- L’Institute of Sociology and Gender Studies, ha riportato dati allarmanti: l’esclusione delle persone LGBT+ in campo sportivo è un problema da denunciare
- La Nike, in occasione del National Coming Out Day, ha fatto pitturare la pista atletica del City College di Los Angeles con i colori dell’arcobaleno.
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Anche se abbiamo difficoltà a vederlo, l’esclusione delle persone
LGBT+ in ambito sportivo è un problema attuale, che registra numerosi casi ogni anno. Si tratta di un particolare contesto sociale afflitto non soltanto da sessismo nei confronti delle donne, ma anche da
omofobia.
Il rapporto elaborato dall’
Institute of Sociology and Gender Studies, redatto nell’ambito del progetto
Erasmus+ OUTSPORT (i
l primo progetto europeo di ricerca contro le discriminazioni da orientamento sessuale e identità di genere nel mondo dello sport), riporta alcuni dati allarmanti. Innanzitutto,
il 90% di 5500 persone LGBT+ tra i 16 e i 78 anni percepisce l’omofobia come un
problema nello sport. La percentuale è ancora più alta per quanto riguarda la transfobia.
Tra le domande presenti nel questionario online, era presente un quesito relativo alle esperienze negative vissute in ambito sportivo. L’82% degli intervistati LGBT+, secondo il report, ha ricevuto
insulti verbali. Molto comuni anche le
minacce (44%) ed il contatto fisico indesiderato, come le
spinte (36%). In certi casi, persino la
violenza fisica (20%).
In molti faticano a denunciare questi atti e sono poche le persone che chiedono aiuto alle associazioni. Qualcosa, tuttavia, inizia a smuoversi rispetto al passato. Sono diverse le azioni messe in campo negli ultimi anni
per contrastare l’omofobia nello sport: si va dal dare risalto al coming out di sportivi famosi, alla formazione sulla diversity nelle squadre, passando per campagne mediatiche costruite dai top brand e speciali iniziative, come
l’ultima di Nike che recentemente sta investendo molto in questa causa.
Una pista da corsa dal fondo arcobaleno firmata Nike e Gilbert Baker
In occasione del
National Coming Out Day dell’11 ottobre 2019 e come parte della
Be True Campaign (la campagna Nike che, da qualche anno, supporta la comunità LGBT con collezioni dedicate), il colosso americano di abbigliamento sportivo ha fatto pitturare la
pista atletica del City College di Los Angeles con i colori dell’arcobaleno.
La pista multicolore è dedicata non soltanto alla comunità LGBT+, ma anche
a Gilbert Baker, l’artista che ha disegnato la bandiera Rainbow e che l’ha fatta diventare il simbolo del Pride. Le linee curve della pista seguono in ordine i colori presenti nell’iconica bandiera disegnata da Baker, iniziando dall’anello rosa e terminando con quello viola. Anche la pista per il salto in lungo è stata pitturata di viola, mentre un’area del campo da baseball è stata colorata in rosa, con una stampata che riporta la firma di Gilbert Baker e il grande logo di Nike.
Nike, in un comunicato stampa, ha voluto sottolineare che, insieme a Baker, condivide una “visione per una cultura dello sport più inclusiva e che si dedichi a creare opportunità per far sì che gli atleti LGBT+ possano praticare lo sport che amano di più”.
Se andrai in vacanza a Los Angeles, devi assolutamente fare un salto ad allenarti in questa pista,
aperta al pubblico gratuitamente dal lunedì al giovedì dalle 7.30 alle 22.
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Se, invece, vuoi degli utili consigli arcobaleno da dare al tuo allenatore, alla tua squadra o ad una persona specifica che si allena con te, ti invitiamo a leggere quelli presenti sul
sito di
OUTSPORT.