Il Web è la fonte più utilizzata per ricercare informazioni quando ci si deve mettere in viaggio. Tuttavia, che ci si sposti per lavoro o per piacere, la possibilità di visitare la città di destinazione con una persona del posto è un impareggiabile vantaggio che non può essere eguagliato dalla più approfondita ricerca o dalla più organizzata agenzia di viaggio.
Il Web 2.0 è sempre più orientato verso la componente emozionale e il senso di community, quest’ultime capaci di travalicare i confini della Rete per ritrovarsi anche nella vita quotidiana. Un valore aggiunto, individuato già da Coachsurfing, pionere in questo settore, ma interpretato da Triptrotting, portale che propone una nuova idea di viaggio, basata sulle passioni e che, attraverso la piattaforma digitale, consente di arricchire l’esperienza nel mondo “reale”.
Cogliere l’autenticità di una meta straniera non è sempre così facile e c’è sempre il rischio di incappare nei soliti tour turistici, quasi sempre costosi e poco interessanti, per non parlare poi della quasi impossibilità, ad esempio, di individuare al primo tentativo il locale che rispetta i nostri gusti. L’ideale sarebbe avere amici in ogni posto del mondo, o almeno in quelli che ci interessano particolarmente.
Questa l’idea che c’è dietro Triptrotting che permette di creare un network “reale” di persone con gli stessi interessi e che condividono le stesse passioni in ogni parte del globo. Il processo è molto semplice e ricorda un pò i siti di dating on-line: il primo passo è registrarsi e completare il proprio profilo indicando le località già visitate e da visitare ed i propri interessi, sarà poi il portale che grazie ad un preciso algoritmo ( che sembra sia appunto molto simile a quello utilizzato da eHarmony) individuerà le località e le persone con un profilo simile al proprio, espresso in percentuale, disposte a fare da ciceroni.
Un altro punto di forza di Triptrotting è la sicurezza garantita da una “selezione all’ingresso” mirata ad individuare profiliverificati di traveler o local Per entrare a far parte della community di viaggiatori per “passione” è necessario dunque appartenere a un’associazione, un gruppo studentesco, ad un’organizzazione o essere amico “fidato” di qualcuno già presente nel network.
Attualmente sono presenti circa 50 destinazioni e la maggior parte degli utenti sono sopratutto studenti o giovani professionisti desiderosi di viaggiare per il mondo alla ricerca di nuove esperienze e per conoscere nuove culture. A fine viaggio, insomma, si ritorna a casa con molto di più che un semplice souvenir, un amico! E sarà poi possibile recensire la propria esperienza fornendo un prezioso contributo alla community.
L’ultimo contest, Ultimate Adventures, ha portato una ragazza in giro per il mondo: in sole 4 settimane ha visitato 12 città grazie agli altri Triptrotters. Puoi seguire la sua avventura su BlipTV e intanto, preparare la valigia!
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Pierajkhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngPierajk2011-10-12 14:00:022011-10-12 14:00:02Triptrotting, viaggiare per "passione"
L’esilarante viral cat ha trovato un nuovo divertentissimo piccolo amico. '>
Il gatto più virale del Web è tornato a regalarci altre risate, ma questa volta ha un nuovo co-protagonista con cui dividere la scena , che gli darà un bel po’ di filo da torcere. Chi ha dei gatti lo sa bene: se da soli sono terribili, quando sono in compagnia diventano incontenibili…così come diventano incontenibili per noi le risate che ci provocano.
La forza di questo irresistibile personaggio risiede proprio nella verosimiglianza delle situazioni che si trova a vivere nei vari episodi, le stesse a cui assistiamo ogni giorno nelle nostre case. Furbetto, opportunista e determinato nell’ottenere ciò che desidera. Come non rivedere in lui il nostro gatto di casa in carne e ossa (…e tanto, tanto pelo ovviamente!)?
Vi avevamo già parlato della serie di Simon’s Cat e del fenomeno che ha suscitato in questo articolo e di come il Web sia impazzito per lui, ma continua ancora ad essere cliccatissimo e a far parlare di sé … e chissà quante ancora ne vedremo!
