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  • 5 previsioni di marketing per il 2019 che (forse) non ci aspettavamo

    Da Seth Godin, a Mitch Joel, da Mari Smith a Michael Stelzner, ecco cosa leggono per il futuro alcuni Top Marketer mondiali

    16 Gennaio 2019

    L’inizio di un nuovo anno detta non solo nuovi ritmi, nuovi progetti e nuove tendenze ma apre le porte a previsioni inedite e a volte inaspettate. Anche nel marketing è così e mentre i digital trend ci parlano di intelligenza artificiale, micro-moment, chatbot e visual search, i top marketer vedono oltre, catapultandoci in un futuro in cui il marketing sarà sempre più orientato agli utenti, alle loro esperienze e sempre meno alle esigenze dei brand. Oggi vogliamo parlarvi proprio di questo: delle più importanti previsioni e visioni sul marketing per l’anno appena iniziato che probabilmente non avremmo immaginato. marketing

    1. Il potenziamento degli assistenti vocali

    Che abbiano migliorato e facilitato la nostra quotidianità non è un segreto. Che si tratti di Alexa, Siri, Cortana, Amazon Echo, Google Assistant poco importa, quello che conta è che il loro successo sembra non subire battute di arresto nel 2019. Anzi. A quanto pare nell’ultimo anno le vendite degli smart speaker sono aumentate del 137% e le previsioni, più che rosee, parlano di circa milioni di dispositivi richiesti nell’arco del 2019. Perché tutto questo successo? La voce! La possibilità di comandare i propri dispositivi con dei semplici comandi vocali ha letteralmente conquistato gli utenti di tutto il mondo. LEGGI ANCHE: Come ottimizzare i tuoi contenuti per la ricerca vocale marketing Gli assistenti vocali hanno rimosso quasi completamente le difficoltà di digitazione, navigazione e tanto altro rendendo ancora più immersiva l’esperienza con i propri dispositivi. Siamo di fronte ad un modo incredibilmente naturale e intuitivo di interagire, connettersi e lavorare con la tecnologia. Nel prossimo futuro, l’idea è quella di rimuovere completamente la digitazione che verrà sostituita sempre più dai comandi vocali. È questa la strada? Ai brand non resta che tirare fuori la voce!

    2. L’indipendenza social degli utenti

    Facebook, Instagram, LinkedIn, YouTube. Ogni social è buono per intercettare potenziali utenti e clienti. Il 2019 potrebbe essere l’anno della svolta e della rivendicazione dei social come spazi di condivisione e intrattenimento. Le previsioni annunciano che nei prossimi due anni gli utenti si allontaneranno sempre più dai social perché ritenuti ormai lontani dai propri interessi se non addirittura controproducenti. Secondo recenti studi, circa il 79% degli utenti, quasi quattro su cinque, ha pensato almeno una volta di cancellare il proprio account social. Nella maggior parte dei casi i motivi sono proprio quelli che ci si aspetta: i social sono un’inutile perdita di tempo; e soprattutto i social sono solo l’ennesimo mezzo per bombardarci di messaggi pubblicitari e invogliarci a diventare clienti di uno o dell’altro brand. marketing Il 2019 dovrebbe, dunque, essere l’anno della definitiva presa di coscienza da parte degli utenti e da parte di brand e aziende della vera importanza dei social. Un passo in avanti lato utente per tornare a sentirsi protagonisti e partecipi dei social e un passo indietro per i brand che si impegneranno a proporre contenuti più interessanti e coinvolgenti parlando ad un utente/persona e non ad un utente/consumatore. In che modo?  Fornendo connessioni umane rilevanti, formando canali di comunicazione affidabili, esprimendo valori condivisi, mostrando emozioni umane come compassione, comprensione ed empatia, creando esperienze uniche e divertenti e dimostrando un coinvolgimento attivo nelle questioni locali. LEGGI ANCHE: Non è un paese (social) per i giovani. Ecco perché la generazione Z torna offline

    3. La comunicazione sempre più social(e) dei brand

     Di pari passo con il punto due, la presenza dei brand nel 2019 dovrebbe essere ancora più attenta e sensibile alle questioni sociali che riguardano da vicino l’opinione pubblica. Questo comporterebbe  la discesa in campo dei più famosi brand su questioni di attualità più o meno delicate. Non sarebbe la prima volta, ma questo potrebbe essere un anno decisivo visto che la risposta degli utenti ad una simile strategia è molto apprezzata. Il caso più eclatante  è sicuramente quello di Nike  che ha scelto  Colin Kaepernick come protagonista della campagna del 30° anniversario di Just Do It, schierandosi apertamente contro la brutalità della polizia. LEGGI ANCHE: La campagna Nike che sta facendo il giro del mondo, spiegata In questo caso Nike ha preso una decisione coraggiosa, rischiando di incorrere in contraccolpi negativi nella percezione di alcuni affezionati. Ma non è stato l’unico brand e nemmeno il primo a schierarsi politicamente. LEGGI ANCHE: Sei volte in cui i brand si sono schierati politicamente nella pubblicità (prima di Nike) marketing

    4. La crescita inarrestabile di LinkedIn

    Non vogliamo essere pessimisti ma, come dicevamo prima, la sfiducia degli utenti verso i social media è sempre più alta e secondo le predizioni di Marketer collaudati non si arresterà facilmente. A fare eccezione è invece Linkedin che si conferma sempre più come una piattaforma solida e di fiducia. Non più visto come un riduttivo curriculum online, LinkedIn nel 2019 potrebbe vivere il suo momento d’oro. Grazie alla sua natura sicuramente più professionale e affidabile, gli utenti sperimenteranno conversazioni più performanti e interessanti. LEGGI ANCHE: Come funzionano e a cosa servono le Stories su LinkedIn marketing

    5. Il ritorno su YouTube

    Come per LinkedIn, il 2019 potrebbe segnare il ritorno di un altro evergreen: YouTube. Dalle interazioni sociali di Facebook, Instagram, Twitter si dovrebbe tornare ad esperienze più passive e tradizionali. Quando gli utenti inizieranno a disintossicarsi dalle piattaforme social che richiedono un maggior impegno in termini di interazione, torneranno in auge esperienze di fruizione che intrattengono, informano, educano. Ciò significa che le persone dedicheranno molto più tempo ad ascoltare podcast, leggere e guardare video su piattaforme come YouTube.