Dai nostalgici anni '90 la modalità di fruizione dei videoclip musicali è ben mutata: se prima, da giovani imberbi appassionati di musica era d’uopo:
- cercare affannosamente la tv locale di turno che, momentaneamente, trasmetteva spezzoni di Match Music o Mtv
- improvvisarsi intrepidi tecnici elettricisti al fine di sintonizzare i canali gratuiti Videomusic alias Tmc2 o Rete A alias VIVA
- aspettare con ansia il Supertelegattone del sabato
- e infine, esausti dalle suddette prove di coraggio, arrendersi incalzando i propri genitori nell’acquisto del pacchetto musica di D+ (Rock Tv rulez!)
ora invece è possibile avere tutto a portata di mano: possiamo infarcirci di videoclip musicali attraverso i millemila canali dedicati alla musica sul digitale terrestre, su Vevo, Youtube o altre piattaforme di video sharing.
L’Information overload e i videoclip musicali
C’è troppa concorrenza, siamo inondati da video. Cosa spinge dunque a vedere un video piuttosto che un altro? Mettendo momentaneamente da parte la qualità/orecchiabilità della musica, la viralità dello storytelling, e la tendenza ad utilizzare YouTube come piattaforma per ascoltare musica, indaghiamo su un altro aspetto che pare emergere.
Quest’autunno infatti abbiamo notato una certa rincorsa all’espediente del video interattivo, che facilita la notiziabilità dell’uscita video proprio perché offre qualcosa in più rispetto alla maggior parte dei “concorrenti”. Ottimi esempi sono stati gli Arcade Fire per il lancio del singolo Reflektor e Pharrell con il video di Happy (24 ore non sono mica male!) .
Inoltre, nel mese di novembre, abbiamo avuto modo di imbatterci in altre tre modalità di video interattivo.
Like a Rolling Stone di Bob Dylan
Con la realizzazione del Complete Album Collection Vol. One, una fastosa antologia da 43 cd corredata da un libro di 268 pagine, è stato caricato un assaggio del video interattivo su YouTube che, con opportune annotazioni, rimanda al sito vero e proprio del video interattivo in cui è possibile switchare i diversi contenuti.
I protagonisti del multivideo diretto da Vania Heymann sono persone che, durante l’esecuzione di Like a Rolling Stone, cantano il brano. Insomma niente di particolarmente originale, se non fosse che le alternative sono ben 16: History Channel, una Shop Tv, un video musicale simil rap, un video live del Dylan di tanti anni fa, un tg, un cartone animato, una partita di tennis, un programma di cucina, un notiziario di economia, tre reality shows, un film d’amore, un canale dedicato alla moda, Ok il prezzo è giusto ed infine una radio intellettualoide.
The Vampire of Time and Memory dei Queens of the Stone Age
Tutto è iniziato il 28 ottobre con il trailer del video interattivo e relativo annuncio dell'uscita fissata per il 30 di ottobre. Uscita che viene rimandata al 18 novembre, con conseguenti fan in subbuglio. Ecco quindi il video YouTube con le annotazioni che rimandano al sito del video interattivo, peraltro entrambi realizzati da The Creators Project.
Il risultato è un'ambientazione tetra che dà modo di esplorare una casa maledetta. Neanche troppo nascosti i collegamenti a iTunes, alla galleria d’arte online di uno degli ideatori del sito, tre diverse sequenze video (già condensate nel video di YouTube) da modulare a seconda dei clic del mouse, il testo della canzone contenuto in quello che, a prima vista, sembra un libro di stregonerie.
L’esperienza continua con l’estensione per Google Chrome: grazie ad essa Facebook viene personalizzato con tinte dark e l’immagine di copertina della fan page offre un’ulteriore versione del video.
Carry me dei Bombay Bicycle Club
Il video presente su Vevo è diretto dall’agenzia creativa Powster e vanta animazioni di ben 9 artisti diversi. Già di per sé il video si sposa perfettamente alla musica ma il rimando al sito interattivo offre qualcosa in più: scompaiono le animazioni e nasce la possibilità di optare tra 9 scene (ebbene sì il 9 ricorre), scorrendo di volta in volta sui quadratini sottostanti e tenendo premuto il tasto destro del mouse. Il risultato è un effetto a scatti molto carino, con le sembianze di una stop-motion manovrata dallo stesso utente.
Cosa ci insegnano questi video? Il marketing esperienziale non è solo nella nuvola di profumo che ti spruzzano nel negozio con il proposito di coinvolgerti i sensi. L’esperienza deve essere sia accuratamente strutturata sia aperta all’interazione creativa con l’utente. In altre parole, è necessario che l’approccio all’interfaccia sia intuitivo, con un certo margine riservato alla creatività dell’utente.
Pensate che questi video abbiano raggiunto tale traguardo?