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  • Come utilizzare gli assistenti vocali nella tua strategia di Content Marketing

    Come le nuove tecnologie vocali avranno impatto sui contenuti

    11 Dicembre 2018

    Si è da poco concluso il Black Friday e gli smart speaker sono andati letteralmente a ruba. Echo Dot di Amazon è stato uno dei prodotti più venduti a livello globale e il primo in USA.  Il 2018 conferma il trend in crescita per gli assistenti vocali sia nell’uso tramite smartphone che nell’acquisto di smart speaker. Secondo una ricerca di Globalwebindex, oggi poco meno della metà degli utenti adulti usa la tecnologia vocale e guardando a IOT e comandi vocali il trend non può che continuare a crescere. assistenti vocali Bene! Terreno fertile per raccontare il tuo brand e pubblicizzare i tuoi prodotti, quindi, caro marketer Come stai organizzando i tuoi contenuti in vista della rivoluzione vocale? Questa domanda potrebbe generare lunghi silenzi e mal di pancia come “Che fai a Capodanno?”, ma senza allarmarsi troppo del tipo “Cavolo, non mi sono ancora organizzato!”. Iniziare a considerare ora i possibili impatti sui contenuti, a una strategia e magari anche piccole sperimentazioni, può diventare il cavallo vincente su cui puntare e potrebbe differenziarti dai competitor. Questo se il tuo target è già predisposto o usa abbastanza la tecnologia vocale. Mettiamo quindi un po’ di ordine tra le tecnologie e gli utilizzi più comuni degli assistenti vocali, riflettendo sugli impatti che potrebbero avere sui contenuti.

    Smartphone vs Smart Speaker

    L’utilizzo degli assistenti vocali è diverso tra smartphone e smart speaker. Secondo Globalwebindex su smartphone gli utenti ricorrono agli assistenti vocali soprattutto per: chiedere indicazioni stradali (58%); cercare informazioni (53%);  controllare il meteo (52%); ascoltare musica (50%); impostare un allarme/sveglia (41%). Google è il più utilizzato. Per quanto riguarda smart speaker, Amazon Echo è primo in classifica e viene utilizzato soprattutto per: ascoltare musica (67%); controllare il meteo (59%); cercare informazioni (57%); impostare un allarme (52%); ascoltare news (50%).
    assistenti vocali: utilizzo
    https://blog.globalwebindex.com/chart-of-the-week/voice-assistants-2019/
    Analizzando gli smart speaker, troviamo nella parte alta della classifica l’uso per intrattenimento, mentre per gli smartphone è maggiore l’uso per utilità. Cosa può implicare questa differenza lato contenuti?

    Contenuti vocali personalizzati per ambienti

    Ad oggi, gli assistenti vocali non differenziano tra smartphone e smart speaker, ma alla luce delle statistiche di Globalwebindex e per garantire un’esperienza vocale più “naturale”,  la possibilità non ci sembra poi così fantascientifica. Potrebbe essere un’ottima occasione per personalizzare i contenuti non solo per target, ma anche per ambiente e di conseguenza instaurare un rapporto più autentico con l’utente. assistenti vocali macchina Per esempio, lo smartphone prevede un utilizzo vocale più “funzionale” e molto probabilmente l’utente si aspetterà alla sua richiesta un risultato e quindi un contenuto veloce, conciso e che va dritto al punto. A casa, invece, è maggiore l’utilizzo per intrattenimento, quindi l’atmosfera è più rilassata e ed è possibile concedersi qualche parola in più, un tono di voce diverso, un’esperienza maggiormente interattiva. LEGGI ANCHE: Spotify presenterà un gadget per lo streaming della musica in auto (incluso nell’abbonamento) Gli assistenti vocali si stanno affacciando anche su nuovi ambienti: l’automobile, come Alexa in BMW o Kia e Hundai, e il posto di lavoro. Pensiamo a IOT sui macchinari industriali così come assistenti vocali negli uffici. In proposito, Salsesforce ha annunciato Einstein Voice, la sua intelligenza artificiale in versione vocale per supportare i sales manager nella gestione del CRM.

    Il tono di voce “intermediato”

    Sul tono di voce è giusto fare una riflessione. Ogni brand (almeno ce lo auguriamo) realizza contenuti seguendo un proprio tono di voce (colloquiale, onirico, amichevole, ecc.) e nel momento in cui entra in contatto con l’utente ha un rapporto diretto che sia testuale, visivo o uditivo. LEGGI ANCHE: Mai più testi piatti: come scegliere il tono di voce nella comunicazione aziendale Con gli assistenti vocali la lettura e riproduzione di quel contenuto vengono mediati dalla voce di Alexa, Google, Cortana, Siri, che potrebbero rivelarsi il “terzo incomodo” tra te e il tuo utente. Pensa al tono di voce onirico con la voce di Alexa.

    La Ricerca Vocale

    A oggi, la ricerca vocale sui nostri smartphone prevede come risultato la tradizionale SERP testuale, ma per quanto riguarda gli smart speaker che hanno un’impostazione prettamente vocale, non è possibile avere una lista di risultati, quanto invece un unico risultato vocale. Sembra abbastanza chiaro quindi che dobbiamo arrivare primi e posizionare il nostro contenuto come featured snippet, ossia quei riquadri speciali in cima alla SERP, che rispondono in modo riassuntivo alle domande poste nella ricerca. Questo significa lato contenuti, per esempio pensare a una sezione FAQ sul proprio sito web, o rispondere in modo semplice alle domande che un utente potrebbe porsi. Ti consiglio, per approfondire, il post “Come ottimizzare i tuoi contenuti per la ricerca vocale”.

    Advertising e Shopping con gli assistenti vocali

    L’acquisto tramite assistenti vocali è ancora un terreno poco esplorato, ma questo non significa che non possano rivestire un ruolo importante nel customer journey (soprattutto nella raccolta dati), o semplicemente la nuova tecnologia vocale è ancora troppo giovane per lo shopping. assistenti vocali Ad oggi solo il 19% di utenti da smartphone e 34% da smart home speaker utilizza e si rivolge agli assistenti vocali per trovare prodotti da comprare e aggiungere prodotti alla shopping list, ma la vera e propria fase di acquisto è visiva. Le persone vogliono infatti “vedere”, confrontare, leggere recensioni di un prodotto, servizio e di un brand, soprattutto nel caso in cui la ricerca sia articolata o l’investimento importante. Al contrario, un prodotto di basso prezzo o che non richiede molta scelta come un farmaco da banco o l’abbonamento di Spotify, ha più probabilità di essere acquistato tramite assistenti vocali. LEGGI ANCHE: Quasi nessuno compra con Alexa, non decolla l’eCommerce vocale Tra gli obiettivi di Amazon, Google c’è in ogni caso quello di inserire la pubblicità o consigli di prodotto negli assistenti vocali. Cosa implica questo per i brand e per i contenuti? Come commercializzare gli assistenti vocali? E, soprattutto, come potrebbero reagire gli utenti alla pubblicità vocale? Dal numero di Ad-block sui nostri device sembra che la pubblicità “sfrontata” abbia un po’ scocciato e considerando che, soprattutto per smart speaker, l’ambiente di ascolto può essere intimo come il salotto di casa o addirittura la camera da letto, la presenza della pubblicità potrebbe essere davvero fastidiosa. Inoltre, la pubblicità porterebbe portare inautenticità, quando lo sforzo tecnologico è piuttosto quello di avvicinarsi a un linguaggio spontaneo e naturale verso l’utente.