- Il logo è sempre dato da un mix di elementi in grado di comunicare l'identità del brand
- L’artista egiziano Ahmed Morshedi ha giocato con la fiducia dei consumatori nei confronti dei brand, creando un po’ di confusione tra loghi e packaging di prodotti famosi
- Nonostante il mashup i loghi sono sempre perfettamente riconoscibile e ricostruiti attraverso un meccanismo mentale di ricomposizione
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Sappiamo tutti che un logo è quel segno composto da elementi grafici e colori che comunica univocamente l’identità dell’azienda o del servizio che rappresenta.
Un logo che ispira fiducia e familiarità rispetto agli altri, sarà altamente riconoscibile rimanendo ben nitido nella mente delle persone, tanto da essere riconosciuto quasi ad occhi chiusi. Forme, font e composizioni di colori si legano inequivocabilmente al prodotto dell’azienda a cui appartiene.
Ma cosa accadrebbe se ci trovassimo davanti a un oggetto il cui logo appartiene a un altro prodotto?
La fiducia nel logo è intatta
L’artista egiziano Ahmed Morshedi in un suo progetto di design sperimentale, ha giocato con la fiducia dei consumatori, creando un po’ di simpatica confusione tra loghi e packaging di prodotti famosi.
Certo, l'uso magari ci farebbe storcere la bocca, ma di sicuro i prodotti ne godrebbero di un fascino ambiguo.
Un dentifricio alla Nutella non farebbe dei nostri denti un luminoso spettacolo ma probabilmente saremmo più affamati di igiene.
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In alcuni casi la riconoscibilità dei loghi è talmente alta che, nonostante i più ingegnosi mashup, i due brand risultano comunque ben individuabili, senza neanche pensarci più di tanto.
Ed è proprio a questo grado di fiducia che aspirano i brand di tutto il mondo.
Pensare fuori dei limiti
Questo approccio ci fa riflettere su quanto i marchi siano radicati nelle nostre menti. Quanto forti siano i legami tra prodotto e l'insieme di elementi che lo compone ancor prima della sua manifestazione.
Il lavoro di Morshesdi intende enfatizzare l'impatto di una nuova concezione del marchio e l'importanza di riuscire a pensare al di fuori dei limiti dell'immagine del logo.
Questo tipo di esperimento non è di certo il primo a cui assistiamo. Il designer moscovita Ilya Kalimulin si era già divertito qualche anno fa a creare un mashup tra brand famosi e oggetti totalmente distanti tra loro.
L'artista è riuscito a far emergere un nuovo significato ai prodotti mixati, facendoci anche sorridere per la nascita di curiosi oggetti.
E se anche i film si fondessero con i loghi di altri brand? A mostrarci una nuova variante di logo di alcuni dei più celebri film anni '80 ci ha già pensato il creativo italiano Nicola Bolfelli.
Anche in questo caso, è facile riconoscere i loghi travestiti da titolo.
Font, colori, disposizione delle lettere. Insomma, sembra emergere una regola chiara per la costruzione del logo perfetto e memorabile: al cambiare dei fattori il risultato (nella mente dei consumatori) non dovrebbe cambiare.