Ecco i lati oscuri del Facebook Timeline

Fermo restando che quest’articolo rappresenta un’opinione personale, che è ancora presto per pontificare e sentenziare e che Facebook raramente sbaglia di grosso, ecco una serie di motivi che mi spingono a considerare il Timeline di Facebook uno dei più grossi rischi nell’epoca dei social media.

Per quei pochi che ancora non lo sapessero perché vivono sotto una pietra digitale, il 30 settembre il nostro profilo Facebook cambierà radicalmente: la grafica – molto bella – ed il layout seguiranno una lunga retta cronologica che parte dall’anno della nostra nascita per arrivare fino ad oggi. Vi ripropongo il video ufficiale che in pochi secondi vi trasmetterà il look and feel di quest’innovazione. Un documentario a pagina intera sulla vostra vita.

Forse nessuno ha pensato di avvisare Mark Zuckerberg che i diari personali non vanno più di moda dagli anni 90. Vi sfido a trovare in vendita oggi, in cartoleria, uno di quelli con chiave e lucchetto. Per non parlare dell’esplosione dei blog, so 2000s. Direte voi, un diario digitale è diverso. Direte voi, life’s for sharing. O che è bello raccontare se stessi attraverso un layout accattivante e multimediale.

Ho dei forti dubbi in merito, sicuramente gli oversharer e gli egomaniaci (per intenderci e con affetto parlando, quelli che ogni 10 minuti fanno check-in anche dalle toilette in metro, dal proprio letto o divano) non condivideranno.

“Mai tornare indietro, nemmeno per prendere la rincorsa”

Non tutti hanno una voglia matta di guardarsi indietro. Di sapere dov’erano nella vita due anni fa, con chi erano, cosa pensavano. Un’anticipazione concettuale del Timeline l’abbiamo avuta con gli aggiornamenti di status nella colonna di destra, che ci presentavano cosa abbiamo scritto sul nostro profilo esattamente 365 giorni fa. Le reazioni, a quanto ho potuto leggere, sono state di sorpresa ma soprattutto di imbarazzo. Avete presente quella sensazione, no? “Ma io veramente ero così?” E poi non mi va che il mio passato sia così facilmente consultabile. Era possibile già farlo prima, certo, ma ora è tremendamente più facile: basta cliccare sul mio 2002, sul mio 2009 ed è fatta. Altro che “Mostra post precedenti”. E’ la stessa cosa di quando pubblicarono i redditi online.
In sintesi: il Timeline sembra pensato esclusivamente per i digital natives. O per chi crescendo si è già trovato il profilo Facebook creato dai genitori. Per coloro la cui vita digitale presenta già pochissime discrepanze con la vita “analogica”. Zuckerberg gioca a carte scoperte, il suo target principale non sono più io. L’obiettivo è posizionare Facebook come strumento di comunicazione per la generazione del dopodomani, come piattaforma che non solo facilita la comunicazione interpersonale ma che è in grado di registrare la storia di ognuno di noi.

Mind the gap, please

Il Timeline è infatti costruito in maniera tale da invogliare l’utente a riempire i gap: ad inserire cioè, tra la normale attività online del passato, momenti di vita salienti. Come? Attraverso questa barra:


In ordine, le icone permettono di inserire eventi relativi a Lavoro ed Educazione, Famiglia e Relazioni, Living, Salute e Wellness, Pietre Miliari ed Esperienze. Si sa che Facebook dipende dall’uso che se ne fa. Se non voglio che si sappia qualcosa, semplicemente non la condivido. Ciononostante, è aberrante vedere quali sotto-campi Facebook mi propone di riempire.

"Mi sono rotto un osso" - "Ho avuto un'operazione chirurgica" - "Ho superato una malattia"

Ripeto, so benissimo di essere libera di non scrivere mai nulla di tutto ciò. Provo solo fastidio a leggere cosa Facebook vorrebbe sapere di me e credo che ciò rovinerà l’esperienza di fruizione anche ad altri utenti. Lance Ulanoff, su Mashable, sottolinea l’importanza di ragionare in termini di valore aggiunto: completare il proprio profilo su Linkedin potrebbe aiutarci a trovare lavoro. Qual è il concreto valore aggiunto di pubblicare foto del nostro braccio ingessato? Il che ci porta immediatamente al punto successivo: il sogno di ogni marketer.

