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  • Storia delle più grandi agenzie creative del mondo

    Da Publicis a McCann, una rassegna delle migliori agenzie pubblicitarie e delle loro campagne indimenticabili

    7 Agosto 2017

    Le agenzie creative svolgono da sempre un ruolo cruciale nello sviluppo e nell’attivazione pubblicitaria della strategia di marketing dei loro clienti. A dimostrazione di questa importanza operativa e strategica, anche i dati di un’industria che genera ogni anno circa 34 miliardi di dollari di fatturato solo negli Stati Uniti e che è destinata a crescere ancora. Le agenzie creative continuano a fornire una gamma completa di servizi ai loro clienti, spesso grandi brand multinazionali, che oggi si rivolgono ad agenzie differenti in rapporto all’area geografica per cui programmare la propria comunicazione. Il digitale non ha fatto altro che amplificare le potenzialità creative di queste agenzie. Noi ninja, da amanti dei Mad Men, abbiamo dunque deciso di raccontarvi in una breve raccolta, non esaustiva, le storie di alcune delle più grandi aziende pubblicitarie del mondo.

    Ogilvy & Mather, confessioni di un pubblicitario

    s3-news-tmp-116020-ogilvy--default--1280 La Ogilvy & Mather è stata fondata nel 1948 a New York, da David Ogilvy – sicuramente avrai letto alcune delle sue famose citazioni anche nella nostra rubrica settimanale Best Adv of the Week -, con la partecipazione del fratello Francis Ogilvy (all’epoca presidente dell’agenzia Mather & Crowther), di Anderson Hewitt (account manager dell’agenzia J. Walter Thompson), dell’agenzia britannica S.H. Benson e della filiale americana dell’agenzia cinese Wedgwood. Partita inizialmente col nome di Hewitt, Ogilvy, Benson & Mather, nel 1953 l’agenzia diventò Ogilvy, Benson & Mather, per trasformarsi ancora nel 1964 in Ogilvy & Mather. Attualmente l’agenzia possiede circa 450 uffici in tutto il mondo e tra i principali clienti del network si possono annoverare nomi come BBC, Coca-Cola, MasterCard, Nestlé e Unilever. In Italia, dal 1980 al 1993 l’agenzia lavorò sotto il nome di Livraghi, Ogilvy & Mather, con Giancarlo Livraghi come socio di maggioranza. Tra le storiche e più belle campagne di Ogilvy, agenzia famosa anche per la classica firma alle sue campagne, c’è l’headline per Rolls Royce.
    “At 60 miles an hour the loudest noise in the New Rolls-Royce comes from the electric clock”
    ogilvy agenzie creative più famose Tra le campagne più riuscite di recente in Italia, Unica per Nutella, di cui vi avevamo parlato qui. Imperdibile, infine, la lettura di Confessions of an Advertising Man, di David Ogilvy. LEGGI ANCHE La storia e gli spot di David Ogilvy

    Publicis, la storia europea della creatività

    PubGr_logo La Publicis, fondata nel 1926 a Parigi, da Marcel Bleustein-Blanchet, dal 2002 è diventata Publicis Groupe. Il nome dell’agenzia viene dall’unione tra le parole francesi “publicité” e “six”, in riferimento all’unità dell’anno di fondazione, ossia il 6 di ’26. Come marchio dell’agenzia viene subito scelta la testa di un leone, segno zodiacale di Bleustein. Publicis è una delle agenzie creative che ha rivoluzionato il modo di fare pubblicità, dato, che i suoi lavori, non si basavano sul semplice invito all’acquisto, come invece avveniva nella maggior parte delle pubblicità francesi degli anni Venti, ma sulla costruzione di un rapporto stabile e duraturo tra brand e cliente. Il concetto di fidelizzazione, i giochi di parole per coinvolgere il cliente, tutti elementi che oggi potrebbe apparire scontati e in alcuni casi superati, in quell’epoca rappresentavano una assoluta novità. Muovendosi nel corso di quasi un secolo tra radio, televisione e cinema, per non abbandonare mai gli annunci stampa, diventando pioniera nella ricerca sulla psicologia in pubblicità, Publicis è cresciuta ampliando le sue sedi fino agli Stati Uniti, diventando una società quotata in borsa e acquisendo numerose altre aziende, che si sono sintetizzate nel tempo nella creazione del Publicis Groupe nel 2002. Tra i suoi storici clienti, Shell, Singer e Nestlé, ma anche Renault e L’Oréal. La sua storia, davvero interessante, che ti invitiamo a leggere nella sua interezza, si corona di adv come quello storico di Shell, C’est Shell que j’aime” basato sul gioco di parole in francese, tra “Shell” e “Elle” (Lei) che hanno una certa assonanza a livello di pronuncia. Uno slogan impiegato per circa un decennio. shell publicis Tra le campagne più recenti della branch italiana, quella dedicata ai Local Heros. Oggi l’italianissimo Bruno Bertelli è Global Chief Creative officer di Publicis WW.

