Il Cristal Festival 2012 è alle porte: dal 12 al 16 dicembre a Crans Montana (Svizzera) va in scena la 12a edizione dell'evento europeo che unisce i professionisti dell'advertising e del mondo creativo.
Tra i giurati delle 13 competition che si terranno a Crans Montana ben quattro saranno gli italiani d'eccezione: Sofia Ambrosini founder & Creative Director di FRECCIA AMBROSINI VOLPI, Paolo Iabichino Executive Creative Director di OgilvyOne e OgilvyAction Italy, Alex Brunori Executive Creative Director at McCann Worldgroup e Michelangelo Cianciosi Executive Creative Director di VerbaDDB.
Oggi vi proponiamo l'intervista che abbiamo realizzato a Sofia Ambrosini, giurata nella categoria Press e in quella Design.
Siamo di nuovo alle porte del Cristal Festival: quali sono le tue aspettative per quest'edizione?
Come Cannes, Eurobest, e gli altri pochi festival rilevanti che si contano sulle dita di una mano, anche il Cristal è diventato un appuntamento molto importante e atteso, perché è un buon termometro di quello che succede nella nostra professione, un bel momento di scambio, di idee e di energie, che a volte segnala delle tendenze, a volte le anticipa, in ogni caso le mette in circolo, sia durante la gara (il Cristal fa punteggio nel ranking del Gunn Report ed è quindi un premio molto ambito e conteso dalle agenzie e dai creativi) ma anche con i suoi seminari, e i nomi degli invitati a dare il loro contributo a questa edizione sono davvero molto interessanti.
Per quel che riguarda me, sono onorata di far parte delle giurie Press e Design di quest’edizione, da quasi due anni ho aperto la mia agenzia (con Stefano Volpi e Marco Freccia), ed è bello per noi che ad un tavolo così internazionale ci sia anche la realtà tutta italiana di FAV.
Quali sono i fattori critici di successo di una campagna stampa? Sono cambiati rispetto a 5 anni fa?
Non vorrei farla troppo semplice, ma oggi dire che la comunicazione non è più la stessa è dire una cosa ovvia. La comunicazione cambia, si trasforma, evolve, come fanno la vita, la società, la lingua, la medicina, la musica, l’arte.
Ma il requisito più importante per scegliere di premiare un’idea - stampa o di altra categoria - secondo me resta sempre lo stesso: un’idea merita un premio quando è un’idea, e cioè: una cosa che prima non c’era; una cosa che traccia una strada nuova e personale per una nuova marca o che consolida il percorso di una marca che è già una marca; una cosa che crea un piccolo cortocircuito e provoca una reazione - buona - nel target.
Poi certo ci sono i trend e le annate, come per i vini: tanto testo o zero testo, immagini pallide o accese, modelle androgine o con grandi tette, copy secco e fulminante o insight avvolgente, jingle assordante o vuoto pneumatico…
Ma le vere idee non sono quelle che rientrano nei filoni, sono quelle che ne inventano di nuovi.
Quali campagne, progetti o attività di design del 2012 hanno catturato il tuo interesse?
Anche se oggi con il web è più facile essere aggiornati su quello che viene fatto anche lontano da casa, non voglio anticipare giudizi sulle idee in gara, perché è realisticamente impossibile aver visto davvero tutto, e poi da inguaribile ottimista mi aspetto sempre delle belle sorprese.
Invece come spunti di riflessione voglio citare “The beauty of a second” di Montblanc, che anche dopo un anno si conferma una grande e raffinata idea; “Unhate” e “Unemployed of the year” di Benetton, che hanno saputo portare una marca grande e sociale a tornare ad essere grande e sociale; e Daniel Craig che beve la Heineken al posto del Martini, riavvicinando la birra all’uomo, all’eroe sporco, dopo che “Open your world” le aveva messo l’etichetta di alcolico figo da party figo. Un peccato, dopo “Auditorium” e “Are you still with us?”.