La nostra vita tra le dita

Ogni contenuto sul nostro timeline può avere un’impostazione di privacy ad hoc. La visibilità può essere impostata anche solo su “Just Me“. Ma ciò non significa che le informazioni inserite non contribuiranno a profilarci sempre di più, per raggiungere un livello potenziale di precisione che provocherà orgasmi multipli a Philip Kotler. Le macchine che ho comprato, le spese mediche che ho dovuto sostenere, lo stadio del ciclo di vita della mia famiglia, che animali domestici ho, i paesi che ho visitato: credo che lo scopo di avere campi pre-definiti e pre-impostati su Facebook, per questo tipo di informazioni, serva semplicemente a facilitare il data mining per la creazione delle inserzioni su Facebook. Benvenuti al vero e definitivo one-to-one marketing, quello che si basa su data pattern forniti da noi stessi a costo zero. E’ un’utopia per i marketer, ma quanti realmente – spinti dall’ego e dall’irrefrenabile voglia di digitalizzare l’intera propria vita – compileranno sistematicamente questi campi? Quanti invece, spinti dalla discrezione e dalla voglia di privacy, passeranno piuttosto il tempo a creare gap, ad eliminare contenuti, a fare decluttering ed “igienizzare” il proprio profilo? E anche qui, passiamo naturalmente al punto successivo.

Dal social network al social scrapbook

E’ mai possibile che Facebook voglia allontanarsi dal suo core business, almeno così come l’abbiamo conosciuto finora? Per diventare cosa? Non più una rete di persone, ma una rete di diari che interagisce tra loro. Lo scrapbooking è l’arte di valorizzare le proprie fotografie negli album – con didascalie, ritagli, adesivi. L’album terminato rappresenta una riflessione su se stessi, sulla propria famiglia, sui propri amici.
Non dimentichiamoci che una delle promesse legate al Timeline è l’integrazione seamless & frictionless – in una parola, liscia – con applicazioni come Netflix, Spotify, etc. Autorizzate una volta, saranno per sempre autorizzate di default a postare sul nostro Timeline. Facebook, la piattaforma olistica e del tutto. Il rischio è proprio questo: alienare una fetta consistente della propria base utenti: la generazione più “vecchia”. Che aveva sedotto con la facile promessa di far vedere quanto male si è ridotta la più bella della classe al liceo. Farhad Manjoo, autore per Slate, spiega:

“So che sembra ovvio, ma a quanto pare Zuckerberg non si rende conto che condividere significa anche scegliere. Fai esperienza di un’infinità di cose durante il giorno, ma scegli di raccontare solo una frazione di esse ai tuoi amici, perché la maggior parte delle cose che fai non val la pena menzionare“.

Cambia l’istruzione di base: da “se mi è piaciuto quel video, allora lo condivido” a “se quel video è stato visto da me, allora verrà condiviso“. Vivere significherà automaticamente condividere. Ecco spiegata l’aggiunta dei verbi leggere, guardare, comprare. Con lo sharing in-cosciente, Timeline rischia di abbassare ed appiattire l’asticella del gusto della condivisione. Non fraintendetemi: lo sharing è la linfa vitale del web, ma questo non vuol dire che l’undersharing sia qualcosa da cancellare del tutto.

Il Timeline di Facebook non cambierà le regole del gioco, cambierà il gioco. Prepariamoci, a partire dal 30 settembre, ad essere invischiati volenti o nolenti nella rete del nostro passato, o comunque nel passato della nostra rete sociale.
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Hai proprio un gran cursore! Davvero Big!

Molti tablet e smartphone hanno una tecnologia avanzata che permette una grande precisione con le dita, però se si utilizzasse un pennino i vantaggi sarebbero molti.

Qui i gadget sono sempre “in agguato”. Curiosi e comodi, utili per essere più precisi e ordinati (magari non lasciando le nostre impronte sullo schermo).

Big Big Cursor è uno di questi: disponibile in due versioni, è un modello di stylus con la forma dei cursori che troviamo nei nostri pc.

Big Big Arrow: ha la forma classica della freccia del mouse;
Big Big Pointer: ha la forma del cursore che appare al passaggio sui link.

Sono dotati di magnete integrato, per portarli sempre dietro con i nostri device! Il prezzo? Acquistabili sul sito13 dollari ciascuno!

