Pubblichiamo il bell’articolo apparso pochi giorni fa su Daily Media sul fantastico advergame “Hotel 626” realizzato dall’agenzia Goodby Silverstein & Parteners per le patate Doritos.
“Tanto per cominciare, Goodby Silverstein & Partners rivoluziona l’idea always on che ci siamo fatti della rete.
Se volete entrare all’Hotel 626, spiacenti, dovete aspettare che apra, ma il sito vi avvisa (tramite mail), quando la vostra stanza è pronta. Oppure, ma forse questo non dovrei dirvelo per non togliervi la sorpresa, resettate l’orologio del vostro computer in modo tale che sia notte.
Non a caso, l’albergo è aperto solo quando è buio (in teoria), perché l’agenzia californiana ha deciso di rivoluzionare ben più di un parametro per far parlare di sé. E ci riesce, perché l’operazione è innovativa per più di un aspetto.
Innanzitutto, è stata ideata per un marchio come Doritos che ben poco ha a che fare con le atmosfere cupe tipiche dell’horror, se non perché il genere e il prodotto intercettano i gusti del pubblico più giovane, appassionato spettatore delle – sempre più numerose – pellicole di genere.
Meglio, sembra suggerire Doritos, se per rompere la tensione si sgranocchia una chip. Facendo leva su questa passione, dunque, l’agenzia rilancia i marchi Taco e Four Cheese.
Una volta che avete resettato l’orologio, seguite i consigli del sito, che vi invita a usare le cuffie e spegnere la luce: preparatevi a una rivisitazione del noto. L’agenzia, infatti, attinge a piene mani non solo da un genere cinematografico, ma dal cinema stesso: il sito apre con una schermata degna di un film (piccola curiosità: dopo il Gorilla di Cadbury firmato da “One and half glass full of joy”, anche le chips lanciano la loro cdp: “A snack strong production”).
La trasposizione non è solo digitale, visto che il sito è costruito come un videogame ospitato dalle atmosfere cupe e claustrofobiche di un fantomatico hotel. Anche qui, controtendenza, perché la rete tende costantemente ad allargare i propri confini, mentre il lavoro dell’agenzia californiana lavora per sottrazione, tanto che anche i bottoni del sito sono quasi nascosti dalla schermata in nero. E qui, con quattro livelli di gioco, inizia il bello.
Essenzialmente per due ragioni. La prima ha a che fare con il fatto che con Hotel 626, cliente e agenzia creano un nuovo – se vogliamo embrionale – genere, che non è né film né videogame né internet anymore.
Ma una nuova dimensione in cui la prospettiva è quella del navigatore che ha la possibilità di interagire con l’azione, cosa che con il cinema non può fare, mentre il videogame manca del “linguaggio” tipico del film.
Il secondo elemento è collegato a questo, perché le sorprese sono dietro l’angolo, soprattutto per chi ha la possibilità di sfruttare al massimo l’esperienza con l’uso di un microfono e di una webcam. Non vi voglio privare di alcuna sorpresa, quindi non svelo oltre cosa l’agenzia ha messo in rete per voi. Fidatevi solo dell’assicurazione che potete incappare in momenti seriamente creepy…
P.S. Se ci capitate quando l’hotel è chiuso, non dimenticatevi di usare comunque le cuffie, il ticchettio dell’orologio – che vi rimanda alle cupe atmosfere di Alejandro Amenabar – è il miglior prologo che esista, perché lascia tutto all’immaginazione…”
Via Daily Media