Elisa Bonati
Pubblicista, Coordinatore scientifico e Marketing Specialist di Lavorofacile.it
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Accompagnare le aziende nel percorso di trasformazione digitale attraverso l’introduzione di tecnologie emergenti che spingano l’azienda verso un miglioramento del business: questa la mission degli Innovation Manager.
Secondo una Survey della Digital Transformation Academy del PoliMi – Osservatori digitali – l’Innovation Manager è un:
Sono tante e variegate ma sicuramente la skill che per eccellenza lo contraddistingue è il change management. L’Innovation Manager deve essere il professionista che per eccellenza guida il cambiamento in azienda, accompagnando le persone verso nuovi obiettivi, nuovi orizzonti e nuove modalità di operare.
A seguire, tra le capacità dell’Innovation Manager, troviamo:
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L’Innovation Manager può provenire da settori differenti, il background prevalente è ICT, area sicuramente più affine ai temi di innovazione digitale.
Con una formazione ICT, l’Innovation Manager, è in grado di ricercare soluzioni applicative sempre più innovative ed ottimali.
Ma l’Innovation Manager non è solo ICT può provenire anche dalla consulenza, dal marketing, dalla comunicazione, dalla R&D ambiti aziendali che hanno un ruolo determinate nel processo di innovazione.
L’Innovation Manager è un individuo multidisciplinare, con capacità predittive in relazione agli scenari futuri, con elevata competenza tecnologica e con spiccata visione innovativa.
È chiaro quanto sia difficile trovare figure di così alto valore e che siano al contempo affidabili.
Ecco che il MISE ha pensato di agevolare le aziende italiane nella ricerca di queste figure istituendo un vero e proprio elenco di soggetti ammessi a questa professione.
Possono presentare domanda di iscrizione all’elenco dei manager per l’innovazione costituito dal Ministero dello sviluppo le persone fisiche che, al momento della presentazione della domanda di iscrizione all’elenco soddisfano almeno uno dei seguenti requisiti:
Possono inoltre presentare domanda di iscrizione le persone fisiche che risultino:
Possono, infine, presentare domanda di iscrizione all’elenco le società operanti nei settori della consulenza, i centri di trasferimento tecnologico in ambito Industria 4.0, i centri di competenza ad alta specializzazione e gli incubatori certificati di start-up innovative. (Fonte: Mise).
Il Mise, il 2 Luglio 2019, ha reso noto che è stato pubblicato sulla G.U. n. n. 152 del 1-7-2019 il decreto attuativo 7 maggio 2019, attuativo della Legge di Bilancio 2019, sul c.d. Voucher per l’Innovation Manager, che ha l’obiettivo di sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale delle PMI e delle reti d’impresa, presenti su tutto il territorio nazionale.
Più precisamente vengono messi a disposizione delle PMI circa 75 milioni di euro per gli anni 2019, 2020 e 2021.
Il “Voucher per l’Innovation Manager” è uno strumento agevolativo finalizzato a favorire la crescita di competenze manageriali delle PMI, che potranno avvalersi in azienda di figure in grado di implementare le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0, nonché di ammodernare gli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali.
Grazie ai voucher per l'Innovazione Digitale puoi anche finanziare i tuoi progetti formativi aziendali.
Possono beneficiare delle agevolazioni di cui al voucher per consulenza in innovazione le imprese operanti su tutto il territorio nazionale che risultino possedere, alla data di presentazione della domanda nonché al momento della concessione del contributo, i requisiti di seguito indicati:
Possono inoltre beneficiare del voucher anche le reti d’impresa composte da un numero non inferiore a tre PMI in possesso dei requisiti descritti, purché il contratto di rete configuri una collaborazione effettiva e stabile. (Fonte: Mise).
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Si considerano ammissibili al contributo le spese sostenute a fronte di prestazioni di consulenza specialistica rese da un manager dell’innovazione qualificato, indipendente e inserito temporaneamente, con un contratto di consulenza di durata non inferiore a nove mesi, nella struttura organizzativa dell’impresa o della rete.
La consulenza deve essere finalizzata a indirizzare e supportare i processi di innovazione, trasformazione tecnologica e digitale delle imprese e delle reti attraverso l’applicazione di una o più delle tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0 individuate tra le seguenti: big data e analisi dei dati; cloud, fog e quantum computing; cyber security; integrazione delle tecnologie della Next Production Revolution (NPR) nei processi aziendali, anche e con particolare riguardo alle produzioni di natura tradizionale; simulazione e sistemi cyber-fisici; prototipazione rapida; sistemi di visualizzazione, realtà virtuale (RV) e realtà aumentata (RA); robotica avanzata e collaborativa; interfaccia uomo-macchina; manifattura additiva e stampa tridimensionale; internet delle cose e delle macchine; integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali; programmi di digital marketing, quali processi trasformativi e abilitanti per l’innovazione di tutti i processi di valorizzazione di marchi e segni distintivi (c.d. “branding”) e sviluppo commerciale verso mercati; programmi di open innovation.
L’agevolazione è costituita da un contributo in forma di voucher concedibile in regime “de minimis” ai sensi del Regolamento (UE) n. 1407/2013. Il contributo massimo concedibile è differenziato in funzione della tipologia di beneficiario:
Le imprese che vogliono richiedere il voucher hanno già seguito un iter suddiviso in tre fasi, che si concluderà nei primi di dicembre:
I voucher per l’innovazione digitale rappresentano una grande opportunità per le PMI, le quali possono sfruttare i finanziamenti governativi per dare un’accelerata ai processi di innovazione.
Il rischio per le PMI è affidarsi a professionisti o aziende non adatte e non formate correttamente per questo tipo di percorso. Ecco perché l’individuazione del professionista giusto da inserire in azienda è la prima chiave di successo di questa iniziativa insieme alla volontà, reale/pratica e non solo teorica, di intraprendere un corretto percorso di innovazione.
Solo in questo modo e solo se il MISE tutelerà la figura professionale degli Innovation Manager attraverso l’istituzione di albi professionali riconosciuti e riconoscibili, potremo considerare questa iniziativa un vero cambio culturale che ci porterà al pari delle altri nazioni europee.
I voucher per l’innovazione digitale rappresentano una grande opportunità per le PMI, le quali possono sfruttare i finanziamenti governativi per dare un’accelerata ai processi di innovazione.