Parleremo di Societ-ing più che di Market-ing per discutere, con una prospettiva più ampia, dei cambiamenti in atto nella nostra società, di conseguenza dell'intero sistema economico.
La metamorfosi della nostra epoca suggerisce un clima nuovo, in cui sempre di più la gente si aspetta che le imprese permettano loro di migliorare la propria vita e quella delle proprie comunità.
Un atteggiamento premiante, dove le aziende si orientano a scelte più sostenibili, impegnandosi a migliorare la qualità delle vite dei suoi pubblici di riferimento, beneficiando della diffusione spontanea del proprio verbo tra i suoi pubblici.
Ruolo fondamentale quello dei nuovi mezzi della comunicazione, che rendono plausibili modelli di marketing non basati esclusivamente su scambi economicistici (focus sul momento delle vendita, della transazione economica) ma che possano mettere a sistema oltre al denaro anche altre monete come la reputazione, la fiducia ed il valore di legame tra gli utenti qualora la marca (o l’azienda, o l’imprenditore stesso) riesca a concepirsi come una piattaforma di socializzazione.
E' in questa ottica che il Market-ing diventa Societ-ing.
Il Marketing concentra (o forse concentrava) la propria prospettiva sulla figura del marketing manager, invece un più ampio approccio richiede attenzione non solo per il punto di vista delle imprese, ma anche per le istanze dei consumatori e di tutti quei soggetti che a vario titolo stabiliscono delle relazioni con le imprese.
Per tale ragione il termine Societing (societ-ing) contiene la radice di società, non sono più i soli attori tradizionali di mercato – le imprese – ad agire, e soprattutto ognuno di noi può agire sulla società, con azioni che hanno ricadute anche sul mercato. Le imprese come le comunità e le tribù di consumatori.
Per quanto il contenuto di queste righe possa apparire lontano dai quotidiani discorsi sull'economia Nazionale e Globale, c'è un fervore positivo nel nostro paese, sensibile a temi di studio oggi poco discussi, per questo complessi, ma interessanti e fondamentali. Ed è presso la Libera Università di Lingue e Comunicazione di Milano (IULM) che è partito quest' anno il primo indirizzo in Digital Marketing Management dell’ormai storico corso di laurea Magistrale in Marketing, Consumi e Comunicazione coordinato dal Professor Guido Di Fraia.
Da qualche anno Alex Giordano ha il piacere di condividere con Guido Di Fraia e lo IULM percorsi di ricerca sui temi di frontiera del nuovo marketing e della comunicazione contemporanea, tuttavia da quest’anno il corso in Società delle Reti e Societing ha trovato fortissimi riscontri con gli argomenti trattati in "Share or Die".
Per questo lo scopo di questa prima esperienza di classe con il corso di Società delle Reti e Societing è anche fortemente orientata ad individuare, organizzare e misurare l’impatto sociale delle imprese, compresa, anzi preferita, la possibilità di misurare il senso e l’impatto sociale delle StartUp proprio per evitare – come ci mette in guardia l’amico/collega/fratello Salvatore Iaconesi – che “gli startuppari diventino un prodotto, bello impacchettato e non degli imprenditori”.
Il rischio c’è ed è palese.
Ed è proprio per dare gli strumenti critici ai giovani neo-imprenditori sociali del futuro, per non finire ad essere merce nuova in un mercato vecchio, che è importante riflettere sulle possibilità offerte da una cultura della condivisione, su una economia delle relazioni che, almeno virtualmente, rende possibile trasformare in denaro qualsiasi cosa: conoscenze o abilità specializzate, beni usati e reti sociali, passioni o tempo libero.
Per questo abbiamo deciso di farci un regalo importante e di farlo a tutti i giovani italiani traducendo l’ebook “SHARE OR DIE – voci di una generazione smarrita in tempo di crisi” curato da Malcol Harris e Neal Gorenflo del magazine Shareable con una prefazione di Cory Doctorow. (scaricabile qui la versione italiana dell'ebook "Share or Die")
Libro cult che raccoglie una serie di testimonianze positive di giovani che sono riusciti a rispondere al fallimento del presente mettendo in gioco le loro passioni, i loro talenti, la loro creatività. Giovani che stanno facendo prove generali di futuro sostituendo, ad esempio, la parola “proprietà” con la parola “accesso”, la parola “acquisti” con la parola “scambio”.
Ciò è da intendersi sia in termini di vite condotte all’ insegna del consumismo sia in relazione agli habitat a cui hanno dato origine.
Tradurre e distribuire gratis nella rete questo libro è stato un modo per confrontarsi con storie che affrontano in maniera diversa i problemi del presente, consapevoli che c’è molta rabbia e disillusione in questo libro, con del cieco ottimismo piuttosto che ingenuità.
Quello che , però, più di qualunque altra cosa ci è piaciuto e che ci fa piacere condividere è che questo è un libro di realistica speranza, un libro che mette in mostra la creatività di persone riflessive che stanno imparando che ci sono percorsi alternativi per la felicità, che la ricchezza è più dei soldi e che la connessione è al centro della comunità, non importa se passa attraverso un mondo virtuale, una rete sociale o ad una interazione faccia a faccia.
La condivisione non è solo una strategia intelligente, è necessaria per la nostra sopravvivenza come specie.
Questo è sempre stato così, ma la nostra condizione, oggi, è particolarmente grave- usiamo il 50% in più delle risorse naturali all’anno di quelle che la terra può rimpiazzare. Sia la popolazione globale sia il consumo pro-capite stanno crescendo ed è palese che ormai ci sia la necessità di condividere su scala globale velocemente, o si muore.
Ma la minaccia non è solo una morte biologica.
Noi non possiamo né sopravvivere né vivere bene a meno che non condividiamo.
E la nostra irriverente speranza è che le giovani voci di questo libro facciano risvegliare anche nei giovani italiani l’idea che la condivisione può salvare loro stessi ed il mondo.
Consumatore; un termine in disuso
NetCitizen, i cittadini interconnessi, con un ruolo diverso e che sarà presto dominante: in tutte le parti del Mondo i netcitizen stanno esplorando come usare beni e servizi in un’ottica assolutamente collaborativa, combinando le proprie esigenze personali a quelle della società, ricercando e creando nuovi modi per godersi la vita ed allo stesso tempo vivere in maniera sostenibile.
Per questo lo scopo di questa prima esperienza di classe con il corso di Società delle Reti e Societing è anche fortemente orientata ad individuare, organizzare e misurare il valore nel denaro sociale ed alternativo.
Virtualmente una cultura di sharing rende possibile rendere denaro qualsiasi cosa: conoscenze o abilità specializzate, beni usati e reti sociali, passioni o tempo libero. Non è un caso che molti dei nuovi modelli di business emergenti in rete siano fondati sul baratto (non scambi monetari) e sullo scambio di tempo e responsabilità.
Consapevoli che molti degli esempi qui tradotti e curati dai ragazzi del del corso di “società delle reti e societing” 2012-2013 al primo anno dell’indirizzo in Digital Marketing Management del corso di laurea Magistrale in Marketing, Consumi e Comunicazione dello IULM, sono ben distanti dalla realtà italiana, ci ha fatto piacere approfondire e condividere con tutti gli studenti italiani di oggi una ventata di aria positiva.
Un almanacco di possibilità diverse per affrontare in maniera diversa un momento di crisi, consapevoli che saranno loro a decidere ed a costruire nuovi modi possibili di vivere e con-vivere in un mondo che richiederà a tutti di essere contemporaneamente buoni manager di se stessi e della propria comunità e non solo buoni manager in materia di marketing, di consumi e di comunicazione.