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  • Il cambiamento nel digital learning e le nuove competenze per i formatori

    La pandemia ci ha costretto a reinventare la fruibilità dei contenuti formativi e l'approccio culturale degli attori in gioco

    5 Maggio 2021

    Le figure professionali coinvolte nel processo di formazione hanno acquisito nuove competenze e nuove conoscenze, specializzandosi anche in attività didattiche ben lontane dal quelle per cui erano state ingaggiate. In un panorama formativo in veloce evoluzione, c’è spazio anche per nuove figure professionali, con skill che vanno oltre quelle richieste a chi lavora nel settore della formazione, skill legate maggiormente alla dimensione digitale dell’apprendimento. Nelle grandi strutture, in cui la formazione è il filo condutture di tutte le attività aziendali, la cultura dell’Academy e dell’apprendimento digitale è già ben radicata e sfruttata da tutti gli attori coinvolti. Ci riferiamo, in questo caso, alle grandi organizzazioni aziendali, alle società di consulenza, all’universo scolastico: università, scuole di ogni genere e grado. LEGGI ANCHE: Didattica online: come passare dalla teoria alla pratica

    Gli attori coinvolti

    La formazione aziendale è un processo fondamentale all’interno di un’organizzazione e gli interlocutori coinvolti hanno caratteristiche diverse dovute al ruolo che gli compete. Gli Staff professionali sono quelle figure coinvolte a tempo nelle attività di formazione:
    • addetti alla progettazione;
    • learning architect;
    • coordinatori di aree formative (formazione obbligatoria, formazione tecnica, formazione per la rete vendita ecc).
    Persone interne all’azienda sono quelle figure che affiancano lo staff professionale:
    • addetti alla gestione amministrativa;
    • staff per la gestione della formazione finanziata;
    • gestori degli ambienti tecnologici.

    Nuovi ruoli

    Oltre alle figure “tradizionali” appena descritte, in un contesto digitale come quello che stiamo vivendo, si affiancano nuovi ruoli e nuove competenze. La crescente spinta alla digitalizzazione ha modificato radicalmente anche i ruoli dei formatori ai quali sono richieste competenze che vanno oltre quelle tradizionali. Sempre più aziende cercano professionisti della formazione da inserire all’interno delle proprie Academy aziendali. Analizziamo questi nuovi ruoli.

    Instructional designer

    Per instructional design si intende il processo con cui si identificano i bisogni formativi di un certo gruppo target al fine di creare o identificare le esperienze di apprendimento più adatte a colmare tali bisogni e raggiungere gli obiettivi formativi aziendali e istituzionali. Nell’ambito dell’eLearning, il progettista della formazione elabora una strategia multimediale che coinvolge i beneficiari nel proprio processo di apprendimento, progetta e cura l’erogazione dei corsi. Un instructional designer deve essere in grado di usare gli strumenti specifici dell’eLearning in un ambiente di apprendimento virtuale o misto. Un instructional designer deve:
    • saper organizzare e gestire webinar ed eventi formativi online e ideare e gestire un’aula virtuale;
    • sviluppare corsi online tramite strumenti di authoring;
    • monitorare, moderare e gestire forum e community online.

    Knowledge Holder

    I veri e propri detentori della conoscenza all’interno di un’organizzazione. Sono la memoria storica, i creatori nonché i manutentori della kwnoledge base aziendale coloro che attraverso l’attività lavorativa quotidiana diventano docenti occasionali. Dedicano in media dalle 20 alle 100 ore all’anno nella gestione di corsi per colleghi, moderano e gestiscono le community di apprendimento diventando dei veri e propri social learning expert.  Sono anche mentor, tutor e coach accompagnando i colleghi verso un apprendimento continuo on the job.

    Amministratore di piattaforme online

    Figura ricercatissima dalle organizzazione moderne è l’amministratore di LMS, ovvero colui che gestisce, amministra, manutiene e sviluppa il Learning management system.

    È evidente che le figure coinvolte nei processi formativi devono avere, accanto alla tradizionali skill, competenze nuove orientate alla cultura digitale, di knowledge management.

