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  • Il Blue Monday non esiste, eppure tutti continuiamo a parlarne

    Nessuno studio scientifico supporta l'ipotesi che il terzo lunedì di gennaio sia il più deprimente dell'anno, ma questa giornata può essere molto utile

    21 Gennaio 2019

    Anno dopo anno, da almeno un lustro anche in Italia, abbiamo dato per assodato che il terzo lunedì di gennaio sia quello più triste e deprimente dell’anno. Si tratta del cosiddetto Blue Monday, il giorno in cui tutti siamo destinati a sentirci depressi, malinconici e sottotono. Stando all’informazione da web, il Blue Monday sarebbe stato calcolato con una formula sofisticata, secondo cui in questa specifica giornata le persone siano più tendenti del solito alla tristezza. Il Blue Monday, in realtà, è basato su una pseudoscienza: non c’è infatti nulla di scientifico o nessuna prova empirica che il terzo lunedì di ogni gennaio sia il più deprimente dell’anno. LEGGI ANCHE: Il Blue Monday, il nuovo logo della Juventus, Barack Obama e Donald Trump: gli Epic Win e Fail della settimana

    Da dove nasce l’idea di un Blue Monday

    Già molti esperti e giornalisti in passato hanno chiarito il fatto che questo lunedì statisticamente e verosimilmente non è né più né meno deprimente di ogni altro lunedì. Allora, perché scrivere un articolo che alimenta la paura e l’ansia del Blue Monday? In primo luogo, per contribuire ulteriormente al ridimensionamento del mito del Blue Monday e per sottolineare, dal lato opposto, alcuni fatti che invece oggi meritano il tempo di una lettura. In effetti il fenomeno del lunedì più triste dell’anno esiste, ma non come ce lo hanno presentato finora. Secondo alcuni ricercatori giapponesi, la proporzione dei suicidi che avvengono di lunedì per gli uomini è significativamente più alta rispetto agli altri giorni della settimana. Lo studio suggerisce che è proprio la struttura della settimana lavorativa ad influenzare questo dato. Più in generale, la ricerca mostra che il rischio di suicidio è maggiore in primavera che in inverno. Le variazioni stagionali dell’umore e i sintomi depressivi sembrano avere però il loro apice nel disturbo affettivo invernale e si stima che il 10-20% della depressione ricorrente segua uno schema stagionale di inizio in autunno/inverno e una remissione primaverile/estiva. Si tratterebbe quindi di una stagione blue (più triste, deprimente e malinconica) e non di un solo lunedì. LEGGI ANCHE: Numeri (e conseguenze) dell’uso eccessivo che tutti facciamo dello smartphone

    Il lunedì più triste sui social

    Il fenomeno social, dunque, sminuirebbe la reale gravità della situazione di chi affronta e vive questi sintomi, attribuendo una connotazione di mito o curiosità a un fenomeno che ha le sue vere radici nella sofferenza psicologica. Il fatto che la metà di gennaio sia un periodo difficile dell’anno, caratterizzato da una luce solare insufficiente nell’emisfero settentrionale e da una generale diminuzione delle disponibilità economiche dopo il periodo natalizio, giustifica la mitizzazione di una singolo giornata, il Blue Monday appunto. Questa cupa combinazione, insomma, ha trasformato nel tempo il Blue Monday in una sorta di capro espiatorio, una giornata per esorcizzare per molti lo spettro di una reale depressione o comunque di un umore negativo e di una mancanza di motivazione. Il fatto che si tratti di una giornata condivisa, inoltre, offre maggiore credibilità a questa sorta di rito, da vivere insieme agli altri (un po’ come il Capodanno), e legittima il fatto che ogni anno se ne continui a parlare. Sebbene non ci sia bisogno di un giorno celebrativo, per ammettere stanchezza, depressione e mancanza di energia, forse il Blue Monday può essere ancora un utile promemoria. Un momento in cui confrontarsi con se stessi, verificare come ci si sente emotivamente, prendere consapevolezza anche del proprio umore e affrontarlo. Darsi nuovi obiettivi, cominciare dai piccoli passi, approcciarsi in modo differente alla giornata lavorativa, così come al cibo e al rapporto con gli altri, potrebbe aiutarci a cambiare prospettiva e anche a dare un nuovo volto a questo terzo lunedì di gennaio. Quest’anno, poi, c’è un motivo in più per sorridere, dato che il Blue Monday coincide con la giornata mondiale dell’abbraccio.