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  • Medicina predittiva e personalizzata: ecco come sarà i futuro nell’Health

    Tra autodiagnosi, medicina personalizzata e grandi quantità di dati, il sistema salute sarà sempre più tecnologico

    11 Ottobre 2019

    Dispositivi indossabili, app per Smartphone, visori di realtà virtuale, sensori indossabili, intelligenza artificiale, terapie digitali e Blockchain. Queste sono solo alcune delle tecnologie che sono emerse negli ultimi anni e che rivoluzioneranno il modo in cui gestiremo la nostra salute. Dalla prevenzione alla diagnosi, dalla chirurgia alla formazione dei medici, sono sempre di più i settori e i processi che utilizzano queste tecnologie, portando, in alcuni casi, a un vero e proprio cambio di paradigma.

    Verso una medicina proattiva

    L’attuale assetto dei sistemi sanitari moderni si basa su concetto di “Medicina Reattiva”: si inizia cioè a curare una malattia quando i sintomi sono comparsi e non possono essere ignorati. La raccolta dei dati è sporadica e frammentata tra diversi attori e i sistemi informativi non sono integrati tra di loro. Grazie alla tecnologia, a partire dai semplici dispositivi indossabili che rilevano la frequenza ed il ritmo cardiaco, è ora possibile raccogliere i dati in maniera continuativa, 24 ore su 24. Questo, anche grazie a cloud e sistemi in grado di analizzare questa grande mole di informazioni, sta portando verso un concetto di medicina proattiva, dove il focus si sposta dalla cura alla prevenzione. I medici ricevono automaticamente i dati e qualora riscontrino anomalie possono intervenire. La persona, inoltre, è più responsabile e attiva nel gestire la propria salute, modificando il proprio stile di vita e monitorando in tempo reale i suoi valori: la tecnologia diventa così uno strumento per facilitare e supportare il processo diagnostico, cambiando la relazione medico-paziente.

    Dai dati alla medicina personalizzata

    Un numero maggiore di dati permette di conoscere meglio alcune patologie, ma anche il paziente stesso e le sue esigenze. L’utilizzo dei già citati dispositivi indossabili e nuovi sistemi di archiviazione delle informazioni permettono di costruire banche dati su cui è possibile costruire e testare algoritmi di intelligenza artificiale, in grado di comprendere e talvolta predire il decorso della malattia. Si sta arrivando quindi a una medicina che tiene conto delle caratteristiche distintive della persona. È un vero e proprio cambio di paradigma come quello che sta avvenendo in farmacologia: da una terapia “One size fits all”, con prodotti uguali per tutti, a dei farmaci sempre più personalizzati per gruppi di persone in base a delle differenze genetiche. LEGGI ANCHE: Dalla robotica alla realtà virtuale, così la tecnologia ci aiuta a stare meglio

    Il futuro: la medicina predittiva

    Un domani, grazie all’analisi dei dati, sarà possibile prevedere le malattie ancora prima che i primi sintomi compaiano, intervenendo con largo anticipo rispetto all’insorgere della malattia. Questo nuovo filone prende il nome di medicina predittiva e, grazie all’analisi del genoma, stiamo già andando in questa direzione. A questo punto, però, sarà fondamentale affrontare fin da ora i dubbi di natura etica che possono scaturire da questo nuovo approccio: l’esperimento del genetista He Jiankui, che ha portato alla nascita di due gemelle con DNA modificato per ottenere la resistenza genetica al virus dell’HIV, ha fatto il giro del mondo e sollevato aspri dibattiti anche all’interno della comunità scientifica.

    La tecnologia come mezzo per abbattere le distanze: verso una nuova relazione medico-paziente?

    Le innumerevoli opportunità rese possibili dalla tecnologia cambieranno il modo in cui ci rapportiamo con il medico. Sono sempre più diffusi gli strumenti di telemedicina che permettono di effettuare un consulto con un medico specialista a distanza. In alcuni stati europei, come il Regno Unito, il sistema sanitario pubblico sta massivamente supportando l’adozione di queste innovazioni. Proprio in UK, Bayblon Health, startup che ha da poco superato il valore di 2 miliardi, permette di richiedere un video-consulto con un medico 24 ore su 24, in collaborazione con il sistema sanitario pubblico inglese. Se da un lato le opportunità sono evidenti, molte sono le sfide da affrontare. Sostituire le visite del medico con un video-consulto comporta delle criticità: al momento, realizzando la visita attraverso uno schermo, mancano le quattro fasi fondamentali dell’esame obiettivo: ispezione, palpazione, percussione e auscultazione. Senza di queste la fase successiva del processo diagnostico (rappresentata dagli esami strumentali) può essere inficiata: per esempio il medico potrebbe ritenere rilevante un esame ai raggi X quando sarebbe necessario fare le analisi del sangue. Anche il mondo della chirurgia potrebbe vivere una nuova fase, dove la presenza fisica dello specialista non è più una condizione imprescindibile: accanto a dispositivi robotici, che da anni supportano i chirurghi negli interventi di precisione e che, in futuro, potrebbero essere comandati a distanza, ci sono una serie di tecnologie immersive che stanno entrando in modo importante in sala operatoria. La realtà virtuale, per esempio, è sempre più utilizzata per addestrare i medici agli interventi o come strumento di riabilitazione fisica e psicologica. La realtà aumentata, invece, permette ai chirurghi di disporre di una serie di informazioni aggiuntive direttamente in sala, visualizzate attraverso dei dispositivi indossabili direttamente nello spazio che li circonda. In uno scenario in cui vi sono sempre meno operatori sanitari, la tecnologia dovrebbe permettere di umanizzare le cure, automatizzando i processi e lasciando al medico più tempo per stare con i propri pazienti. LEGGI ANCHE: Come la tecnologia 5G sta già rivoluzionando l’health (e la vita dei pazienti)

    Le sfide dell’innovazione in sanità

    Il processo di digital transformation della sanità riguarderà tutti: persone in salute, pazienti, medici ed infermieri. A differenza di altri settori, però, in sanità è necessario tenere in considerazione un aspetto in più: il valore dell’innovazione, con quello che viene definito value based healthcare. Questo termine, utilizzato soprattutto in USA, indica il rapporto outcome/costi. Ci può dunque essere una tecnologia interessante da utilizzare (come un robot da usare in sala operatoria), validata scientificamente (evidence based) ma troppo costosa per essere implementata in relazione a tecniche, processi e mezzi attualmente utilizzati. Ecco quindi che ogni innovazione deve necessariamente partire da un bisogno (need) clinico che deve includere chiaramente un problema, una popolazione ed un outcome (impatto). La sanità si caratterizza, infatti, per una moltitudine di stakeholder (utente, acquirente e beneficiario) ed è essenziale un allineamento di interessi tra questi tre soggetti affinché nuove tecnologie vengano implementate con successo.