Attenzione non sono qui per dare finalmente la soluzione a questo enigma che da sempre aleggia nella mente degli uomini di tutto il mondo.
Ma è un dubbio che mi è sorto dopo aver letto che il World Financial Center di Shanghai (costruito dal giapponese Minoru Mori e disegnato da Kohn Pedersen Fox) ha vinto il premio come miglior grattacielo del 2008,
Nel nostro continente, invece, soprattutto nei paesi del centro e nord Europa, la nuova frontiera delle costruzioni sono le cosiddette Passivhaus (termine tedesco che indica le case passive) il cui scopo è quello di ridurre drasticamente il fabbisogno energetico delle abitazioni.
Non ci si fissa quindi sulla lunghezza, ma sul buon utilizzo, per rimanere aderenti alla metafora iniziale...
Negli ultimi anni l’Estremo Oriente è stato terreno fertile per la conquista del cielo attraverso la costruzione di grattacieli sempre più imponenti, a testimonianza dello sviluppo tecnologico ed economico che alcuni paesi (Cina, Malaysia, Taiwan, etc) hanno raggiunto.
L’edificio di Shangai sebbene non sia il più alto al mondo, è una vera è propria opera d’arte e tecnologia. Per quanto riguarda l’altezza, invece il primato spetta al Taipei 101 che però dovrà cedere lo scettro al Burj Dubai che, al temine della sua costruzione prevista per la fine del 2009, avrà un’altezza di oltre 800m.
Ormai gli architetti vengono definiti Archistar e il World Financial Center associa a delle linee eleganti una forma particolarissima (che cambia a seconda del punto di osservazione) e alla sua sommità è presente un’apertura rettangolare studiata per minimizzare l’impatto del vento (in origine il progetto prevedeva un’apertura a mezza luna, che però richiamava troppo il sol levante simbolo del Giappone).
L’enorme costruzione ospita un albergo di lusso, negozi, ristoranti ed uffici e per controbilanciare l’effetto del vento ai piani alti vi è anche un enorme bilanciere che viene azionato da un computer.
In Europa invece gli investimenti maggiori si stanno indirizzando come detto verso l’obiettivo di diminuire enormemente il fabbisogno di energia delle abitazioni.
Le case “passive”, nate in Svezia, stanno avendo un notevole sviluppo soprattutto in centro Europa e addirittura in Austria dal 2015 tutti i nuovi edifici dovranno rispettare gli standard di tali costruzioni.
La caratteristica di queste abitazioni è che riescono a trasmettere all’interno il calore catturato dal sole e quello proveniente dall’attività umana e dagli elettrodomestici.
Tutto ciò grazie all’utilizzo di materiali isolanti, di pannelli solari e pompe di calore, in questo modo sebbene il costo in fase di costruzione aumenti del 15% circa ci sarebbe un enorme risparmio sulle varie bollette future.
Attualmente l’edificio “passivo” più grande si trova in Germania ad Ulm, mentre in Italia la prima costruzione risale al 2004 ed è l’ Export di Bolzano progettato dall’architetto Michael Tribus.
Molto probabilmente anche in questo caso una risposta definitiva alla domanda che mi sono posto non è facile da trovare, senza ombra di dubbio il rispetto dell’ambiente e la minimizzazione dei costi sono valori che necessariamente vanno perseguiti.
Ma come condannare chi considera gli Skyline delle diverse città tele dove imprimere la propria firma con costruzioni innovative e artisticamente valide? Da che mondo è mondo ognuno tirerà sempre l’acqua al proprio mulino.