Perchè è innegabile: lo adoriamo un po’ tutti e rinunciare al nostro piccolo eroe ormai sarebbe impossibile! 🙂
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Tomokohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngTomoko2011-10-12 13:00:332011-10-12 13:00:33Simon's Cat è tornato con "Double Trouble" [VIRAL VIDEO]
I prodotti ludici per l’infanzia sono da sempre quelli che più si connettono a concetti come creatività ed immaginazione e, da questo punto di vista la Lego ha sempre svolto il ruolo di mattatore. La casa dei mattoncini componibili più famosa del mondo anche per le sue operazioni di comunicazione ed advertising da sempre offre un ventaglio di opzioni praticamente infinito e questa volta portiamo alla vostra attenzione una ventina di esempi di comunicazione creativa con cui un prodotto può diventare parte integrante dell’immaginario collettivo.
Legolize your Wold.
I primi tre esempi sono dei poster pubblicitari che possiamo trovare in prossimità di stazioni ferroviare, della metro o dell’autobus nelle grandi capitali europee. Presentano la caratteristica di riprendere uno spazio esistente della zona in cui vengono affissi aggiungendo particolari lego. Personaggi, strutture et similia tutti fatti di mattoncini, un’integrazione del mondo Lego in quello reale.
Lo slogan “imagine” è un modo accattivante per vedere questi adds come una sorta di filtro che rende il reale come immaginifico, il tutto sotto la prospettiva di gioco che accompagna i più piccoli (e non solo) da generazioni.
Parole crociate made in Lego.
Il secondo blocco è una sorta di doppio gioco, vediamo infatti come pezzi di lego vengono disposti come alcuni giochi di parole che si trovano nelle rubriche di enigmistica, come se i mattoncini si sostituissero alle parole e diventassero esse stess un linguaggio fatto di gioco e di immaginazione.
La storia ed il reale secondo il modello del mattone.
I poster che abbiamo appena visto seguono per certi versi il filone del primo blocco, sono interazioni tra il mondo Lego e quello reale. I’interagire di questi ultimi è pero differente, in questi casi infatti vediamo come da un lato si vuole “attualizzare” il prodotto rendendolo parte del reale e non più spingere all’immaginazione a partire dal reale stesso.
Nei poster “storici” poi c’è un’altra forma di immaginazione, ovvero quella dell’anticipazione dell’evoluzione tecnologica. Difatti possiamo notare come gli oggetti di mattonici (il telefonino, la lampadina a risparmio energetico e le pale eoliche) siano totalmente fuori contesto nei termini di linea temporale. Questa scelta assieme allo slogan “costruttori del domani” fanno confluire i concetti di gioco e creatività con quelli di progresso e di futuro, il tutto senza contare quanto da un punto di vista scenografico la cura dei dettagli nella ricostruzione degli ambienti degli anni 70 e 80 strizzi l’occhio a coloro che sono stati i primi fruitori del prodotto, i figli di un tempo che hanno costruito il futuro e sono genitori dei bimbi di oggi e di domani.
Fantasy plus Fantasy, quando due miti si incontrano.
In questo quartetto due icone degli anni 80 si incontrano. Ai Lego si affianca la saga di Guerre Stellari. Possiamo notare come l’ambientazione sia decisamente scarsa, l’attenzione è tutta volta alla rappresentazione in chiave ironica e ludica di alcune scene tratte dalla seconda trilogia della saga di George Lucas. Un modo divertente ed innocente di ricostruzione non del mondo reale ma di un mondo altrettanto immaginario, un salto nel buio verso la fantasia più spinta.
Think Lego, Be Lego.
Il penultimo blocco di poster che vediamo qui riportato è da definirsi come marketing più convenzionale, sebbene i metodi di espressioni siano del tutto originali. Si parte dal claim ovvero “puro cibo per la mente”, glorificando la capacità anche in ambito educativo e cognitivo dell’utilizzo di questo tipo di giochi. La rappresentazione di quest’idea è pero del tutto nuova, perchè ancora una volta il reale si confondo con la fantasia e con la metafora, potendo osservare vari tipi di cibi tutti costituiti da elementi di Lego.
Anche l’ultima foto con l’attrezzo ginnico e lo slogan “esercita la menta dei tuoi figli” risponde a questo doppio gioco testuale-visivo, un espediente molto ben riuscito che lega assieme più aspetti del processo creativo.
Lego: more than meets the eye.
Quest’ultimo blocco ha come target di riferimento un pubblico anche più adulto rispetto a quello standard dei mattoncini danesei (dai 2 ai 10 anni N.d.R.). Difatti mostra come gli stessi elementi di una costruzione possano diventare anche qualcosa di diverso, sulla scia del filone “Lego Technic”, prodotto over 11 che fa della complessità delle costruzioni e delle duplicità delle stesse un fattore identitario.
