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  • Le nuove sfide dei nomadi digitali tra restrizioni e remote working

    L'approfondimento sul Nomadismo Digitale

    7 Aprile 2021

    • Il nomade digitale è un una persona che riesce a lavorare ovunque grazie agli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia e che ha deciso di non legare la propria vita professionale ad un determinato ed unico luogo.
    • Dal copywriter allo sviluppatore di software, dal community manager al social media strategist: sono davvero tante le professioni a cui può ambire un nomade digitale.
    • Consapevolezza delle proprie capacità, attenta gestione delle finanze, elevato senso di responsabilità: alcune delle skills che potrebbero tornare utili una volta in viaggio.
      Si è sentito parlare tanto, nell’ultimo anno, di smart working, di telelavoro, di concetti di flessibilità in termini di spazio e tempo per la propria professione. Un po’ meno di nomadismo digitale. Bisognerebbe partire dal concetto che, grazie alla tecnologia, è già profondamente cambiato il modo di pensare al proprio “posto di lavoro”: la mente va subito al lungo periodo di lavoro da remoto durante il quale milioni di italiani hanno riorganizzato le proprie attività professionali (da oltre un anno) nei rispettivi salotti, cucine e giardini. Si può continuare con i vari modelli di lavoro flessibile, di cui si è tanto discusso negli ultimi mesi: per esempio il South Working, modello che consentirebbe al dipendente di vivere in un borgo della Costiera Amalfitana, lavorando allo stesso tempo per un’azienda di Torino. Se da un lato la tecnologia rende percorribile (ove possibile) la via della trasformazione dei metodi di lavoro tradizionali, dall’altro ci si trova di fronte a molti dubbi: mancanza di socialità fra colleghi, appiattimento della contaminazione professionale, attività commerciali che sorgono nei pressi di uffici in difficoltà. Solo per citarne alcuni. La riflessione è: anche dopo la terza ondata o la conclusione dell’emergenza sanitaria, i nuovi metodi di lavoro e i nuovi stili di vita continueranno a essere parte delle quotidianità di ognuno? I pareri sono ancora discordanti. Tuttavia, potrà essere in ogni caso utile un breve approfondimento sul nomadismo digitale.

    Cos’è il nomadismo digitale

    Il nomade digitale è un una persona che può lavorare ovunque grazie agli strumenti messi a disposizione dal mondo digitale, e che per una scelta di vita ha deciso di non legare la propria vita professionale ad un determinato ed unico luogo. Per il nomade digitale non esistono limiti spaziali, esistono solo luoghi con una connessione a internet e luoghi senza. Curiosità e indipendenza dovrebbero essere elementi chiave per intraprendere questa scelta di vita. Si superano così i concetti di smart working e di telelavoro. Si tratta di persone che utilizzando gli strumenti tecnologici, notebook, tablet, smartphone e qualsiasi tipo di wearable device, decidono di svolgere il proprio lavoro in piena flessibilità spaziale (e anche in termini di tempo): oggi da Londra, il mese successivo da una meta tropicale. Non ci sono dei requisiti minimi, tuttavia pare che la regola madre sia “il tuo lavoro deve poter essere svolto al 100% da remoto”. Potrebbe essere davvero utile avere già delle esperienze professionali consolidate nel proprio campo, in quanto sarà sicuramente necessario saper fronteggiare le difficoltà inerenti al proprio lavoro con una buona dose di indipendenza e con un atteggiamento proattivo.

    Le professioni del nomade digitale

    smart-working-lavoro-agile LEGGI ANCHE: La Città del quarto d’ora: un nuovo modello di smart city Quali sono i lavori adatti a un nomade digitale? Beh, non c’è una regola scritta, ma ogni lavoro che può essere svolto al 100% da remoto, e con una connessione internet a disposizione, è un buon lavoro per intraprendere questa strada. Dal copywriter allo sviluppatore di software, dal community manager al social media strategist o addirittura founder di una startup: sono davvero tanti i lavori digitali che possono essere svolti da qualsiasi latitudine. Inoltre, occorre una predisposizione all’organizzazione del proprio tempo e un elevato grado di responsabilità professionale per completare ogni giorno i propri task con efficienza e qualità. In poche parole, saper lavorare per obiettivi. Potrebbero tornare utili anche intraprendenza e spirito di adattamento nei confronti dei nuovi posti da visitare e in cui vivere. Altre professioni adatte al nomade digitale potrebbero essere, ad esempio, il traduttore, il giornalista, il videomaker. LEGGI ANCHE: Benefici (e svantaggi) di smart working e remote working per le mamme e i papà

    Quale meta scegliere

    Con la crescita (in termini di utilizzo) delle varie tipologie di lavoro da remoto, molti Paesi hanno offerto negli scorsi mesi la possibilità di lavorare dai propri territori, con “pacchetti” temporanei e dedicati agli smart worker e ai nomadi digitali. Sono molte le mete adatte per un nomade digitale: a seconda delle proprie esigenze e delle proprie possibilità economiche andrebbero tenute in considerazione variabili come il costo della vita, le attrazioni naturalistiche ed artificiali, il livello di sicurezza, clima e cultura, prima di scegliere il paese dove recarsi per questa esperienza alternativa. Purtroppo, la situazione di incertezza dovuta alla nuova ondata di contagi (in Italia e in molti altri paesi europei) a causa del virus probabilmente non è il miglior contesto storico per prendere decisioni così significative. Tuttavia, è anche probabile che, una volta superata l’ennesima fase acuta della pandemia e con il progresso delle campagne vaccinali, sia in Italia che nel resto del mondo cresceranno le possibilità professionali di lavoro in remoto e che molti altri paesi si attrezzeranno per ospitare nomadi digitali da ogni parte del globo.

    Economia: gestione delle entrate e delle uscite

    La gestione delle finanze è un altro tema da tenere sempre sott’occhio e particolarmente sentito fra i nomadi digitali: non disporre di un’entrata economica fissa a fine mese, deve essere uno stimolo in più per stare attenti alle proprie finanze e bilanciare al meglio le entrate e le uscite. Potrebbe tornare utile avere a disposizione una somma di denaro nel salvadanaio per fronteggiare eventuali imprevisti, oltre che trovare un equilibrio con tutte le spese fisse da sostenere una volta approcciati a questa nuova esperienza: alloggio, pasti, esperienze culturali, internet sono solo alcune delle voci (fra le uscite economiche) che peseranno sulle finanze del nomade in maniera periodica e ripetuta. Agende, app per la gestione delle spese, fogli elettronici: l’importante è tenere questo aspetto (particolarmente rilevante) sempre sotto controllo.

    Gli “uffici” in giro per il mondo

    LEGGI ANCHE: Smart working e video call: quanto è cambiata la nostra quotidianità?  Se un vero e proprio ufficio non c’è, quali sono i luoghi dove il nomade digitale può trovare ispirazione e concentrazione? Le soluzioni sono innumerevoli: cafè, spiagge attrezzate, lounge bar ma soprattutto spazi per il co-working. Il co-working può essere la risposta ad alcune delle difficoltà a cui si può andare incontro quando si cambia spesso città: la mancanza di socialità e la conseguente privazione di contaminazione culturale e professionale. Ovviamente questo ultimo punto, legato al tema della socialità, viene meno quando è necessario rispettare norme di restrizione e distanziamento sociale per proteggere sé stessi e gli altri da un problema comune come il Covid-19. Si tratta di una scelta di vita molto affascinante ma, forse, non adatta a tutti.