Anche i colossi delle relazioni pubbliche si sono resi conto che il mondo dei media è cambiato e anzi proprio nel settore delle PR si intravedono le interessanti opportunità offerte dalle grandi conversazioni che avvengono ogni giorno sulla Rete. Ecco cosa ne pensa Richard Edelman, presidente di una delle più grandi agenzie del mondo...
I seguenti sono alcuni punti estratti dall'ultimo post di Edelman sul suo blog:
-Secondo le analisi di William Bird di Citigroup ogni dollaro di pubblicità perso dalla stampa è sostituito da 33 centesimi di pubblicità online.
-Si stima che attualmente 9,5 milioni di famiglie negli States abbiano un video registratore digitale. Di questi il 64% “skippa” completamente la pubblicità. Si prevede che il numero dei DVR triplicherà nei prossimi cinque anni.
-Prosegue la decennale erosione della stampa: la diffusione dei maggiori newspaper americani è in calo del 2,5% nel terzo quadrimestre rispetto all’anno scorso. Sono soprattutto i giovani ad allontanarsi dalla carta stampata. Il Philadephia Inquirer ha tagliato il 5% dei reporter e il Los Angeles Times ha annunciato il licenziamento di 85 persone mentre il Chicago tribunes ne ha già licenziato 100.
-In questo senso si cercano nuove fonti di revenue mettendo a pagamento i contenuti (l’ha già fatto il New York Times) o cercando di puntare su forme di streaming. Per questo si spingerà su nuovi modelli pubblicitari e tecnologie come il podcasting.
I suggerimenti del signor Edelman per l’anno prossimo?
-Le PR dovranno cambiare mentalità. Non più “raccontare” storie, ma prendere parte alle conversazioni della rete, facendo molta attenzione: il registratore è sempre acceso.
-Riconoscere l’influenza e la credibilità dei blog. Il 35% degli spettatori del film della Paramount Hustle & Flow, promosso tramite i blog e i siti dei fan, sono stati motivati a vederlo dalle discussioni online.
-Sperimentare. Utilizzare materiali video per agevolare la pubblicazione di video-blogs. Cercare nuove forme innovative di sponsorizzazione dei mezzi tradizionali, inclusa la creazione di contenuti cross-platform (come la discussione alimentata da Dove/Unilever sulla “bellezza autentica”).
Secondo Edelman si tratta di un’opportunità senza precedenti per le relazioni pubbliche. Internet è una risorsa per l’industria delle PR dal momento che il suo business si basa proprio sulle “conversazioni” e che grazie alla Rete è possibile arrivare a molteplici stakeholders. Allo stesso tempo è fondamentale tenere conto della responsabilità sociale delle PR che devono rappresentare una fonte di informazione trasparente e di cui potersi fidare.
Mi permetto di aggiungere: il Re è nudo e quindi non ci si può più nascondere dietro una falsa immagine di bontà "costruita" dalla comunicazione. Come piace dire a noi di NinjaMarketing dobbiamo sempre di più “essere la comunicazione”, più che "fare comunicazione". Nella società neotribale il passaparola è amplificato dalla Rete e la polvere delle aziende non può più essere messo sotto il tappeto.