Il messaggio in realtà è anche più ampio, strizza l’occhio non solo al target dei prodotti Technic ma allo stesso tempo veicola quello che è uno dei motti dell’intera azienda, ovvero di creare a partire dagli elementi di base, oggetti e costruzioni sempre nuove, come se il prodotto pur rimanendo uguale a se stesso non sia mai lo stesso ma sia in continua evoluzione.
L’autore del blog Olybop, un webdesigner freelance di Nantes dall’identità piuttosto misteriosa, ha creato appositamente per un suo post dei poster minimalisti raffiguranti alcuni eroi e non dei film più conosciuti, ma la particolarità di queste illustrazioni sta nel fatto che per farlo si è ispirato alla tecnica della pixel art utilizzando di base le famosissime costruzioni con cui tutti sicuramente abbiamo giocato da piccoli, i lego.
La pixel art è una forma di arte digitale. Si tratta di una tecnica per costruire immagini che segue le orme della corrente del divisionismo (pointillisme), il cui maggior esponente fu Georges Seurat. La differenza più evidente è che, invece di utilizzare un pennello, si utilizza il mouse e un software di grafica raster. Questa tecnica trova sostenitori tra i nostalgici dei giochi anni ottanta (dove i primi esempi di pixel art appaiono per necessità, date le limitate risorse grafiche a disposizione) ma soprattutto nel web, in quanto permette di creare belle illustrazioni con pochi colori e quindi molto veloci da caricare in una pagina web.
E ovviamente i lego sono la scelta migliore per rappresentare la la pixel art, e voi che ne pensate?
Io lo ammetto, tornerei molto volentieri a giocare con i lego, e voi lo fareste? 😉
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Kyliahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngKylia2011-10-12 10:00:262011-10-12 10:00:26Lego e supereroi nei poster minimalisti di Olybop
Le campagne di advertising che si sviluppano su immagini di solito sono uno scoglio molto arduo per un creativo. Per una ragione assai semplice: l’unicità della rappresentazione e la sua staticità ostacolano da un punto di vista formale il raccontare un prodotto. L’attenzione viene quindi rivolta al claim della campagna, lasciando quindi grande responsabilità al copywriting, così come ad una scelta di impatto in termini di fotografia.
In altre parole il racconto viene sostituito dalla semplice intenzione di far volgere lo sguardo da parte degli utenti, la messa in scena di un prodotto e la sua diffusione vengono lasciate ad un secondo livello di lettura, allorquando si è riusciti con qualsiasi mezzo scenico a catturare l’attenzione.
In questo senso Mercedes, con la sua campagna “Left & Right brain” mette in atto una sorta di salto mortale triplo in termini di gestione e raffigurazione del brand.
Andremo con ordine, presentando tre visual della campagna in relazione ai piani di analisi che abbiamo scelto per voi.
1) L’inversione di significato, il testo come certificazione di identità
Partiamo da ciò che risulta evidente anche ad uno sguardo più superficiale : “ma dov’è la Mercedes ?”
La prima novità di questi poster è l’assoluta assenza di un prodotto della casa tedesca e la messa in angolo del logo dell’azienda (cosa di cui ci occuperemo dopo), l’intenzione non è quella di promuovere un prodotto o di idolatrare il brand di casa a Stoccarda, qui è il conducente che viene promosso a protagonista della storia che si vuole raccontare.
Di qui la scelta di usare il cervello umano come palcoscenico, una visione introspettiva dell’essere umano e del modo di porsi nella sua esistenza, con un particolare accento sul contrasto tra raziocinio-creatività, il cui scopo ultimo è quello di esporre le peculiarità del marchio e l’identificazione tra utente e brand.
Come molti sanno i due emisferi del cervello presiedono a diverse funzioni motorie e cognitive e la predominanza di una parte sull’altra (come ad esempio nella popolazione mancina) fornisce un identikit di massa sugli aspetti caratteriali che contraddistinguono gli emisferi stessi.
Nell’immagine proposta vediamo come la parte sinistra del cervello venga descritta come qualcosa di razionale appunto, statico, predefinito, calcolatore. Tutte qualità che per quanto apprezzabili nella vita di tutti i giorni mal si conciliano con l’idea che Mercedes vuole dare di sè. L’intento di descrivere le qualità del brand viene sviscerato nella descrizione della parte destra del cervello, un suggerimento rispetto alla superiorità delle caratteristiche di quel conducente e quindi, di rimando, del marchio tedesco.
