Ebbene si, come tutte le cose belle, anche il Capri Trendwatching Festival si è purtroppo concluso. Sono passati già alcuni giorni, ma abbiamo ancora negli occhi – e nelle orecchie - le belle parole ascoltate, le splendide immagini viste e le tante persone conosciute nel corso della tre giorni.
Siamo sbarcati sull’isola nella mattinata di giovedì, dopo un viaggio lungo e non troppo agevole a causa del mare non proprio calmo e con il cielo che minacciava tempesta. Dopo un breve riposo, eccoci alle 15 pronti per la partenza dei lavori. Ed è stata una partenza col botto, visto che la prima presentazione, quella di Elena Marinoni, è stata fra le più interessanti di tutta la manifestazione. La direttrice artistica del Festival ha infatti presentato gli spunti più interessanti emersi dall’osservatorio di Trendwatching Internazionale “Tomorrow. Now”. Con l’aiuto di alcuni dei trendwatcher che hanno monitorato le 21 città chiave, sono state evidenziate alcune tendenze che hanno riscontri in diverse realtà globali, a volte molto distanti fra loro. Si tratta di trend ricorrenti come il ritorno alla nostalgia, che porta alla nascita di locali simili a quelli del passato; o l’intimacy, voglia di casa, di domesticità e fautrice di fenomeni quali gli House Concert. Alcuni dei temi evidenziati, inoltre, sono stati oggetto di tavole rotonde nei giorni successivi che hanno toccato le aree Supergreen, Daily Aesthetics e Urban Signs.
Successivamente è stata la volta di uno dei personaggi più attesi: Li Edelkoort. La nota anticipatrice di mode, conosciuta per il grande “fiuto” rispetto alle tendenze e per l’essere costantemente avanti sui tempi, ci ha fatto dare uno sguardo al futuro. Sfruttando una suggestiva metafora acquatica, la trend hunter olandese ha mostrato una curatissima presentazione che anticipava forme e colori di quella che sarà la moda sulle passerelle fra un paio d’anni. Non resta che aspettare, e vedere se le sue previsioni saranno giuste...ma c’è da scommetterci, visti i precedenti del personaggio in questione!
A chiudere la giornata Fulvio Carmagnola, con le sue riflessioni tra cultura e mercato. Il filosofo e docente dell’Università degli Studi di Milano Bicocca si è distinto come uno dei protagonisti del Festival non solo con il suo intervento, ma anche durante gli appuntamenti dei giorni seguenti con spunti sempre attenti e stimolanti.
Terminata l’ultima lecture, arriva un altro momento atteso: il cocktail party Campari, dove i Negroni si sprecano e sul quale quindi è meglio sorvolare velocemente. Meglio parlare dell’ottima cena al Quisisana (ma tutti gli eventi “collaterali” al Festival saranno degni di nota), seguita dal giusto riposo.
Il venerdì i lavori iniziano di buon’ora. Noi Ninja arriviamo, anche se in extremis, in tempo per seguire l’interessante dibattito sul tema SuperGreen. Mario Cucinella, Marco Roveda e Patrizia Martello danno vita, con la moderazione di MariaLuisa Pezzali di Radio 24, ad un discussione su temi che spaziano dal riscaldamento globale alla scena italiana della sostenibilità per arrivare al quotidiano con i “green lifestyles”, ovvero i comportamenti eco sostenibili che tutti dovremmo adottare, ovviamente in maniera consapevole e non soltanto per moda, come sottolinea Fulvio Carmagnola.
Conclusa la tavola rotonda, cresce l’attesa per uno degli eventi del Festival: la lecture di Bruce Sterling. Noi Ninja abbiamo la fortuna, prima dell’intervento pubblico, di avere la possibilità di un’intervista esclusiva con Bruce, che vedrete presto su questi schermi. A dire il vero, l’intervista ed il successivo incontro con la stampa offriranno spunti anche più interessanti della lecture, piuttosto generica e divisa in cinque punti. Il romanziere americano parte dalla “Nuvola”, metafora con cui definisce Internet, per passare poi a concetti come il web al cubo, successore del web 2.0, all’Interent delle cose e a quello degli schermi, concludendo con l’augmented reality che Sterling considera una tecnica ancora inesplorata e dalle enormi possibilità, delle quali a malapena oggi ci rendiamo conto.
