• About Author

  • Tutta l'Informazione Ninja nella tua mail

  • La Top 5 delle città più green d’Italia e delle best practice secondo Legambiente, analizzata da vicino

    Ecosistema Urbano 2019 ha stilato ancora una volta la classifica dei capoluoghi più sostenibili. Ecco i dati più interessanti

    12 Novembre 2019

    • Legambiente ha condotto una ricerca sulle città dei capoluoghi di provincia più sostenibili, più green. Troviamo in cima alla lista rispettivamente: Trento, Mantova e Bolzano
    • Inoltre, il rapporto annuale Legambiente ha segnalato anche le 10 buone pratiche e buone idee per ridurre gli impatti ambientali, messe in atto dalle città italiane
    • Il recente rapporto dell’IPCC afferma che per evitare un disastro ambientale sarà necessario dimezzare l’attuale livello di emissioni entro il 2030, così da raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050.
    ___ Trento, Mantova, Bolzano, Pordenone e Parma sono le città in testa alla classifica Ecosistema Urbano 2019, una ricerca di Legambiente sulle performance di sostenibilità dei capoluoghi di provincia, che misura l’attenzione all’ambiente di 104 comuni italiani. Il punteggio (variabile da 0 a 100) è stato assegnato ad un capoluogo capace di garantire una buona qualità ambientale, sulla base di risultati qualitativi ottenuti da 18 indicatori, suddivisi in sei aree tematiche: mobilità (25%), rifiuti (20%), aria (20%), acqua (15%), ambiente urbano (15%) ed energia (5%). Nel compito complessivo va considerata anche l’assegnazione di un “bonus” per le città che si contraddistinguono in quattro ambiti: recupero e gestione acque (5 punti), ciclo dei rifiuti (6,7 punti), efficienza di gestione del trasporto pubblico (4 punti), modal share (4,3 punti). La città più sostenibile è Trento, che sale dal quarto al primo posto (con un punteggio di 81,20), Mantova e Bolzano confermano il podio, occupando rispettivamente la seconda e la terza posizione (con 80,59 e 76,40 punti). Infine ci sono Pordenone, che sale dalla sesta alla quarta posizione, e Parma, che passa dalla seconda alla quinta.  Tra le altre città della classifica spiccano Bologna, Cremona, Parma per l’adozione di politiche e misure riguardanti il recupero delle acque meteoriche, la separazione delle acque nere da quelle chiare e il recupero delle acque grigie; Bolzano, Catanzaro, Ferrara, Mantova e Trento, si sono contraddistinte per il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata e per l’estensione del servizio di raccolta domiciliare a tutta la popolazione. Firenze, Milano, Treviso e Venezia, invece emergono per il modal share, ovvero il raggiungimento di una quota percentuale degli spostamenti in bici superiore al 20% e/o una riduzione degli spostamenti in auto al di sotto del 50%. Infine Bergamo, Brescia, Padova e Verona sono apprezzate per l’efficienza di gestione del trasporto pubblico.  Se invece guardiamo la coda del rapporto di Ecosistema Urbano troviamo diverse città siciliane (in particolare Palermo, Ragusa, Catania, Siracusa) e Vibo Valentia, ma emergono pessime performance e l’incapacità di dare risposte ai quesiti ambientali del questionario. «Zoomando su alcune città – afferma Legambiente – si scopre un’Italia dinamica, attenta alle nuove scelte urbanistiche, ai servizi di mobilità, alla progressiva restituzione di vie e piazze ai cittadini, all’impegno contro lo spreco alimentare, alla crescita degli spazi naturali; ma una lettura d’insieme delle aree urbane restituisce emergenze, criticità e troppe performance ambientali scadenti o pessime, a cominciare dall’allarme smog o dal ciclo dei rifiuti». I grandi centri urbani, come Napoli, Bari, Torino, Roma, Palermo, infatti, sono ciclicamente vittime di emergenze, come quelle relative allo smog e al traffico (in particolare spiccano le elevate concentrazioni di biossido di azoto nell’aria di Torino e di Roma), ai rifiuti (in particolare quelli della città di Napoli e di Palermo), o alle perdite della rete idrica (in particolare di Bari). 

