Abito: Shrinkage Design - Photo: Sara Ferraris
Ci sono eventi che tutti aspettano, appuntamenti da non perdere nel panorama nazionale. Arrivano una volta l'anno e bisogna prepararsi al meglio, soprattutto bisogna esserci!
Il Fashion Camp rientra tra questi: è un appuntamento strutturato come un barcamp di due giorni che mette a confronto il mainstream della moda, chi sperimenta nuove tecnologie, i fashionbloggers, gli stilisti esordienti, chi si impegna con la moda etica e chi progetta nuove idee per il futuro per una condivisione ed un arricchimento attraverso workshop, presentazioni e collaborazioni.
Il futuro della moda si incontra a Milano il 10 e 11 giugno prossimi e noi, per prepararvi al meglio per l'occasione, abbiamo deciso di pubblicare dei post dedicati.
E per cominciare, ecco l'intervista ad Arianna Chieli, Direttrice Artistica dell'evento.
Pronti? :)
Ciao Arianna! Questa è la seconda edizione del Fashion Camp: cosa vi aspettate in più rispetto alla prima?
La prima edizione è stata una sorta di numero zero, essendo la prima assoluta per tutti. Dovevamo capire se un evento come questo, che a New York ha avuto sponsor enormi e massicce adesioni, poteva funzionare su un tessuto come quello italiano.
La risposta è stata positiva: abbiamo avuto 800 persone che sono intervenute, ma avevamo dei limiti strutturali.
Quest'anno la location è più prestigiosa, è l'ex Ansaldo, il luogo deputato dal Comune di Milano per gli eventi e la creatività. C'è stata un'adesione molto più forte anche a livello di media partner, per cui ci aspettiamo molte più persone.
Anche a livello di contenuti abbiamo lavorato moltissimo, per fornire dei contenuti veri e per dare alle persone lo spazio giusto per veicolarli (tra l'altro ci sarà anche uno stage di burlesque :) ).
Crediamo fortemente che la democratizzazione del fashion passi anche da eventi come il nostro. Tutto questo in una città come Milano in cui il 5% del Pil è dato dalla moda.
Tecnologia e stile: cosa ne pensi della tecnologia indossabile?
La trovo una cosa molto interessante. Soprattutto perché la parte geek delle ragazze si sta ampliando notevolmente, quindi c'è un mercato ancora non coperto.
Poi bisogna tenere d'occhio i passi in avanti che si stanno facendo con i materiali innovativi: per esempio una società fiorentina sta lavorando molto su delle t-shirt che riescono a monitorare il battito cardiaco dei cardiopatici, permettendo loro di vivere una vita normale che altrimenti non potrebbero vivere.
Come una professionista vede l'avanzata dei blogger?
Io credo che sia un processo naturale. L'avere un tesserino da giornalista non mi rende più brava di un blogger. Semplicemente è un altro mezzo di espressione: mentre prima, non essendoci i blog non avevi la possibilità di esprimerti (a meno che scrivevi il tuo diario personale), oggi c'è una maggiore democratizzazione e più possibilità per tutti.
Detto ciò sarà il tempo a fare una "selezione" tra chi è capace e chi no. Personalmente trovo molto poco interessanti i blog in cui una ragazzina si fa una fotografia e la posta, mentre trovo molto più interessanti i blog che indagano le tendenze, che raccontano ed esprimono opinioni.
In Italia c'è molto da questo punto di vista.
Facebook, social network, blog: stanno avendo lo stesso effetto che ha avuto Myspace per i gruppi emergenti anni fa?
Credo che Facebook sia stata una rivoluzione molto forte, anche se ora uso più Twitter perché lo trovo a me più congeniale. Però in effetti è il cambiamento, qualcosa che ti permette di farti sentire da tutti. Sia per il singolo stilista emergente che per i grandi gruppi, i quali forse non hanno ancora ben capito come si gestisce la conversazione.
Una cosa che mi piace ricordare è il convegno Digital influence: from Couture to Conversation (dove tra l'altro sarà presente anche il nostro Direttore Mirko) che si terrà al Fashion Camp, dove si discuterà di questi temi: le nuove dinamiche del mercato, i nuovi rapporti con le persone nell'era dei social media, i brand che ancora non sono entrati nell'ottica giusta per quanto riguarda il rapporto con le persone.
A proposito: cosa ne pensi del caso Patrizia Pepe di qualche settimana fa?
Naturalmente è più semplice vestire una modella magra, ma grazie a Dio noi donne le forme le abbiamo. Per cui l'imposizione di un diktat che produce effetti devastanti è semplicemente sbagliato: le donne sono belle come sono, con le loro forme, per cui trovo un autogoal mettere una modella così magra.
Per quanto riguarda la gestione del caso, è stata fatta con improvvisazione , cioè senza avere figure capaci di gestire una comunicazione globale come quelle che sono richieste sui social. Per cui, più che una cattiva volontà, credo ci sia stata una mancanza di esperienza alla base dell'atteggiamento.
Quanto si sente geek la Direttrice Artistica del Fashion Camp?
Sono geek ma non sono schiava della tecnologia, sono iperconnessa perché mi piace "chiacchierare" e sono in Rete in pratica dal 1998. Mi sento a mio agio e mi reputo anche fortunata e grata di vivere in un periodo come questo. Le nuove tecnologie che pervadono la nostra vita è un aspetto che condivido in pieno.
Quali device usi e porti sempre con te?
Sono Mac addicted: ho un iPhone, un iPad, un MacBook ed un MacBook Air. Per me la tecnologia è user-friendly ed i prodotti Apple sono quelli che rispecchiano questa filosofia.
Ringrazio Arianna per l'intervista. :) E vi ricordo che l'appuntamento è per il 10 e 11 giugno a Milano. Vi aspettiamo per una due giorni stupenda!