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I brand devono prendere posizione: ecco chi lo ha già fatto per la Giornata contro la violenza sulla donna

  • Il 25 novembre di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le Donne
  • Due anni fa il brand IKEA, in collaborazione con la Onlus Telefono Donna, ha lanciato la campagna #PerUnaGiustaCasa
  • No More e UBER, invece, hanno collaborato per una partnership curando la campagna #Dontstandby

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Sapete cosa vuol dire dolore? Una donna che ha subito violenza la si riconosce lontano un miglio, le si legge in faccia quello che ha passato. Una donna che ha subito violenza non dimentica, le resta dentro tutto il dolore che ha provato: resta nella viscere, nella testa, nei ricordi e basta un niente per farlo tornare a galla.

Per questo che in quest’articolo, ancora una volta, parliamo di donne.

Oggi è il 25 novembre, Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne. Gli ultimi dati ISTAT riportano: quasi 7 milioni di donne italiane dai 16 ai 70 anni hanno subito almeno una volta nella vita una forma di violenza (20,2% violenza fisica, 21% violenza sessuale con casi nel 5,4% di violenze sessuali gravi, come stupro e tentato stupro). Numeri sconvolgenti se si considera che a praticare le violenze siano stati partner o ex partner: nel dettaglio, su una cifra di 3 milioni di donne, la violenza è avvenuta nel 5,2% dei casi dall’attuale partner e nel 18,9% dei casi da un ex partner.

Ma i dati che preoccupano di più sono quelli che riguardano la fascia adolescenziale. Dai dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza, sono sempre più le adolescenti a rischio violenza.

L’Osservatorio ha svolto una ricerca su 4 mila ragazzi tra i 13 e 19 anni: a gennaio, attraverso le pagine del sito di Skuola.net, è stato lanciato un questionario, elaborato dall’Osservatorio. Quello che emerge è che circa 1 ragazza su 10 è stata aggredita verbalmente dal proprio fidanzato, in circa la metà dei casi, l’episodio è avvenuto in pubblico. Una su 20 è stata addirittura picchiata. Picchiate, minacciate dal fidanzatino anche a 14 anni, insultate e controllate. Una ragazza su 20 ha raccontato di essere stata aggredita fisicamente dal fidanzato, 2 adolescenti su 50 picchiate già a partire dai 14, 15 anni. Una su 10 ha paura della persona che ha a fianco e tre ragazze su 50 si sentono incastrate nella propria relazione perché vittime di minacce.

Ecco perché è arrivato il momento di fare qualcosa.

La violenza sulle donne, un tema di responsabilità sociale per le imprese

Era il 25 novembre 2017 quando IKEA, in collaborazione con la Onlus Telefono Donna, lanciava la campagna #PerUnaGiustaCasa.

La campagna comunicava attraverso un video in cui si ribaltavano completamente i valori comunicati dal brand di arredamento: alla sicurezza e all’armonia familiare, si sostituiva una tetra inquietudine. La casa diventava luogo della violenza, della tensione, della minaccia e dell’offesa.

Non c’è stato bisogno di far vedere cicatrici, occhi pesti o uomini violenti: è stata messa la donna al centro della comunicazione, senza far ricorso a nessun cliché.

Ma soprattutto la vera rivoluzione è stata quella di saper generare empatia con altre donne, IKEA nella giornata del 25 novembre 2017  ha trasmesso all’interno del suo store di Torino una registrazione di una classica conversazione tra una donna e un marito violento. Le reazioni delle altre donne sono state molto commoventi.

La necessità di parlarne e il bisogno di supporto

Oltre IKEA, anche altri brand hanno deciso di schierarsi. Uno tra questi è Sorgenia che, per il secondo anno consecutivo, scende in campo e dà il proprio contributo per alzare il livello di attenzione sul tema della violenza sulle donne. La campagna digital #Sempre25novembre, ha l’obiettivo di regalare energia alle case rifugio delle organizzazioni che aderiscono al CNCA – Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza, che ha fra i propri ambiti di azione l’accoglienza e il ritorno all’autonomia di donne in uscita da situazioni di violenza e maltrattamento.

A supportare la campagna, il video “Lascia un segno di vita” con protagoniste Bebe Vio e Gessica Notaro e racconta in modo emotivamente coinvolgente l’iniziativa di sensibilizzazione.

Anche UBER si schiera dalla parte delle donne: prende spunto dal video presentato al Super Bowl 2015 in cui si può ascoltare la voce di una donna che telefona al 911 – numero per le emergenze negli USA – dicendo di voler ordinare una pizza. Dopo alcune domande l’operatore riesce a capire che la donna si trova in casa con l’aggressore e che non può parlare; per tale ragione, invia un agente di polizia.

LEGGI ANCHELe più emozionanti campagne degli ultimi anni per la Giornata Internazionale della Donna

Proprio perché è così difficile per le vittime denunciare, a maggio 2019 No More ha concluso una partnership con UBER per incentivare i conducenti a intervenire quando si trovano in presenza di situazioni simili.

In un video lanciato per promuovere la campagna #Dontstandby, lo stesso appello viene fatto ai baristi che potrebbero avere un ruolo chiave nell’aiutare «a fermare presunte situazioni di violenza sessuale prima che abbiano inizio».

I numeri sulla violenza contro le donne sono ogni anno in crescita, sensibilizzare l’opinione pubblica è un primo importante gesto che ogni brand può fare.

Federica Fiorillo

Generazione 1987. Sono nata sotto le pendici del Vesuvio, proprio come lui sono continuamente in fermento! Laureata in Strategia e Marketing d'impresa all'Università di Modena e Reggio Emilia, mi occupo di digital innovation. Scrivo per Ninja Marketing dal 2017, mi diverto a raccontare il mio punto di vista sul mondo digitale.

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