Pensiamo se ogni agenzia di comunicazione locale – ce ne sono in tutti i territori, dal Trentino alla Sicilia, in ogni piccolo paese anche di provincia c’è almeno un creativo - diventasse il megafono di una rivoluzione creativa e culturale.
Abbiamo il know how, sappiamo costruire e pianificare messaggi, siamo in grado di veicolarli a basso costo attraverso il web. Insomma non ci manca niente per essere una classe sociale e fare la nostra Rivoluzione Creativa. Per la nostra professione, per il nostro Paese.
Che il Potere Creativo sia con noi.
Mirko Pallera, direttore Ninja Marketing