    La top 5 delle città ecosostenibili italiane

    Secondo il rapporto di Ecosistema Urbano quota 100 non è stata raggiunta da nessuna città, ma cinque comuni si sono contraddistinti, ovvero Trento, Mantova, Bolzano, Pordenone e Parma. Vediamoli nel dettaglio:
    1. Trento è al primo posto della classifica, con 81,2 punti su 100. Deve il suo balzo in graduatoria al miglioramento registrato in parametri quali: la qualità dell’aria (il superamento della soglia massima di ozono a Trento si ridimensiona da 62 a 38 in un anno, inoltre migliora la concentrazione media delle polveri sottili e del biossido di azoto, che scendono rispettivamente da 24 a 21,5 μg/mc e da 41,50 a 39), l’aumento dell’attenzione alla mobilità ciclabile (da 5,9 a 9,9) e l’indice dedicato al consumo di suolo (che passa da un valore di 6,25/10 a 7,40/10). Al contempo però si registra una lieve flessione nel comparto rifiuti dove aumenta la quantità prodotta dai residenti: dai 446 chili dell’anno precedente si è passati ai 465 del 2018.Sostenibilità ambientale Trento
    2. Per Mantova, (80,59%), prima lo scorso anno, si tratta di una conferma di ottime performance generali. Anche se superata da Trento, questa città migliora ulteriormente il suo punteggio complessivo. Il capoluogo lombardo, infatti, ha ridotto l’allarme ozono e abbattuto ulteriormente le perdite della rete idrica (da 17,7 a 13,4). Tuttavia cresce la produzione di rifiuti che tocca i 513 chili per abitante all’anno (erano 502 l’anno precedente). Stazionari i risultati dell’estensione delle isole pedonali (0,9) e le cifre relative all’offerta del trasporto pubblico (28,1). I percorsi dedicati alle bici Mantova sono secondi assoluti, alle spalle di Reggio Emilia, con 31,86 metri equivalenti di itinerari ciclabili ogni 100 abitanti.sostenibilità ambientale città di Mantova
    3. Anche Bolzano, che si classifica al terzo posto con 76,40% punti, migliora il suo punteggio complessivo. Il capoluogo altoatesino si conferma tra le migliori città d’Italia per quel che concerne l’indicatore sintetico che misura l’uso efficiente del suolo rispetto ai residenti: lo scorso anno aveva 8,50 punti su 10, quest’anno arriva a 9,35/10. Sempre a Bolzano migliora il trasporto pubblico, con 123 viaggi annui per abitante (erano 100 nel 2017) e il contributo dato dalle energie rinnovabili: si passa dai 3,50 kW di potenza installata su edifici pubblici nel 2017 agli attuali 3,92. Inoltre calano sia le concentrazioni di biossido di azoto (da 36,9 a 34,5) che l’allarme ozono (da 39 del 2017 agli attuali 25). Stabili invece i consumi di acqua potabile, le perdite della rete idrica e la raccolta differenziata dei rifiuti.sostenibilità ambientale Bolzano
    4. Al quarto posto troviamo Pordenone con 75,45 punti. Passa dalla sesta alla quarta posizione grazie a un miglioramento dei tre indici legati all’inquinamento atmosferico (in particolare l’Ozono, che è passato da 55 a 42 e il Biossido d’Azoto da 29 a 27), all’uso dei trasporti pubblici e alla conferma dell’ottima percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato (sfiora l’85%). Inoltre, il capoluogo del Friuli Venezia Giulia, si distingue per il basso valore di perdite della rete idropotabile, infatti è il migliore con il 12,4% di acqua dispersa, resta però ancora alto il consumo pro capite di acqua potabile con 168,1 litri per abitante al giorno.sostenibilità ambientale Pordenone
    5. Parma è quinta ed è l’unica delle prime dieci città che cala nel punteggio complessivo (74,72%), infatti l’anno precedente era seconda. Pur migliorando leggermente nelle performance legate agli inquinanti atmosferici, resta ferma per quel che concerne i numeri legati a trasporto pubblico, isole pedonali e ciclabili. Migliora la percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato, dove supera l’80% (81,3%, era al 79,4% lo scorso anno), ma cresce la quantità di spazzatura prodotta: (576 chili a testa nel 2018 vs i 516 del 2017).sostenibilità ambientale Parma
    LEGGI ANCHE: A Roma apre TAG Ostiense. Pisano: Ragazzi credete nell’innovazione e in questo Paese Sul Sole24Ore è possibile consultare tutti questi dati in maniera interattiva.