KnowCamp: l'8 e il 9 ottobre la parola va ai partecipanti [EVENTO]

Se la vostra agenda degli appuntamenti dedicati all’approfondimento della Rete nelle sue numerose declinazioni non è ancora satura, beccatevi questo!
Un concentrato di esperienze a confronto, in programma per il weekend dell’8 e 9 ottobre a Modena.

Di che cosa si tratta? Del KnowCamp, un evento che si spiega da solo.
Organizzato da saidmade, Bunker, Moka idee espresse e Films Pongo, si pone come obiettivo quello di offrire un’opportunità di condivisione di esperienze ed opinioni attorno a tematiche di forte attualità: il Sapere ed il Web.

Sapere inteso come bagaglio di conoscenze acquisite attraverso l’esperienza, l’informazione e le relazioni interpersonali.
Web è tutto il mondo attorno a noi: quello delle nuove tecnologie che influenzano la creazione del sapere, delle informazioni, delle notizie ed opinioni

Utilizzando la formula del BarCamp, l’intervento di ogni partecipante avrà come obiettivo la proposta di un punto di vista su come la Rete possa contribuire alla creazione di un sapere condiviso e costruttivo, attraverso il quale rinnovare, migliorare ed ampliare le modalità di relazione interpersonale.

Tre le aree tematiche su cui verteranno gli interventi dei partecipanti:

  • Contributo e fruizione individuale
  • Le attività del mondo no-profit
  • Informazione, relazione e business

Protagonisti diretti

Pensi anche tu che Internet ci permetta di partecipare in prima persona alla creazione ed alla diffusione di informazioni e conoscenze?

Grazie al Web hai potuto allargare i tuoi orizzonti, entrando in contatto con realtà e persone altrimenti irraggiungibili?

Proponi uno speech o  una presentazione, per raccontare la tua esperienza ed esprimere le tue idee!

La partecipazione all’evento è gratuita, basta compilare il form sul sito per iscriversi.
Siamo in attesa degli ultimi aggiornamenti per potervi dare il programma definitivo. Nel frattempo, seguite l’evento su Twitter o condividetelo sugli altri social.

Charlie Sheen Roast: i Social danno spettacolo

Il 19 settembre Comedy Central US ha mandato in onda un altro dei suoi “roast“: si tratta di appuntamenti televisivi in cui un personaggio celebre viene letteralmente messo sulla griglia ed “esposto” ai tweets degli utenti online.
Di fatto il programma è costruito come una piattaforma ibrida che integra la visualizzazione dei tweets con il video del protagonista della puntata e il monitoring real time delle conversazioni.

Lo scorso lunedì dunque è stato il turno del Charlie Sheen Roast che, d’altra parte, con Twitter ha un ottimo rapporto: è suo il record di un milione di followers conquistati solo nel primo giorno di apertura dell’account, ed è stata certamente una mossa intelligente quella di personalizzare il background della sua pagina Twitter con la grafica della trasmissione di Comedy Central.

La rete americana – qualche giorno prima della puntata – ha cominciato a raccogliere tutti i tweets che presentavano gli hastags #sheenroast e #crazytrain e a generare la dashboard che vedete sotto.
Oltre ad integrare i tweets e il video di Sheen, la piattaforma consentiva di condividere i momenti video più interessanti del Roast, permettendo dunque una frammentazione ed un re-share immediato dei contenuti.


I risultati sono stati straordinari: non solo il Charlie Sheen Roast è stato finora il più “partecipato” della serie di Comedy Central – gli altri erano peraltro accessibili sulla piattaforma alla sezione “Hot on Twitter” del Roast – , ma il volume di conversazioni che ha generato è stato piuttosto elevato.
Secondo quanto analizzato da Radian6 – che, insieme ad Omigon, ha raccolto e monitorato i dati in tempo reale – e come diffuso da Inside TV, il Charlie Sheen Roast ha coinvolto 6,4 milioni di “spettatori” che son odi fatto diventati utenti e co-creatori del programma ed hanno generato più di 300.000 tweets durante le due messe in onda del roast e circa 200.000 dopo l’evento.

I Roast di Comedy Central riescono duqnue non solo ad integrare Twitter all’interno dello stream video – cosa che, ormai non farebbe più notizia – ma a renderlo un elemento imprenscindibile della produzione.
La distanza tra utenti e produttori diventa sempre più sottile, così come il confine tra marketing (c’è una non indifferente produzione di buzz) e TV show.

