Come continuare a migliorare la SEO anche nel 2018

Il 2017 è stato un anno caratterizzato da consolidamento delle pagine di AMP, User Experience, Machine Learning e, ovviamente, Mobile. Cosa ci aspetta ora nel 2018? Ecco 7 previsioni Ninja per continuare a migliorare la SEO secondo i trend attuali.

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1.  Mobile First

Non è una novità che la navigazione da mobile abbia superato quella da desktop e che le ricerche da smartphone siano ormai salite al 58% . Il trend si conferma anche per il 2018 e Google, di tutta risposta, già da qualche tempo aveva mostrato l’intenzione di classificare le pagine basandosi sulla loro versione mobile (mobile-first index).

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Quest’anno il lancio del mobile-index first sembra diventare realtà, almeno da quanto dichiara Google.  Sarà probabilmente tra i più grandi cambi di algoritmo di sempre e potrebbe sconvolgere le classifiche attuali e far capitolare qualcuno nella SERP, portando perfino a obsolescenza i siti non accessibili da mobile.

Un altro aspetto su cui continuerà a battersi Google è l’inasprimento delle pene per i siti che utilizzano banner intrusivi (mobile interstitial) e interrompono la user experience dell’utente sovrapponendosi al contenuto di interesse.

Il Mobile Interstitial Update era stato già lanciato nel 2017, ma sembra che i Big Brand nelle prime posizioni, grazie alla fiducia degli utenti, non siano stati impattati affatto dall’aggiornamento. Google quindi potrebbe inasprire la pena per correggere questo “cattivo” comportamento.

Cosa fare lato mobile per migliorare la SEO?

A livello tecnico prima di tutto un sito web responsive o mobile è d’obbligo e l’utilizzo del protocollo web AMP (Accelerated Mobile Pages) sicuramente velocizzerà la navigazione. Evitiamo banner intrusivi a favore di una pubblicità integrata alla user experience.

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2. User Experience

Quando parliamo di User Experience non ci riferiamo solo ad aspetti tecnici come la navigazione mobile e la velocità di caricamento pagine, ma anche a contenuti customizzati, coinvolgenti e  che siano la soluzione immediata ai problemi degli utenti.

Cosa succede nel momento in cui un utente arriva sulla pagina e fatica a trovare la sezione o l’argomento d’interesse? Semplice, lascerà il sito in pochi secondi. Una buona user experience richiede, oltre alla velocità, la leggibilità del contenuto, il design, l’architettura dell’informazione e la customizzazione.

Google ha reso chiaro  del resto che una user experience “completa” è parte del sistema di ranking, ciò vale sia per il mobile che per il desktop, assicurando inoltre all’utente una fluidità nella fruizione del sito tra i vari device.

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3. Cyber-security

La sicurezza è un aspetto da non sottovalutare. Il 2017 ci ha insegnato che niente sul web è sicuro e che i webmaster dovranno prestare un’attenzione maggiore nella realizzazione e manutenzione  dei siti web.

Grandi aziende come Uber e Yahoo sono infatti cadute vittime di cyber-attack e hanno investito molto per rendere sicuri i propri sistemi. Ovviamente, aziende medio-piccole non hanno a disposizione fondi per mettere al sicuro tutti i loro sistemi, ma piccole misure di sicurezza possono aiutarci a proteggere i nostri siti web e dati, incluse le informazioni private degli utenti che si affidano a noi.

La sicurezza è anche un tema caldo per Google, che intende renderla uno degli aspetti SEO più importanti. Il consiglio per migliorare la SEO in questo caso è pensare e prestare attenzione alla sicurezza dei dati e siti, a partire dal protocollo https.

4. Ricerca Vocale e Featured Snippet

La ricerca vocale, secondo quanto dichiarato da Google copriva già nel 2016 il 20% delle ricerche totali. Nel 2018 ci aspettiamo che questo trend aumenti così come le vendite dei Digital Assistant, che proprio Google sta incentivando con la linea estesa di Google Home.

Con l’aumento della ricerca vocale andranno ad aumentare anche i Featured Snippet (oggi circa il 30%), ossia quei riquadri speciali in cima alla SERP, che rispondono in modo riassuntivo alle domande poste nella ricerca. Provate a scrivere, per esempio, “Come si fa la besciamella?”, se non avete disattivato i featured snippet, vi apparirà probabilmente un riepilogo della ricetta.

Le domande sono proprio una forma di ricerca vocale e mettere i featured snipped in cima alla SERP è chiaramente un indizio delle intenzioni di Google.

