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  • Quali sono i limiti dell’intelligenza artificiale (al confronto con quella umana)

    L'intelligenza artificiale è molto meno intelligente di quello che pensiamo

    30 Ottobre 2019

    • Intelligenza Artificiale VS Intelligenza Umana: uomo batte macchina 1000 a 1
    • I computer, però, possiedono velocità di esecuzione, accuratezza decisionale e abilità operativa
    • Nell’incrocio tra uomo e macchina si trova la perfetta evoluzione
    ___ Se stamattina hai sbirciato i social network per vedere cosa combinano i tuoi amici; se hai fatto una domanda a Google, o magari hai chiesto con la voce qualcosa a Siri; se poi, per andare al lavoro, hai verificato sul navigatore del tuo smartphone la strada migliore in base al traffico… Se hai fatto almeno una di queste azioni, congratulazioni: hai usato un’intelligenza artificiale nella tua quotidianità. E sei in buona compagnia: che ormai l’AI sia totalmente pervasiva delle nostre vite è appurato. E diciamoci la verità: quando ci fermiamo a pensarci, sembra proprio che le macchine siano ormai diventate più intelligenti di noi! I computer sono persino arrivati al punto di essere in grado di individuare un tumore con molta maggiore sicurezza di un dottore umano. Insomma, l’intelligenza artificiale sembra più intelligente dell’intelligenza umana. Siamo stati battuti. Ma è davvero così?

    Intelligenza artificiale VS umana: chi vince?

    Le macchine sono boriose, tronfie nella loro meccanica superiorità. Ma l’uomo ha dalla sua ere geologiche di evoluzione.
    AI VS umani
    https://www.educba.com/artificial-intelligence-vs-human-intelligence/
    Cominciamo dalle misure: non ci vuole molto per capire che, quanto a peso, ingombro ed efficienza il nostro cervello è ancora imbattibile. Meno di 2 kg contro le centinaia dei super computer, comodamente posizionato dentro una scatoletta ossea di pochi centimetri. Per non parlare della velocità: il cervello umano è ancora in grado di superare anche il più potente computer, utilizzando una percentuale minima dell’energia che serve alla controparte meccanica. Insomma, siamo più efficienti, e decisamente più green. Ma quando si tratta della realizzazione di compiti complessi? Gli umani cominciano a sudare. Le intelligenze artificiali moderne sono oggi in grado di riconoscere persone, oggetti, caratteristiche anche microscopiche, al punto da riuscire a identificare l’orientamento sessuale di una persona. Se hai mai interagito con un BOT sai anche quanto in pochi anni la sua capacità di comprenderti e risponderti utilizzando il Linguaggio Naturale (NLP) sia incredibilmente migliorata. Ma siamo ancora lontani dall’AGI, o “Artificial General Intelligence”, nota in italiano come “intelligenza artificiale forte“, ovvero dalla possibilità che una macchina possa ragionare in maniera estesa come un essere umano. Fino ad allora, la gara è scontata: uomo batte macchina 1.000 a 1. Perché seppur l’AI superi l’essere umano per capacità su un singolo compito, le è quasi impossibile applicarsi a materiali differenti. LEGGI ANCHE: Sull’etica dell’Intelligenza Artificiale: i robot prenderanno sempre la decisione giusta per l’uomo? database server

    Cosa intendiamo per “intelligenza”?

    Le Intelligenze Artificiali infatti NON sono “intelligenti”, dove l’intelligenza si classifica come la “capacità di attribuire un conveniente significato pratico o concettuale ai vari momenti dell’esperienza e della contingenza“. I computer sono in grado di svolgere alla perfezione determinati compiti, ma mancano completamente o quasi della capacità di applicarsi ugualmente ai “vari momenti dell’esperienza”. Certo un computer batte un uomo in diversi ambiti su una singola attività:
    • velocità di esecuzione: mentre un dottore fa una diagnosi in circa 10 minuti, in quel tempo un computer può farne decine
    • accuratezza decisionale: non intervengono fattori soggettivi
    • abilità operativa: non hanno bisogno di fermarsi o riposarsi
    Anche un bambino di pochi anni supera la più “intelligente” delle AI. I computer sono incredibilmente bravi in un singolo compito, ma praticamente inutili per tutto il resto. Gli umani imparano a gestire migliaia di abilità nel corso della loro vita, mentre ci vogliono anni per insegnare pochi compiti a un computer. Così come la capacità di multitasking o l’apprendimento decisionale basato sulle esperienze. È anche vero che, vista la velocità a cui avviene il cambiamento tecnologico e i miglioramenti apportati all’AI, pare sia una questione di tempo prima che l’AGI (Artificial General Intelligence) diventi realtà. Almeno se la teoria di Church-Turing è corretta, secondo la quale più o meno qualsiasi tipo di problema può essere risolto algoritmicamente, dato tempo e memoria infiniti. Gli esperti l’avevano ipotizzata già come possibilità concreta nel 2030, mentre le ultime ipotesi parlano più di 2060. Ma comunque, nell’arco di una vita pare probabile ipotizzare che avremo a che fare con macchine davvero “intelligenti”. Fino ad allora, o forse soprattutto da lì in poi, come mantenere l’equilibrio? circuiti intelligenza artificiale

    L’equilibrio possibile tra intelligenza artificiale e umana

    Per adesso, ma indubbiamente anche in un futuro a venire che non sia un’ipotesi totalmente distopica e negativa, l’elemento fondamentale è l’equilibrio. L’equilibrio tra uomo e macchina è quanto di più bello, sano e interessante ci sia. Dai primi uomini che hanno iniziato a usare pietre come strumento per rompere le noci, fino al moderno automobilista che si affida alle mappe sullo smartphone per evitare il traffico. In questi e in tutti i casi intermedi, il controllo è sempre umano, la responsabilità pure. Nell’incrocio tra questi due elementi, in cui l’umano sfrutta la macchina per riuscire a migliorare, rendere meno pericolosa o faticosa, o massimizzare la propria performance, troviamo la perfetta evoluzione. Soprattutto finché le macchine (e sono convinta che questo vada ben al di là del 2060) non potranno emulare una caratteristica prettamente umana e di importanza fondamentale: l’istinto. Quella scintilla che trascende l’intelligenza e il ragionamento logico e ci permette di comprendere e interpretare informazioni e sensazioni sotto la superficie. Fino ad allora, davvero, tra uomo e macchina non ci sarà gara.