Se è vero che c’è ancora confusione su cosa si intenda per Social TV (come ho già ampiamente spiegato qui) è però certo che ibridi di questo tipo siano quanto di più vicino vi sia ad una socializzazione dell’esperienza della visione.

Le parole chiave più costose in Google AdWords [INFOGRAFICA]

Da dove provengono i profitti di Google? Advertising senza dubbio: ecco la lista delle 20 parole chiave più costose.

Un’infografica che racchiude quali parole chiave ottengono il massimo costo per click e sono più competitive in ​​termini di volumi di ricerca elevati.

Where Does Google Make Its Money? [ infographic ]

Scarlett nuda, le foto rubate scatenano un nuovo meme virale

Se è vero che la moda delle pose fotografiche non sta scemando ma sta impazzando, adesso si ripropone con qualche coinvolgimento vip del tutto inaspettato.

Tutto è cominciato da uno scatto rubato all’attrice Scarlett Johansson che ha fatto il giro del web e su cui indaga l’Fbi. Un “goliardico” hacker è riuscito a rubare dal cellulare dell’attrice alcuni scatti proibiti che la star teneva in memoria a suo uso personale. La foto la ritrae in una stanza da bagno nuda davanti allo specchio con il lato B in mostra.

Il furto delle fotografie ha inaspettatamente creato un nuovo internet meme fotografico, di cui vi avevamo parlato in quest’articolo sul planking, owling, coneing & Co. L’idea è che gente comune riproponga la posa proibita e la diffonda viralmente. Così come nello stocking viene imitata la ripresa ma la posa stavolta è “hard”.

Un nuovo sito raccoglie le imprese analoghe a quella della star: su Scarlettjohanssoning.com gli utenti del social network si cimentano a ricreare la scena in cui si vede Scarlett di spalle, senza veli. Anzi, c’è chi si maschera, chi si veste da Chewbacca, chi, semplicemente, ci mette la propria faccia.

Ancora una volta quindi, un gioco strano, ma più semplicemente il viral power: molte proteste stanno iniziando a svilupparsi con questi “giochetti”, e un nonsense creativo sta assumendo connotati sociali.

Ad Hollywood una manifestazione ha visto un momento di planking sotto gli occhi increduli della polizia con tanto di ripresa ed immediato fenomeno virale con decine di migliaia di visualizzazioni su You Tube.

Insomma a chi ha gridato al fenomeno come un nuovo sport insulso, pericoloso e figlio della noia di una generazione FB, bisogna mostrare nuove forme di comunicazione social e la potenza di queste performance.

 

Il Gatto con gli stivali e gli spot parodia [VIDEO VIRALE]

Conosciamo tutti il “Gatto con gli stivali“. Intere generazioni sono cresciute coi racconti di questo felino fuori dall’ordinario, che per secoli sono state tramandate sino ad essere racchiuse nelle fiabe dei Fratelli Grimm e in quelle di Perrault. Fino a quando, nell’era dell’intrattenimento digitale, dopo essere stato protagonista di un paio di film d’animazione, il celebre gatto è diventato un personaggio di uno dei più grandi successi cinematografici degli ultimi anni, “Shrek”. Insomma, oramai sappiamo proprio tutto di lui.

Tuttavia, la DreamWorks ha deciso di dedicargli uno spin off, che uscirà nelle sale il prossimo 4 novembre, e rappresenta in sostanza il prequel di Shrek, narrando le avventure che hanno alla fine portato il gatto ad incrociare la strada dell’orco verde.

Verosimilmente la casa di produzione si è trovata nella difficile posizione di rinnovare l’interesse del pubblico verso un personaggio ormai stra-conosciuto e stra-utilizzato. La scelta è allora ricaduta sull’utilizzo della parodia. Quella che vi abbiamo mostrato riprende il famoso spot virale di Old Spice che tutti ricorderete. Ma qualche settimana fa DreamWorks ha diffuso un altro promo, sempre in stile caricaturale, che richiamava invece i video promozionali della birra Dos Equis.

I video sembrano funzionare, le visualizzazioni sono davvero numerose. Resta solo da verificare se conducano all’effetto sperato, e cioè portare la gente nei cinema, o se piuttosto invoglino semplicemente gli utenti a riguardarsi quei vecchi ma sempre divertenti spot. Voi cosa ne pensate?

Le Nike Air Mag costano troppo: mai pensato ai Lego?