Senza voler dilungarci troppo vediamo come la scelta delle parole per la parte destra della campagna (versante dove guarda caso viene posto il logo Mercedes proprio per le intenzioni cui facevamo accenno poco fa) poggi sull’istinto, la creatività, il coraggio, la passione, il buon gusto, l’immaginazione. E’ palese come il poster invogli il conducente a voler essere quel tipo di driver e quindi, ad apprezzare quel tipo di vetture.
2) La parola diventa immagine e colore, il contrasto ego/alter nel racconto
Ecco il nostro secondo esempio, del tutto simile al primo per schemi e concezione ma che analizzeremo sotto una diversa prospettiva.
Ci occupiamo infatti della messa in scena vera e propria del racconto, di come la campagna sfrutti tutti i linguaggi non verbali per attivare il processo comunicativo.
Innanzitutto la scelta stessa di uno soggetto diviso: questa scelta porta con sè tutto un bagaglio precostituito che induce chi guarda a scindere tra categorie di genere in contrapposizione, giusto e sbagliato, bello e brutto, noioso ed interessante etc etc.
Di qui il raccordo tra testo ed immagine perchè notiamo di primo acchito come tutto ciò che deve ricongiungersi al marchio e alle sue caratteristiche sia associato ad istantanee che puntano l’accento sul movimento, la fluidità qualcosa che esca dalla costrizione delle due dimensioni ed acquisti una sua solidità. Alla parte sinistra, quella sbagliata, viene invece conferita tutta una serie di costruzioni monotone e monocorde, prive di spazio e di interesse, utilizzando numeri sequenziali privi di apparente significato ed in alcuni casi la quadrettatura come rappresentazione di costrizione ed intrappolamento.
A corredo di questa scelta anche il colore e la sua assenza offrono il destro alla storia, basta osservare come il nero ed il grigio, tonalità che suggeriscono il lutto, la noia e la regressione, la facciano da padrone nella parte sinistra del cervello mentre nella destra vi è una vera e propria esplosione di gioia attraverso tonalità accese e tutte diverse tra loro. In questo senso anche il colore è “giusto”, anch’esso concorre in quella costruzione immaginaria del mondo Mercdes che la campagna si prefigge attraverso questa rappresentazione.
3) L’attribuzione di senso attraverso lo spazio e la posizione
Veniamo adesso a tutto quello che riguarda le scelte di posizione scenica della campagna Left & Right brain.
La coerenza messa in atto rispetto ai due capitoli precedenti è totale e sfrutta tutta una serie di regole di attribuzione di senso e significato propria delle arti pittoriche, in particolare della rappresentazione delle immagini sacre del medioevo.
Primo aspetto, la centralità e la simmetria. Studi di analisi delle immagini provano che nell’osservazione di un ritratto o di un oggetto rappresentato in 2d l’attenzione dello spettatore è all’85% nella zona centrale dello stesso. Capiamo quindi perchè Left e Right con le didascalia a corredo sono posti proprio in quella posizione dello “schermo”, fungono da specchietto per le allodole, una sorta di richiamo come introduzione alla storia.
Anche la simmetria dell’immagine è una scelta oculata, deve richiamare ad una divisione equa dell’esistenza, inoltre fa riferimento ad una abitudine inculcata in tutti noi sin dall’infanzia, ovvero la stipula di una lista. A tutti è capitato di analizzare un gruppo di persone dividendoli in buoni e cattivi per esempio, o redigere un elenco di pro e contro rispetto ad una data decisione da prendere.
Ecco perchè il cervello diviso in due è trattato da un punto di vista spazio-temporale allo stesso modo, deve indurre lo spettatore a dividere tra bene e male, tra ciò che va acquistato oppure no, tra ciò che si è e ciò che non si vuole essere.
Secondo aspetto, il movimento e la gestione di scena. Con questo ultimo aspetto vogliamo fugare ogni dubbio rispetto ad una scelta che sembrerebbe perdente rispetto alla campagna ma che in realtà si rivela perfettamente correlata a tutte le altre in questi poster pubblicitari.
