All’attacco con lo slogan citazionista: “Anche Marilyn non era perfetta” (a proposito stiamo vedendo in giro grande attenzione per il testimonial morto e cult come Bruce Lee nel video dell’N96 Nokia), la Melinda ha lanciato sul mercato un nuovo prodotto: Melasì, le prime mele imperfette e dichiaratamente brutte.
Melasì è una mela del Consorzio Melinda che, a livello estetico, non raggiunge gli standard stabiliti per potersi fregiare del famoso bollino Melinda, apposto solo sulle mele di primissima scelta. Sono delle “mele freak” in pratica, che a prima vista non abbagliano il consumatore con la perfezione delle forme e lo splendore dei colori vividi, ma che alla fine sono di qualità uguale se non migliore rispetto alle prescelte.
I frutti Melasì hanno quindi l’origine, la genuinità e la qualità organolettica delle mele Melinda ma presentano alcuni piccoli "nei" estetici (ad esempio, a causa delle grandinate subite, sono segnate sull’epidermide da piccole lesioni cicatrizzate).
Durante questa primavera e inizio dell’estate infatti, alcune grandinate hanno colpito circa il 50% delle zone frutticole della Val di Non e della Val di Sole. Per l’eccezionalità delle grandinate del 2008 il Consorzio Melinda ha scelto di commercializzare e distribuire in tutta Italia, insieme alle mele Melinda, mele a marchio Melasì, sorelle quasi gemelle, ma in verità bruttine, delle Melinda DOP.
Chiaramente questo mele sono più convenienti delle “perfette” e questo diventa un modo per mettere d’accordo produttori e consumatori in un periodo così buio per i consumi di piccolo e grande livello. Melasì è dunque un caso in controtendenza: un prodotto di elevata qualità ad un prezzo conveniente. La grandine, infatti, ha intaccato la buccia e per fortuna il prezzo delle Melasì, ma non certo la loro genuinità e bontà.
Inoltre, la scelta della mela non-convenzionale come risoluzione di una fase critica è per noi del marketing una trovata molto interessante e da prendere in considerazione anche per altri ambiti.