Dieci giorni fa vi avevamo raccontato della messa all’asta delle Nike Air Mag, le famosissime scarpe indossate da Marty McFly (alias Michael J. Fox) in Ritorno al Futuro.

Dietro questa campagna c’è il lodevole intento di aiutare la ricerca contro il morbo di Parkinson. Il ricavato dell’asta sarà infatti devoluto alla Michael J. Fox Foundation.

Per tutti quelli che non si sono potuti permettere l’acquisto su Ebay c’è una seconda strada per “averle”. Infatti l’artista Orion Pax ha creato un paio di Nike Mag interamente con i Lego.

Evviva la creatività! 🙂

Facebook, cosa cambia con "ricevi gli aggiornamenti" e le "liste intelligenti"

Nelle ultime settimane abbiamo parlato di alcune nuove feature di Facebook (vedi i post: Facebook lancia il pulsante “Ricevi gli aggiornamenti” e Facebook testa le Smart List e si prepara a modificare le Friend List) che avrebbero modificato significativamente l’esperienza interattiva dell’utente, consentendogli un maggiore controllo sul suo news feed e sugli aggiornamenti più interessanti da ricevere.

Con queste nuove funzionalità, il nostro “news feed” diventa inevitabilmente più ricco, ed è quindi più facile perdere news o aggiornamenti di nostro interesse, soprattutto quando non si è collegati per qualche tempo. Grazie ad un articolo sul blog di Facebook a firma Mark Tonkelowitz, engineering manager in Facebook dal 2008, scopriamo altre significative novità legate al pulsante “ricevi aggiornamenti” e al nostro news feed in generale.

Top Story

Se in passato risultava praticamente impossibile concentrarsi sugli aggiornamenti più interessanti in quanto il news feed visualizzava le notizie solo in ordine cronologico, a breve potremo visualizzare un unico flusso di notizie, con le più rilevanti poste in cima.

“When you pick up a newspaper after not reading it for a week, the front page quickly clues you into the most interesting stories. […] Now, News Feed will act more like your own personal newspaper.” / “Quando prendi in mano un giornale dopo che non si è letto per una settimana, la prima pagina ti indirizza rapidamente alle notizie più interessanti. […] Ora, il News Feed agirà proprio come il tuo giornale.”

In pratica, anche se per lunghi periodi di tempo non avremo accesso al nostro social network, non dovremo più preoccuparci di perdere contenuti d’interesse perché Facebook li selezionerà per noi e li mostrerà in cima al nostro news feed, identificati con un semplice triangolino blu posto in alto a sinistra.

I nuovi aggiornamenti pervenuti in news feed dal momento in cui stiamo visualizzando il flusso delle “top stories”, in maniera del tutto simile a quanto già oggi accade su Twitter, verranno collocati in alto e sarà lasciata a noi utenti la possibilità di espanderli o meno.

Appare evidente, in queste immagini, come vi sia un’ulteriore novità anche se solo estetica: gli album fotografici che appariranno nel nostro news feed saranno visualizzati non più come tre foto orizzontali, bensì come è possibile visualizzare nella foto in alto, per un’esperienza visiva più gradevole.

Il nuovo Tiker dedicato agli aggiornamenti di stato

Un’altra importante novità riguarda la soluzione del problema del ritardo temporale del nostro news feed. Forse non tutti sono a conoscenza del fatto che quando ci sono on line troppi amici contemporaneamente, il nostro news feed non è in grado di mostrarci in tempo reale tutti i loro aggiornamenti che, di conseguenza, appaiono sul nostro “wall” con un certo ritardo.

Il nuovo Tiker risolve questo problema, mostrandoci sempre in tempo reale ogni aggiornamento di stato, domanda (posta o risposta), check-in, tag o link pubblicato dai nostri amici. In pratica, è un’evoluzione del Tiker riservato alle App di Facebook di cui parlammo nel post Le novità di Facebook dell’ultimo mese.

Il nuovo tiker dovrebbe essere inserito sopra la chat, con la possibilità di regolare, sulla base dell’ampiezza del nostro schermo, quanto spazio della colonna vorremo dedicare all’uno o all’altro.

Come sempre, il primo pensiero degli sviluppatori è dedicato alla questione privacy. La presenza dei nostri aggiornamenti nel tiker dei nostri amici, infatti, potrà essere liberamente determinata agendo nelle opzioni di condivisione e privacy.