Ad un occhio attento infatti non sarà sfuggito come il logo della Mercedes sia messo in disparte, suggerendo come sia un errore in termini creativi giacchè sopra ogni altra cosa è il brand ed il suo prodotto che devono avere spazio. In realtà questo è il frutto di una analisi dei quadranti di scena che viene utilizzata da sempre nelle arti pittoriche e che anche qui viene utilizzata con una certa sapienza.
Immaginando di dividere lo schermo in quadranti è noto come la zona in basso a destra sia quella volta al movimento ed al futuro (provate ad immaginare una rappresentazione in geroglifici egizi per esempio, la storia si svolte tutta da sinistra verso destra). Non è solo una approssimazione della scrittura occidentale ma una vera e propria ricerca di movimento in uno spazio fisso, ecco perchè il marchio si trova in quella posizione, la Mercedes deve essere il punto di approdo dell’utente che osserva il racconto e ne deve trarre le sue conclusioni.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Hikari-Kunhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngHikari-Kun2011-10-12 09:00:302011-10-12 09:00:30Mercedes 2011: il genio alla guida del visual storytelling
Con Skype sul tuo iPhone, iPod touch o iPad puoi chattare e chiamare altri utenti Skype, dovunque essi siano. Puoi inoltre risparmiare sulle chiamate e sugli SMS all’estero. Skype è gratis e facile da scaricare e usare. Puoi chiamare su reti 3G e lasciare Skype in esecuzione in background.
I ninja vi hanno raccontato già qualche mese fa di questo interessantissimo esperimento di crowdsourcing fotografico realizzato per la canzone “Wetsuit” dei The Vaccines. Ora il video è stato finalmente completato, e il risultato è davvero piacevole!
Oltre che una soluzione davvero creativa, questo progetto si rivela essere molto efficiente sul piano del marketing: al di là dei benefici economici, far partecipare i fan alla realizzazione del video musicale, oltre che coinvolgimento ha creato anche attesa per il video stesso, di cui quindi si conosceva l’esistenza, o per lo meno la futura esistenza, ancor prima che questo venisse diffuso. E ciò vale potenzialmente non solo per i follower della band, ma anche per gli appassionati di Instagram che possono essersi interessati al progetto per vie e motivi più o meno trasversali! Beh, non male come idea, no?!
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Elena Silvi Marchinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngElena Silvi Marchini2011-10-11 17:00:522011-10-11 17:00:52Wetsuit, il video dei Vaccines creato con Instagram [VIDEO]
Evernote trasforma iPhone, iPod Touch e iPad in un’estensione del vostro cervello, aiutandovi a ricordare qualunque cosa accada nella vostra vita. Da note e idee, a foto e registrazioni, mettete tutto in Evernote e lo sincronizzate all’iPhone, al desktop Mac o a Windows.
Caratteristiche principali di Evernote:
● Creazione di testo, foto e note vocali
● Sincronizzazione automatica delle note con Mac, PC e Web
● Possibilità di eseguire ricerche del testo nelle foto istantanee
● Contrassegnate le note come “Preferiti”, per un rapido accesso
● Tutte le note includono informazioni sulla posizione geografica per visualizzare mappe ed eseguire ricerche
✶ Funzionalità Premium: Sincronizzazione dei file – aggiunta, sincronizzazione, accesso e condivisione di file (PDF, Word, Excel, PPT e altri) tra le diverse versioni di Evernote utilizzate
Vi siete mai chiesti quanto influisce la scelta della Font nell’ideazione di un logo? E se quello stesso logo, con una font leggermente diversa, avrebbe ancora lo stesso impatto?
Adam Ladd di Ladd Design ha immaginato proprio questo: come apparirebbero i loghi più famosi se per crearli avessero utilizzato le classiche Fonts commerciali che tutti abbiamo sul pc, invece di crearne di nuove e originali. Dopo aver dato un’occhiata agli esempi proposti da Ladd, concorderete tutti che solo i designer che non si accontentano delle font standard, ma sanno come scegliere, creare o modificare un carattere possono trasformare una semplice scritta in un segno distintivo del Brand!
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Katsumihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngKatsumi2011-10-11 15:00:492011-10-11 15:00:49Logo Design: usare Font originali fa la differenza!
Vuoi fare Carriera nel Digital Business?
+100.000 professionisti e 500 grandi aziende hanno incrementato i loro Affari grazie a Ninja.
Non aspettare, entra subito e gratis nella Ninja Tribe per avere Daily Brief, Free Masterclass e l’accesso alla community di professionisti.