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Cosa fare? Per migliorare la SEO nel 2018 bisogna guardare con attenzione alla ricerca vocale, focalizzandosi su parole chiave “long-tail” e una sintassi comune al linguaggio parlato. Strutturate i contenuti con Domande e Risposte (es. FAQ) o in ogni caso contenuti divisi in sezioni, che vadano a rispondere brevemente a domande che l’utente potrebbe porsi.

5. Le Intent Keywords

Tra i fattori di ranking di Google ci sono anche le intent keywords (parole chiave intenzionali), ossia quelle parole che esprimono un intento di acquisto, informazione, navigazione, ecc. Per esempio, in caso di parole chiave con un chiaro intento di acquisto (per esempio “Prezzi”), Google privilegerà siti eCommerce, così come per parole chiave a scopo informativo (ad esempio “cosa fare per…”) privilegerà siti a contenuto informativo.

Oltre all’ottimizzazione e segmentazione del contenuto, un consiglio per migliorare la SEO è proprio una scelta di intent keywords appropriate.

6. Linkless Mentions (Menzioni senza link)

Negli ultimi anni i maggiori motori di ricerca come Google e Bing, hanno sviluppato l’abilità di misurare la reputazione di un Sito Web, attraverso i riferimenti al brand e al “sentiment” a esso relativo, senza il bisogno di un link diretto. Questi riferimenti sono noti come “linkless mentions” (menzioni senza link).

Bing ha confermato di tracciare le linkless mentions e usarle come fattore di ranking e Google potrebbe fare lo stesso. Dato il ruolo sempre maggiore dell’Intelligenza artificiale nell’algoritmo non è una  sorpresa aspettarsi le linkless mentions come fattore di ranking nel prossimo futuro.

Le strategie usate per guadagnare menzioni sono ovviamente simili a quelle per guadagnare i link, ma il vantaggio in questo caso per il brand è maggiore, pensate infatti a tutte quelle menzioni che già oggi sono senza link. I brand più piccoli potrebbero guadagnare non poche posizioni!

Cosa fare per migliorare la SEO con le linkless mentions? Semplice! Fate parlare di voi, partecipate alle conversazioni e sostenetele.

7. No alle fake news e ai guest post manipolatori per migliorare la SEO

Le fake news sono un problema molto sentito da Google, che nell’ultimo anno e mezzo è stata accusata dai media addirittura di promuoverle. Non c’è bisogno di dire quanto l’immagine di Google sia stata colpita da queste critiche, tanto da porsi come obiettivo quello di riuscire a individuare le fake news e punirle severamente.

In questa direzione, Google ha già: bandito gli editori che promuovevano pubblicità con fake news; testato nuove modalità per tracciare segnalazioni dagli utenti; “aggiustato” l’algoritmo per svalutare informazioni non autorevoli; aggiunto tag verificatori (fact check tags) ai risultati di ricerca.

Nel 2015 inoltre aveva rilasciato un documento, il “Knowledge-Based Trust” (Fiducia basata sulla conoscenza), che valutava la qualità delle pagine web in base all’accuratezza dell’informazione invece che alla popolarità e al numero dei link. Se il Knowled- Based Trust venisse implementato, potrebbe far capitolare molti siti di fake news.

LEGGI ANCHE: Perché alcune fake news corrono più veloce di altre notizie?

Un altra spina nel fianco che Google vuole togliersi sono i guest post “manipolatori”, ossia quei post scritti da altri siti per pubblicizzare il nostro. A maggio Google aveva già avvisato i webmaster che questa strategia di backlink era contro le sue linee guida, ma la novità è che ora un aggiornamento dell’algoritmo potrebbe individuare chi la pratica.

In questo caso,  il vero consiglio per migliorare la SEO è chiedersi se i nostri utenti abbiano veramente bisogno di queste strategie per affezionarsi al nostro brand.

Silvia Di Gennaro

Sangue abruzzese e romano, sono cresciuta tra pc, videogiochi e letteratura. Spontaneamente travolta dal mondo digitale e della comunicazione, già dalla tenera età di dieci anni ho sperimentato le diavolerie del web senza la flat. Mi appassiona il content marketing, la user experience, e tutto ciò in qualche modo riconducibile alla psicologia dell’immagine e del linguaggio. Fuori dal web vago per montagne imbracciando la mia Nikon e trovo entusiasmante ogni forma d’arte che mi presenti una nuova realtà. Da dicembre 2020 sono stata nominata dalla Commissione Europea, European Climate Pact Ambassador. Insieme ad altri ambasciatori ho costituito la community EuCliPa Italy per ispirare, informare e sostenere azioni contro la crisi climatica.

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