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Vi chiederete cos'abbia di speciale quello che, all'apparenza, potrebbe sembrare semplicemente un video archivio online. Da appassionata di cinema vi risponderei che il prezzo contenuto per l'accesso ai film è un incentivo che suscita interesse, ma al di là dei motivi commerciali e di quelli qualitativi, è la struttura stessa di Mubi ad essere significativa.
Il motto del progetto è "watch, discover, discuss" ed in effetti non si sarebbe potuto rendere in modo chiaro il ventaglio di possibilità offerte da quello che si configura con un vero e proprio social network dell'audiovisivo.
Innanzitutto ciascuno dispone di un proprio profilo, visitabile dagli altri e dotato della possibilità di aggiornare il proprio status e renderlo noto a tutti (peraltro si può effettuare il login con Facebook Connect e condividere anche lì le proprie attività). La dimensione sociale di Mubi, inoltre, è potenziata da vari forum e dalla possibilità, ad esempio, di fare nuovi contatti grazie al "linking" dei film preferiti. Ovviamente si possono pure avanzare richieste particolari per l'inserimento di vari titoli o si può fruire - per eventi come Cannes - di contenuti specifici.
Come se non bastasse, Mubi ha stretto accordi con Sony per l'approdo su Playstation Network di un'applicazione che consenta l'accesso alla piattaforma e dunque la fruizione sul proprio televisore. La stessa Sony d'altra parte ha lanciato da poco la sua Internet TV, rendendo di fatto i nostri schermi delle periferiche di accesso a contenuti personalizzabili e condivisibili.
Sempre più, evidentemente, la TV mira a diventare qualcosa di maggiormente complesso e a ridefinire costantemente i suoi confini, anche attraverso strumenti - come le console - nate con intenti del tutto differenti.
Pensiamo a Google TV, di cui vi avevamo detto qui, e al suo lancio previsto per Natale: riusciamo davvero a fare a meno dell'accesso Web o bisogna forse ripensare la fruizione televisiva in termini di accesso ad un database online potenzialmente amplissimo?
Il successo di servizi come Mubu sembra testimoniare che in effetti è questa la via della fruizione futura. Volete restare indietro?