    Top 10 delle buone pratiche urbane del 2019

    Il Rapporto annuale Legambiente segnala anche le buone pratiche e buone idee messe in atto dalle città italiane per ridurre gli impatti ambientali e migliorare la qualità della vita. Ecco le più significative:
      1. Il PUMS di Bologna (www.pumsbologna.it) Bologna è stata la prima città metropolitana a dotarsi di un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), una strategia che ha il compito di soddisfare la domanda di mobilità delle persone e delle merci nelle aree urbane e metropolitane, al fine di migliorare la qualità della vita e della città. Il PUMS è frutto di un complesso processo di partecipazione che ha coinvolto 55 Comuni e oltre 6.000 persone in rappresentanza di associazioni, enti e aziende. Stabilisce che almeno 440.000 dei 2,7 milioni di spostamenti quotidiani effettuati in auto, nel 2030, dovranno essere fatti con mezzi sostenibili, al fine di ridurre i flussi di traffico, ma soprattutto le emissioni di gas serra: aumenteranno i pedoni (+70%), i passeggeri del trasporto pubblico (+19%) e i ciclisti urbani (+14%), grazie a nuove isole pedonali, alla progressiva riduzione del limite di velocità, a una nuova tranvia e 30 hub intermodali.
      2. Metropolitana gratis per gli universitari a Catania (www.unict.it) Anche quest’anno prosegue il progetto della mobilità sostenibile per gli studenti dell’Università di Catania nel 2017, siglato in collaborazione Ferrovia Circumetnea, Amt, Fce e istituto cassiere Creval, che prevede biglietti gratuiti per autobus e metropolitane agli iscritti dell’ateneo. Un’indagine che ha coinvolto il 10% degli iscritti alle varie facoltà evidenzia che la percentuale degli universitari che usa il trasporto pubblico è passata da 26 a 45%. Si sale addirittura al 50% se si considerano anche il park&ride e servizio navetta. Per questa iniziativa, l’Università di Catania ha ricevuto il premio Best Practice on Sustainable Mobility at Universities (nell’ambito del programma di ricerca U-MOB LIFE finanziato dalla Commissione europea).
      3. Milano: mobilità promossa dall’area C alla B (comune.milano.it) La lotta alle polveri sottili, alla congestione da traffico e alla qualità della vita sono processi che la città di Milano ha intrapreso da tempo, in particolare grazie all’Area C, una zona del centro storico dotata di restrizioni d’accesso, nei giorni feriali, per alcune tipologie di veicolo. Secondo i dati forniti dal Comune di Milano L’Area C di Milano è il caso più significativo di demotorizzazione privata in Italia: tra 2012 e 2017 il traffico è calato del 37%, gli incidenti del 28% e l’emissione di CO2 del 22%. Il successo dell’Area C milanese ha portato, all’inizio del 2019, all’estensione del provvedimento: la definizione dell’Area B, una ZTL su tutto il centro urbano vietata ai veicoli più inquinanti. Si stima che tra 2019 e 2026 Area B consentirà di ridurre le emissioni atmosferiche da traffico complessivamente di circa 25 tonnellate di PM10 allo scarico e di 900-1.500 tonnellate di ossidi di azoto.Area B e C Milano
      4. A Torino si sale sul bus con un BIP (bip.piemonte.it) BIP (Biglietto Integrato Piemonte) è un sistema di bigliettazione elettronica ad opera della Regione Piemonte che consente di accedere ai servizi di mobilità (bus urbani ed extraurbani, tram, metropolitana, servizi ferroviari e servizi di bike sharing) in modo semplificato, rimpiazzando i tradizionali documenti di viaggio cartacei. La smart card ricaricabile oltre a certificare la qualità e la quantità dei servizi di trasporto pubblico, consentirà di incrementare la sostenibilità economica e ambientale della mobilità piemontese.
      5. Il parking interscambio di Villa Costanza a Firenze (mobilita.comune.fi.it) Inaugurato a giugno 2017, il parking interscambio di Villa Costanza a Scandicci è il primo in Italia che consente, senza uscire dall’autostrada del Sole, di parcheggiare e salire sul tram per arrivare nel cuore di Firenze, più precisamente alla Stazione Santa Maria Novella, oppure all’areoporto, in soli 23 minuti, al costo di un biglietto urbano (€ 1,50). Grazie a questa infrastruttura è stato possibile ridurre la pressione del traffico all’interno della città, incentivando l’utilizzo dei mezzi pubblici.
      6. Una nuova tranvia per Bergamo (teb.bergamo.it) Soprannominata Tram delle Valli, la tranvia di Bergamo, gestita dalla società TEB, è uno dei progetti più interessanti di riattivazione di linee ferroviarie dismesse: unisce Bergamo e Albino, svolgendo la funzione di trenino suburbano. I risultati? Se il primo anno di attività i passeggeri si aggiravano attorno ai 2,3 milioni, nel 2018 sono passati a circa 3,75 milioni (in media 13.500 al giorno nei feriali). Ad aprile 2019 il Tram delle Valli ha festeggiato il suo 10° compleanno e, dato il successo, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli ha annunciato una proposta di finanziamento di 125 milioni di euro per la realizzazione di una seconda tranvia veloce e sostenibile, stavolta tra Bergamo e la Val Brembana.
