La lotta alla pirateria è possibile, basta venirsi incontro
La lotta alla pirateria è sempre all'ordine del giorno, tra limitazioni di banda alle piattaforme p2p e procedimenti giudiziari infiniti contro i creatori di siti come The Pirate Bay. Voglio segnalarvi l'iniziativa di venti ragazzi, provenienti da vari paesi del mondo, che si sono trovati insieme in occasione di un workshop sull'argomento alla Lift Conference del 2011, il 3 febbraio.
Tutti avevano delle cose in comune: la passione per i film/telefilm e la difficoltà di procurarseli in maniera legale. Non sempre si può un attimo andare in videoteca, e non sempre si trovano i contenuti desiderati sulle piattaforme come iTunes o NetFlix (anche perchè, molto spesso, queste ultime offrono contenuti con l'audio doppiato, e per gli amanti di alcuni generi, me compreso, questo rappresenta una cosa orrenda). Inoltre, diciamocelo, i prezzi non sono esattamente bassissimi... e allora il passo è breve: Torrent, sottotitoli e dopo un po' di tempo è come essere al cinema.
I venti non hanno fatto altro che una semplice riflessione su questi problemi, e sono giunti ad una soluzione, che a me sembra molto ragionevole: è giusto pagare per avere dei contenuti, ma è anche giusto che ci siano dei vantaggi per chi acquista legalmente se si vuole combattere veramente la pirateria. Ed allora hanno elaborato tutti insieme una serie di linee guida da seguire rivolte ai fornitori dei suddetti contenuti, dal titolo Don't make me steal, che significa appunto Non fatemi rubare.
Le linee guida del Manifesto
La premessa è molto eloquente:
"PROMETTO di non scaricare mai illegalmente un film se ci fosse un'alternativa legale che seguisse le linee guida di questa pagina".
Riassumendo, i prezzi dovrebbero essere più accessibili e proporzionati in base a quelli degli spettacoli al cinema, una volta acquistato un contenuto esso dovrebbe essere utilizzabile in tutte le lingue e fruibile con tutti i tipi di dispositivi multimediali (computer, televisore, tablet o smartphone), le date di uscita dovrebbero essere conformi a quelle delle sale cinematografiche (quanto è frustrante aspettare mesi e mesi perchè un titolo esca in dvd?), infine il tutto dovrebbe essere DRM-Free, cioè privo di Digital Rights Management.
Il Manifesto è disponibile nella versione italiana (curata da me tra l'altro) a questo indirizzo, e si può firmare direttamente dalla poltrona (finora lo hanno fatto circa 11.000 persone). Se pagassero tutti, potremmo pagare tutti molto meno e, diciamolo, forse saremmo anche felici di pagare.
Che dite, non potrebbe essere una riforma inserita nell'Agenda Digitale di un paese civile? E allora, firmate anche voi!