La giornata si conclude con l’intervista di Maria Luisa Frisa e Angelo Flaccavento al Fashion Designer olandese Walter van Beirendonck, che parla fra le altre cose di come il rifiuto di etichette sia un veicolo della libertà di identità e dell’evoluzione del corpo, prima di mostrare alcuni dei suoi lavori, sempre estremi e al limite della provocazione.
La serata è a carattere culturale, con una suggestiva visita ad Anacapri, tra la Casa Rossa, il pavimento della chiesa di San Michele e delle gustosissime pizzette che fanno da preludio all’ottimo buffet dello splendido Capri Palace.
Il tempo vola e siamo già arrivati all’ultima giornata, che si apre così come si era conlusa quella precedente, ovvero parlando di moda. Il tema della tavola rotonda del sabato sono le estetiche quotidiane veicolate da arte, fashion e design. Il punto è che il mondo nel quale viviamo è fortemente estetizzato, l’estetica è in tutto ciò che ci circonda e l’estetizzazione dei beni alimenta a sua volta i gusti e di conseguenza il consumo. Arte, moda e design sono quindi in bilico, svolgendo una doppia funzione: da un lato quella commerciale e dall’altro quella ideologica. Si tratta di attori eterogenei, che Carmagnola definisce gatekeepers.
Dopo l’estetica è il turno di una delle presentazioni più interessanti, ovvero quella di Francesco Jodice, artista e fotografo che presenta una serie di suggestioni raccolte in giro per il mondo, dalle affollate stazioni della metro di Tokyo ai pixadores brasiliani, writers-guerriglieri che rischiano la vita ogni giorno per una scritta su un muro, fino ai paesaggi quasi lunari della Death Valley e del lago d’Aral.
Francesco Jodice sarà il protagonista anche della tavola rotonda del pomeriggio, denominata Urban Signs, dove si parlerà di scenari urbani e di come comportamenti attivi di fruizione delle città, spesso portati avanti dai giovani, stiano dando nuovi significati agli spazi urbani.
Dopo pranzo abbiamo l’onore di intervistare in esclusiva un altro ospite attesissimo, il direttore di Wired Chris Anderson, altra intervista che vi offriremo presto.Con Chris abbiam parlato di Rete, Social Media e scenari futuri, ma non vogliamo rovinarvi la sorpresa...
Nel pomeriggio del sabato, chiudono due grandi nomi: oltre al già citato Anderson, c’è l’antropologo Ted Polhemus, che parte dagli anni 70 raccontando l’evoluzione dei trend da Dior passando per le subculture punk, gothic e beat fino ad arrivare ai giorni nostri, quando le subculture non esistono più e ognuno si costruisce il suo stile prendendo spunti dalle fonti più svariate: strada, moda e molto altro.
In chiusura, ecco il momento che tanti aspettavano: arriva il guru di Wired Chris Anderson, con una lecture sulla “Freeconomics of Abundance”, il tema del suo ultimo libro Free. Anderson utilizza l’esempio di Gilette, che regalava i rasoi per vendere le lame, per raccontare come funzionerà l’economia di domani, quando il principio del free dominerà i modelli di business delle aziende. Nell’ecosistema che verrà a costituirsi, le aziende daranno e riceveranno beni free, in uno scambio virtuoso con i consumatori.
Con Chris Anderson si conclude la prima edizione del Capri Trendwatching Festival. Un evento davvero interessante, coinvolgente e ben(issimo) organizzato. Un saluto a chi c’era, e un consiglio a chi se l’è perso: tenetevi liberi per la prossima edizione, noi la stiamo già aspettando!