      7. Forlì: il progetto Giardino dei Musei (comune.forli.fc.it) Il progetto Giardino dei Musei mira a rimuovere pavimentazioni e strutture dalla Piazza da Montefeltro (davanti al complesso dei Musei San Domenico) e a sostituirle  con del verde mediante riporto di terreno e topsoil. L’intervento di riqualificazione è partito a inizio 2018 e si configura come azione dimostrativa del Progetto europeo SOS4LIFE per la tutela del suolo e la rigenerazione urbana. La superficie permeabile dell’area passerà, a fine lavori, dall’attuale 6% a circa il 70% e il verde cittadino crescerà di circa 4.500 mq, aumentando gli spazi naturali a servizio del centro storico e della resilienza urbana al cambiamento climatico. Forti Giardino dei Musei
      8. Rinnovato accordo per la Green Station di Pescara (legambienteabruzzo.it) Le stazioni ferroviarie come spazi di condivisione, per favorire la promozione del territorio, contribuire allo sviluppo di progetti per la tutela dell’ambiente, valorizzare le opportunità turistiche e diffondere le buone pratiche dedicate alla mobilità sostenibile” queste sono le basi del Protocollo d’Intesa rinnovato quest’anno a Pescara da Stefano Ciafani, Presidente Legambiente e Ilaria Maggiorotti, Responsabile Asset Immobiliari, Direzione Asset Management e Controllo di Gestione di RFI. L’accordo riguarda il progetto Green Station, avviato nello scalo di Pescara nel 2014, e mira a sfruttare gli spazi di stazione non più funzionali all’attività ferroviaria, per istituire un vero e proprio Centro Servizi in cui svolgere attività dedicate alla cultura ambientale. Sono stati istituiti diversi sportelli informativi, laboratori didattici e apposite aree per il bike sharing.
      9. La raccolta differenziata di Treviso (comune.treviso.it) Treviso la tariffa rifiuti è la più bassa d’Italia: pesa in media solo 185 euro l’anno a famiglia (rispetto alle altre regioni italiane dove se ne pagano quasi il doppio). Queste ottime performance sono date dal modello Contarina, che si basa sul paradigma dell’economia circolare e sul principio “paga quanto produci”: più spazzatura si produce, più cresce la bolletta. Le performance trevigiane si fondano anche sulla raccolta porta a porta, estesa al 100% degli abitanti. Inoltre, questo sistema, punta alla riduzione e al reimpiego dei rifiuti che, trasformati in prodotti o in energia, vengono reintrodotti sul mercato come risorsa.
      10. La Bicipolitana di Pesaro (comune.pesaro.pu.it) La Bicipolitana ha modificato gli stili di mobilità sostenibile all’interno del comune di Pesaro: ora circa una persona su tre predilige lo spostamento in bicicletta. Si ispira allo schema di una metropolitana, con 11 linee di colori diversi che si delineano per circa 90 chilometri e collegano le diverse zone della città, permettendo uno spostamento rapido, con zero spese, inquinamento e stress. Durante questo progetto si è lavorato molto sulla sicurezza dello spostamento e sulla pedonalità, aprendo la scia ad altre città, come Padova, Lecce, Rimini, Cesena, Brescia, per la riproposizione del format. Chi sarà il prossimo?bicipolitana di Pesaro
    LEGGI ANCHE: A Roma arrivano le biciclette condivise di Uber Jump. Di che si tratta Nonostante l’interesse delle giovani generazioni verso la sostenibilità ambientale sta crescendo (è noto che quasi tutti si impegnano a fare la raccolta differenziata e a scegliere i prodotti consapevolmente, ma molti scendono addirittura in piazza durante i famosi #Fridaysforfuture per mobilitarsi contro i cambiamenti climatici), nel nostro Paese la questione rimane un tema davvero preoccupante. Il recente rapporto dell’IPCC (il gruppo intergovernativo di esperti sul Climate Change a supporto dell’Onu) lo afferma chiaramente: per evitare un disastro sarà necessario contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5 °C rispetto all’era preindustriale. Per riuscirci bisognerà dimezzare l’attuale livello di emissioni entro il 2030, così da raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050. La questione della sostenibilità sembra stare a cuore al nuovo Governo Conte-Bis, che ha istituito su nuove tasse e misure a favore dell’ambiente. Tuttavia l’Italia, rispetto alle grandi sfide urbane, appare ancora distratta e assente. Ci sono città, come Trento, Mantova e Bolzano che riescono a raggiungere ottimi risultati ambientali, ma sono opere solitarie, di singole amministrazioni locali, non di un progetto nazionale, mentre ora più che mai serve un impegno diretto, che metta in rete tutti gli attori in campo: città e cittadini, ma anche imprese, aziende e istituzioni.