Case stampate in 3D per risolvere il problema abitativo (anche nello spazio)

1,2 miliardi di persone nel mondo vivono oggi senza un alloggio adeguato: lo rivela un report del Ross Centre for Sustainable Cities del World Resources Institute. Un dato che è impressionante e allarmante e che in un futuro dove oggi immaginiamo i trasporti con droni, le auto senza conducente e le case con la domotica, sembra anche fuori luogo.

Purtroppo i costi di costruzione di una casa sono un problema per molti, anche nelle città dove il tasso di povertà non è alto. Per questo motivo il progetto di ICON, una startup con sede ad Austin, presentato quest’anno al SXSW, è davvero interessante: ICON ha sviluppato un metodo per stampare in 3D una casa di cemento di un solo piano e di 650 metri quadrati in sole 12-24 ore.

Se tutto andrà secondo i piani, la startup ha in programma per il 2019 la costruzione di una comunità composta da circa 100 case per i residenti di El Salvador. La società ha collaborato con New Story, un’organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di soluzioni abitative internazionali. “Stiamo costruendo case per comunità ad Haiti, in El Salvador e in Bolivia”, dice Alexandria Lafci, co-fondatrice di New Story, a “TheVerge”.

Costruire una casa in 24 costa 4.000 dollari

LEGGI ANCHE: Come sarà la casa del futuro? Ci coccolerà all’infinito e si pulirà da sola

Utilizzando la stampante Vulcan, ICON può stampare un’intera casa per 10.000 dollari, ma prevede di ridurre i costi a 4.000 dollari per casa. Il modello progettato ha un soggiorno, una camera da letto, un bagno e un portico.

ICON non è la prima azienda che è riuscita a stampare una casa, ma solitamente il risultato è sempre stato più simile a un container. Inoltre l’uso del cemento come materiale rassicura i potenziali inquilini sulla robustezza della struttura.

Una soluzione per costruire case nello spazio?

ICON al momento sta completando i test sui materiali e sul design della casa, poi trasferirà la stampante Vulcan in El Salvador per iniziare la costruzione delle abitazioni. Le case stampate in 3D produrranno scarti minimi e i costi della manodopera saranno notevolmente ridotti. È una soluzione sicuramente interessante per risolvere la carenza di alloggi nel mondo, ma come la prenderanno i sindacati che rappresentano i lavoratori del settore edile?

ICON e New Story hanno ribaltato il classico clichè che vuole le tecnologie più innovative prima disponibili a costi molto alti e per consumatori con un’alta capacità di acquisto: questo progetto è invece pensato per risolvere la crisi di alloggi nel mondo e in futuro, come afferma la startup stessa, vuole fornire una soluzione per vivere fuori dal nostro pianeta, un habitat facile da ri-costruire anche nello spazio.

Troppo “futuristico”? Se ormai ci stiamo abituando alle promesse di Elon Musk, questa soluzione tutto sommato sembra molto più realistica e facile da realizzare.

Naoko

Conseguita la Laurea In Scienze della comunicazione a Bologna, Naoko, al secolo Claudia Ingrassia, ha investito da subito tempo e passione nella ricerca dei nuovi confini digitali della comunicazione. Navigando nel web, ha preso contatto con le popolazioni della rete, partecipando attivamente ai loro rituali di aggregazione, social network in primis. Ha poi dato il suo contributo al mondo virtuale in veste di web editor per portali di cinema, musica e cultura della città di Bologna e su territorio nazionale. Nel mondo reale si è proposta come free lance per Festival di cinema, come consulente in comunicazione interna in settore ospedaliero, in comunicazione below the line, in gestione e organizzazione di eventi in associazioni culturali e teatrali e come fotografa a tempo perso. Ma "panta rei", tutto scorre, come diceva Eraclito. La bussola di Naoko ora punta verso i territori del Mobile e i trend che gli iDevice stanno definendo. Unitasi al clan dei Ninja, guarda già ai nuovi orizzonti della Life Mobile.

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