“Non devi combattere troppo spesso con un nemico, altrimenti gli insegnerai tutta la tua arte bellica”.
Questa citazione del generale Napoleone Bonaparte non sembra tanto di moda tra i piani alti di Apple e Samsung, visti i continui aggiornamenti che ci giungono su una vera e propria battaglia legale incentrata sui brevetti.
Molto rumore per nulla
E’ interessante osservare come l’immagine dei due acerrimi rivali ne abbia potuto risentire. Secondo quanto sostiene Russel Parsons su marketingweek.co.uk, all’indomani della pesante sconfitta in tribunale del 24 Agosto 2012, la società sudcoreana avrebbe ricevuto un consistente aumento del buzz negativo, oltre alla stoccata pecuniaria da 1 miliardo di dollari circa.
Infatti il BrandIndex data, indice dell'agenzia americana YouGov che traccia ogni giorno la percezione positiva delle persone in giro per il mondo nei confronti di una marca, ha registrato per Samsung, nel giorno della sentenza, una significativa flessione dal 22,5% al -5,8% .
Tuttavia la sua immagine di marca non ne risulta indebolita, anzi sembra si sia rafforzata. I consumatori, pur non avendo apprezzato la sconfitta legale, hanno una considerazione ed un’opinione abbondantemente positiva del brand di Seul in termini di qualità e reputazione. Reputazione di un’azienda focalizzata all’innovazione ad ogni costo, che il quartier generale sudcoreano sta sapientemente contrapponendo all’illustre contendente Apple (e chi se no?).
La mela del peccato
L'azienda della Silicon Valley, dal canto suo, sarebbe colpevole di abusare dei suoi brevetti e, più in generale, di incentrare dal giorno della fondazione la filosofia dei suoi prodotti su sistemi chiusi e sfavorevoli allo scambio e alla condivisione di informazioni.
Nonostante la vittoria e i dollari sonanti pronti ad entrare in cassa, anche a Cupertino sembra che abbiano dovuto accettare una crescita delle conversazioni negative attorno all' iPhone, ormai il suo prodotto più rappresentativo. La stessa YouGov, tuttavia, considera trascurabile la flessione del BrandIndex dal 16,3% al 10,9%.
Numerosi analisti concordano nel sostenere che l’azienda “affamata e folle”, nonostante nutra di un’immagine di marca più florida che mai, dovrà fare i conti nel futuro immediato con i detrattori che le rimproverebbero un’ennesima volta di non accettare la competizione ammettendo implicitamente una debolezza interna all’azienda.
Il passaparola è uguale per tutti
In conclusione, possiamo asserire come le battaglie legali siano da evitare per vincitori e sconfitti dato il passaparola negativo che ne scaturisce. Inoltre il rischio che l’immagine di marca ne esca debilitata è alto, a meno che questa non sia solida come quella dei nostri due eterni antagonisti.