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    Nuove competenze

    Ma quali sono le nuove competenze richieste a tali figure? La prima competenza, necessaria e oggi più che mai indispensabile, è legata al mondo della digitalizzazione. In ogni settore aziendale, non solo in quello formativo, le skill legate al digital sono fondamentali. Occorre quindi avere una dotazione di competenze digital di base associata a competenze più specifiche. Il mindset del formatore è composto da:
    • nuova cultura digitale;
    • conoscenza di nuove ed evolute tecnologie;
    • saper utilizzare strumentazioni presenti nel mondo del digital learning;
    • conoscenza di metodologie evolute di progettazione di percorsi di formazione blended;
    • competenze legate a nuove discipline, come le neuroscienze, utili per meglio comprendere le dinamiche di apprendimento in ambienti completamente digitali.
    formatori LEGGI ANCHE: Microsoft Italia lancia Didattica in Atto, un progetto eLearning per i docenti

    Il docente

    Il docente dovrebbe avere 5 competenze fondamentali:
    • deve fare evolvere l’aula verso il digitale, integrando tradizione con innovazione digitale;
    • creare contenuti coinvolgenti utilizzando nuovi linguaggi digitali e percorsi ad alto contenuto comunicativo;
    • non smette mai di apprendere e sa cercare i contenuti da trasmettere nelle fonti corrette;
    • sa organizzare e classificare i contenuti e utilizza piattaforme LMS;
    • curare il post aula attraverso attività di gestione della community.

    Reverse Mentoring

    Accanto al mindset di cui sopra, le aziende puntano moltissimo al reverse mentoring Il Reverse Mentoring è il processo mediante il quale i giovani tipicamente con meno esperienza, ma con una forte competenza digitale, aiutano i senior, con una lunga esperienza lavorativa, a familiarizzare con la tecnologia, alla ricerca di un reciproco scambio. In altre parole, il Reverse mentoring consente,  uno scambio di competenze tra nativi digitali e senior. Il reverse mentoring è un processo che, se ben implementato all’interno dell’organizzazione, può diventare uno strumento per migliorare:
    • la retention dei talenti e la loro gestione;
    • il superamento del digital gap;
    • lo sviluppo della leadership;
    • la diffusione della conoscenza e della cultura dell’apprendimento continuo.
    Conseguentemente, questo processo di cambiamento passa non solo da un cambiamento culturale ma anche e, soprattutto, da un forte processo di reskilling delle competenze. Non a caso, il reskilling è una delle sfide più importanti, per non dire la più importante, per le HR nel 2021. Di conseguenza, nelle organizzazioni votate alla formazione, attraverso il Reskilling verrà richiesto ai docenti di rivedere alcune attività tradizionali in favore di altre competenze e capacità come quella di formare i learner attraverso l’autoapprendimento, nel sapersi muovere in autonomia nell’ecosistema dell’apprendimento fisico e digitale sia esso interno o esterno all’organizzazione. formatori LEGGI ANCHELe sfide più ardue per il settore HR nei prossimi mesi

    La didattica tra tradizione e innovazione

    La pandemia ha radicalmente modificato il modo di apprendere e gli strumenti attraverso i quali le organizzazioni erogano la formazione stessa. La digitalizzazione ha profondamente cambiato l’approccio culturale delle persone spostando la loro attenzione in una dimensione nuova, dove gli stili comunicativi e le nuove dinamiche socio-relazionali si intersecano con ambienti virtuali e dimensione digitale. Secondo un recente studio (pre-pandemico) condotto da Training Industry, oltre il 20% delle aziende aveva già pianificato un incremento degli investimenti in tecnologie di Learning Management Systems (LMS), content management, soluzioni di authoring dei contenuti, strumenti di social learning e sviluppo di contenuti formativi. Investimenti in formazione che non diminuiranno sicuramente, anzi, cresceranno sempre di più anche nella fase post pandemica, anche se gradualmente torneremo ad utilizzare la didattica tradizionale. Siamo in una situazione ibrida in cui la didattica tradizionale deve convivere con una didattica fortemente innovativa. L’eLearning e la formazione online saranno sempre più presenti nelle nostre vite professionali, come strumenti indispensabili per garantire una condivisione della conoscenza, inclusiva e collaborativa.

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