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  • Le app che stanno facendo impazzire i vostri figli

    Abbiamo chiesto a dei bambini quali sono le app più in voga del momento e quello che abbiamo scoperto potrebbe sorprendervi!

    16 Febbraio 2018

    Ormai smartphone e tablet hanno smesso di essere dei “giocattoli” riservati agli adulti: l’età in cui i bambini ricevono il primo device si abbassa ogni anno di più, e anche gli esperti suggeriscono che a 10 anni si possa concedere un regalo così importante ai propri pargoli. Per le generazioni precedenti, in cui nel migliore dei casi il primo telefono è arrivato al liceo (tutt’altro che smart, poi), e nel peggiore già in età adulta inoltrata, è un piccolo trauma. E ci si chiede, non senza un briciolo di ansia e parecchia curiosità, cosa diavolo se ne facciano dei bambini di uno smartphone di ultima generazione ad un’età in cui la sottoscritta giocava amabilmente con le Barbie. Ho voluto provare a rispondere a questa domanda, per la gioia di tutti i curiosi che hanno superato gli enti, enta e compagnia bella, e per farlo ho chiesto aiuto proprio ai diretti interessati: i bambini nativi digitali che, se non hanno ancora un device tutto loro, fregano continuamente quello dei genitori per gli scopi più disparati. E quello che ne è uscito fuori ha veramente del divertente e inaspettato, tra un po’ di violenza e tanto, tantissimo revival! Anna, 10 anni, e le sue amichette coetanee o poco più piccole, hanno stilato una lista delle app di cui non possono proprio fare a meno in questo periodo e, grazie all’aiuto della mamma Valentina, stiamo per aprirvi un mondo teen che potrebbe ricordarvi molto il vostro!

    I grandi classici delle app per teen

    Facebook
    Fonte: Bonfire
    Posizionati agli ultimi posti della lista dal nostro “team di giovani esperti”, ma non in termini di importanza, ci sono due grandi classici: WhatsApp, che amano tanto quanto i genitori, e Snapchat. Fin qui ce l’aspettavamo: che Zuckerberg fosse riuscito ad arginare la perdita delle nuove generazioni con Facebook (ormai un social per “vecchietti”, ci dispiace) con l’acquisizione di WhatsApp è cosa nota. E Snapchat è da qualche anno ormai in cima alle classifiche dei nuovi social: con una user experience basata tutta sull’interazione in tempo reale e sui video, tanto amati dai giovanissimi, ha creato un ecosistema di difficile accesso per i più grandi che continua a spopolare tra i ragazzini. Ma le cose interessanti vengono dopo!

    Il karaoke rientra dalla porta posteriore

    Forse il più grande boom dell’ultimo anno è stato Musical.ly, un’app che ha saputo portare alla ribalta un grande classico dell’adolescenza di tutti noi: il karaoke! Una ricetta che non poteva che preludere ad un grande successo, in effetti: prendi un’esperienza universale come la musica, un concept sempreverde come il karaoke, mischialo con l’avvento del video e dallo in pasto ad un branco di ragazzini connessi online. È subito viralità! E infatti a maggio 2017 erano 200 milioni gli utenti registrati, e 12.000.000 i video caricati ogni singolo giorno. Si tratta appunto del concetto del karaoke, che però viene reso social grazie alla condivisione con gli altri utenti e una sorta di “sfida” alla performance migliore, che sappia acchiappare più interazioni grazie alla bravura e alla “presenza scenica” dell’autore. Il fatto di aver integrato il tutto con filtri e modifiche di ogni tipo, e di averci creato intorno un intero social network, ha fatto la fortuna di questa app per giovani che sta letteralmente spopolando. E come al solito, il passaggio da passatempo a lavoro è dietro l’angolo, e la piattaforma inizia a sfornare i primi influencer: lo sa bene Elisa Maino che, con più di un milione di follower dall’alto dei suoi neanche 15 anni, è ormai la regina italiana indiscussa di questo social e si sta lanciando verso nuove avventure, compreso un libro.

    Dal video virale al videogame

    Al primo posto dell’elenco c’era una chicca davvero simpatica. È stato esilarante scoprire che “Dumbwaistody”, così come era stato scritto (ma come avranno fatto a scaricarlo?), non era altro che il mitico Dumb Ways To Die! Gli esperti di marketing avranno capito subito di cosa parlo: del video di comunicazione della metropolitana in Australia che era diventato virale svariati anni fa, in cui un divertente gruppo di malcapitati cartoni veniva ritratto mentre moriva, appunto, nei modi più stupidi, dentro la metropolitana, come originale richiamo a fare attenzione ai pericoli di quell’ambiente. LEGGI ANCHE: Ebbene sì, dopo essere scomparso dai radar negli anni successivi, i suoi creatori sono riusciti a riesumarlo sotto forma di giochino che, come tutti i videogames vagamente violenti e decisamente ridicoli, ha preso subito piede tra i più piccoli. Insomma, anche le agenzie di comunicazione a volte sanno reinventare le proprie idee in ottica teen, anche se sono dubbiosa sull’efficacia comunicativa di un simile messaggio di sicurezza, forse volutamente dimenticato in favore della viralità.

    Anche Snake ritorna

    https://www.youtube.com/watch?v=ef9_vGCZsdg Se c’è una cosa che emerge chiaramente da questo “studio” è che i grandi classici non muoiono mai. È quello che ho pensato mentre scoprivo cos’è Slither.io, un altro gioco molto in voga tra i giovanissimi in cui, guarda un po’, bisogna guidare un verme attraverso lo schermo per cibarsi, facendolo diventare sempre più grosso. Vi ricorda qualcosa? E di nuovo la ricetta del successo è stata aprirlo al mondo del gioco online in tempo reale: che se già Snake era una droga per i ragazzini negli anni ‘90, quando aveva una grafica elementare e si giocava solo per la gloria contro sé stessi, immaginatevi cosa può succedere quando ci si gioca online insieme ad altri giocatori, esplodendo se li si tocca per sbaglio, e mangiando i loro resti se succede il contrario.

    Dal foglio di carta allo smartphone

    Fight List A conferma di quanto sopra, il successivo nome nella lista vi farà sicuramente suonare un enorme campanello. Si tratta di Fight List, un gioco in cui si sfidano gli amici (o gli sconosciuti) a scrivere liste di parole diverse a partire dalle stesse categorie, e valgono di più le parole meno usate. Vi è suonato? Ma sì, esatto, non è altro che il classico Nomi, cose, città! Solo che se noi “vecchi” strappavamo un foglio di carta dal quaderno durante le noiosissime ore di storia, tiravamo alcune righe con il righello in dotazione e ci passavamo il foglio senza farci vedere dell’insegnante, i bambini di oggi fanno tutto sullo smartphone e, invece che con il vicino di banco, possono giocare in tempo reale con un coetaneo sconosciuto in Cina.

    La legge della conservazione della giovinezza

    La lista va avanti con molti giochini dai nomi improbabili, ma ormai il succo mi sembra chiaro: in fondo, non importa di quanta tecnologia dotiamo un bambino, il suo animo sarà lo stesso che avevamo noi qualche decennio fa. E soprattutto, quando si parla di giochi virali dell’infanzia, nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si reinventa con la tecnologia.