    Saatchi & Saatchi, la politica nel dna

    Anche la Saatchi & Saatchi è una delle agenzie creative che hanno fatto la storia della pubblicità, anche se dal 2000 fa parte di Publicis Groupe. Fondata a Londra nel 1970 dai fratelli Charles e Maurice Saatchi l’agenzia acquistò progressivamente importanza con l’acquisizione delle agenzie Notley e Garland. La sua fortuna, legata in particolare alle campagne elettorali del Partito Conservatore britannico, culminò con la vittoria di Margaret Thatcher prima nel 1979 e poi nel 1987. Durante gli anni Ottanta la Saatchi & Saatchi acquisì altre storiche agenzie pubblicitarie, come la Compton e la Dancer Fitzgerald Sample, diventando così uno dei più importanti network del mondo. image004

    Leo Burnett, quando l’agenzia è il suo fondatore

    La Leo Burnett Worldwide è tra le agenzie pubblicitarie più importanti del mondo e anch’essa, dal 2002 fa parte del Publicis Groupe. L’agenzia nacque a Chicago il 5 agosto del 1935 e prese il nome dal suo fondatore, Leo Burnett. Negli anni aprì filiali a New York (1941), Los Angeles (1946), Toronto (1952) e Montreal (1959), diventando una delle principali agenzie di pubblicità americane. LEGGI ANCHE Leo Burnett, una vita tra mele, automobili e cowboy Nel 1969 acquisì la storica agenzia pubblicitaria inglese London Press Exchange, e questo gli permise di estendere il proprio mercato all’Europa e all’Africa, per poi acquistare anche l’agenzia Jackson Wain di Sydney, estendendo così il proprio mercato anche all’Oceania e all’Asia, in un quadro di espansione globale. Oltre all’esponenziale crescita nel corso del tempo con diverse acquisizioni e fusioni, l’aspetto interessante di questa agenzia creativa sta nella filosofia che ha ispirato una parte significativa delle sue produzioni pubblicitarie, basate sull’utilizzo di “persone normali” nelle sue campagne, persone nelle quali chiunque potesse identificarsi. Leo-Burnett Leo Burnett sosteneva che la pubblicità, per quanto inevitabilmente ingannevole, dovrebbe perlomeno sforzarsi di parlare in maniera semplice. Una buona pubblicità deve essere diretta, credibile, e accompagnata dall’emozione. Per poter trasmettere questo che Burnett chiamava “tocco comune” bisogna individuare la caratteristica che rende unico il prodotto, quella per la quale le persone dovrebbero essere spinte ad acquistarlo. Questa, definita “forza intrinseca”, dovrebbe emergere senza trucchi e giochi di parole, iperboli ed eccentricità, ma in modo semplice, realistico ed emozionante. Il Marlboro Man di Leo Burnett è una delle icone pubblicitarie più note nella storia della creatività. 1e7899da2e8f4bf1a359b33f86d2b75b Tra le campagne più recenti in Italia, ricordiamo invece, quella premiata ai Cannes Lions di quest’anno per Moleskine. spiderman_l_2

    McCann, la verità raccontata bene

    McCann, con uffici in 120 paesi è oggi una filiale dell’Interpublic Group of Companies, una delle quattro grandi holding nell’industria pubblicitaria. La McCann Erickson fa parte del McCann Worldgroup, che comprende anche l’agenzia di pianificazione e acquisto di Universal McCann. Nel 1912, McCann registrò il primo trademark pubblicitario mondiale “Truth Well Told”, creando poi alcune delle campagne pubblicitarie più famose e più iconiche del secolo scorso. La filosofia di McCann punta ancora oggi a trasformare i brand in una parte della cultura popolare mondiale, mostrando il loro impegno nella vita quotidiana dei consumatori. Tra le creatività più celebri della McCann Erickson lo slogan e la campagna pubblicitaria per Coca-Cola “It’s The Real Thing”, con il famosissimo commercial “Hilltop” del 1971. In questa breve rassegna all’insegna della creatività, non possiamo fare a meno di concludere con un altro interessante consiglio di lettura sotto l’ombrellone, alla scoperta dell’evoluzione della pubblicità, con il libro “A lezione dai Mad Men” della nostra Adele Savarese.