
1.Vision
“Vuoi trascorre il resto della tua vita vendendo acqua zuccherata, o vuoi una possibilità di cambiare il mondo?”, per cirarlo. La risposta suggerisce di essere preparati. Cosa significa? Prevedere il futuro. Ovvero studiare il mercato, imparare a (ri)conoscere i progetti che in virtù di esso stanno in piedi, organizzarne al meglio la stratega di inserimento. Il contesto della nostra vision non è prevedibile, in realtà, perchè viviamo un mondo di sorprese: l’unico modo per prevedere il futuro è crearlo.
2.Mission
Corrisponde in gran parte all’idea. Essa è frutto di diversi fattori: motivazione, genio, tecnica, maturità, serendipity, cultura del fallimento. Su questo si è lungamente speso pochi giorni fa Guy Kawasaki sul suo profilo Google+, in un post intitolato “Cosa ho imparato da Steve Jobs”.
3.Team (+ scelta di Mentor, Partner ed Investitori)
Una caratteristica particolare della leadership di Jobs aveva a che fare con la sua smisurata ambizione: sosteneva il bisogno di doversi confrontare con persone professionalmente sempre superiori. Secondo una scuola di pensiero (si veda: G. Kawasaki, L’arte di partire bene), non andrebbe scartata l’ipotesi di scegliersi candidati con grossi punti di forza pur avendo forti punti deboli.
Infatti, un team in possesso di competenze elevate e diversificate è esattamente ciò di cui ha bisogno la startup, perché ha scarse risorse a partire dai membri che la costituiscono. Non c’è spazio per gli esuberi e farsi spaventare dai punti deboli corrisponde ad una tendenza alla mediocrità.
Quando Apple entrò nella fase corporate, diede vita al Fellows Program, per cui dipendenti particolarmente straordinari per contributo tecnico o carismatico all’interno del mondo informatico ottengono un riconoscimento dall’azienda, per mezzo dei quali, cioè, si rende capace di realizzare i suoi obiettivi.
Lo scopo finale è che “Apple non costituisce grandi team per lavorare su ogni singolo prodotto, piuttosto assume poche persone, ma molto intelligenti, in grado di lavorare su diversi progetti e di spostarsi da un progetto all’altro in base alle esigenze”.
Ma se state accarezzando narcisisticamente i vostri difetti, chiedetevi: sono perfettamente qualificato? Valuto gli altri rispetto a standard superiori di quelli utilizzati per me stesso? Se le risposte non sono affermative, meglio mettersi a lavorare: un team perfetto è ciò che renderà possibile la realizzazione dei punti 1 e 2.
4.Competitors
“Sfortunatamente, la gente non si sta ribellando contro Microsoft. Non conoscono niente di meglio”: l’insegnamento in questo caso sta nel sapersi far riconoscere dai propri clienti all’interno del mercato che conquistiamo.
Il posizionamento consiste nel saper individuare e scegliere la propria nicchia a cui dare risposte concrete sulla base del valore del prodotto o del servizio che offriamo e sulla capacità che abbiamo di fornirlo. Generalmente pensiamo di dimostrare la nostra conoscenza n materia sui nostri bei assi cartesiani in cui la nostra impresa si trova sempre in alto a desta (forse perché il mercato è grande e non ci sono competitor?).
Quando avremo imparato il senso di questa istruzione, allora sarà possibile affermare qualcosa come "Presto esisteranno due tipi di persone: quelle che useranno dei computer e quelle che useranno Apple”. Il nostro business plan prevederà dettagliatamente tale analisi.
5.Packaging e tecniche di pitching
Basta vedere le presentazioni dei prodotti a Cupertino per farsi un’idea completa della cultura aziendale di Apple sotto la guida di Jobs. La capacità di parlare in pubblico e tenere una presentazione secondo particolari modalità corrispondono in questo caso all’importanza per il design, la forza dei risultati di qualità ottenuti, l’attenzione per la giusta capacità di presentazione e persuasione sono sempre stati in perfetta sintonia con il prodotto.
Jobs ha insegnato ad usare la fantasia, a sognare grazie all’applicazione tecnologia. Bisogna riconoscere come abbia cercato nel proprio caos interiore, tutte quelle regole da ribaltare, assumendosi un grande rischio.
Generalmente i manuali che insegnano ad ottenere dei risultati sostengono la tesi inversa: cioè dare importanza alla funzione, non alla forma e studiare i background dei grandi imprenditori di sempre per scoprire che non erano nati per creare un’azienda da svariati miliardi di dollari, oltre a riproporre un metodo già collaudato.
Jobs ci ha lasciati con un consiglio diverso: esserci. Essere le persone giuste al momento giusto.
Mi piace poter lasciare il discorso aperto, concludendo questo post con lo spot omaggio della Apple, nella versione italiana doppiata da Dario Fo: Think Different.












