• About Author

  • Tutta l'Informazione Ninja nella tua mail

  • La differenza tra outing e coming out, in parole semplici

    Il termine outing non è un sinonimo del termine coming out. Un errore talmente diffuso da essere divenuto di fatto incorregibile

    12 Ottobre 2018

    Il coming out è un momento unico, spesso difficile, ma necessario nella vita delle persone LGBT+. Seppur possa provocare molta ansia, questo processo aiuta a distruggere i pregiudizi e rappresenta, quindi, una sfida sociale, che può solo portare benefici a sé stessi ed alla comunità in cui si vive. Tuttavia non è raro che venga posta la seguente domanda: “Ma che bisogno c’è di fare coming out e affermare con chi si va a letto?”. Proprio qui si trova il nodo che vogliamo sciogliere: non si tratta semplicemente di raccontare le proprie avventure sessuali, ma di dire con forza e coraggio che si ama una persona. C’è, quindi, tutto l’aspetto dell’affettività, che spesso non viene tenuto in considerazione. Per poca conoscenza e, il più delle volte, per colpa di quel sistema di credenze e stereotipi che mantiene giustificabile la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale. love is love, coming out day

    Cos’è il Coming Out Day

    Ieri, come ogni 11 ottobre da 30 anni, è stato il Coming Out Day. Per spiegare il senso di questa giornata possiamo prendere in prestito le parole di  Robert Eichberg, lo psicologo del New Mexico che con l’attivista Jean O’Leary dall’11 di ottobre 1988 decise di celebrare con una ricorrenza annuale il coming out, ovvero la decisione di dichiarare apertamente il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere. “Molte persone – scriveva – pensano di non conoscere nessun gay o nessuna lesbica, ma in realtà tutti ne conoscono almeno uno/a. È un imperativo morale che noi veniamo allo scoperto e lasciamo che le persone sappiano chi siamo, distruggendo paure e stereotipi”. Questa data fu scelta perché si trattava del primo anniversario della seconda marcia nazionale su Washington per i diritti delle persone LGBT, una delle più partecipate in assoluto nella storia degli USA, con circa 200 mila persone in corteo. Ma solo a partire dal 1990 il Coming Out Day coinvolse tutto il Nord America, grazie in particolare al grande contributo di Human Rights Campaign, la più grande associazione LGBT+ degli USA. Negli anni successivi hanno aderito al Coming Out Day molti Paesi in tutto il mondo: dall’Australia alla Polonia, dalla Svizzera al Regno Unito. E l’Italia? Nel nostro Paese manca ancora un’adesione istituzionale al National Coming Out Day. Tuttavia, ogni anno sono moltissimi gli eventi organizzati dalle associazioni LGBT e ultimamente anche da alcuni comuni italiani tra cui Torino e Varese. Ad esempio, proprio in questi giorni, in occasione del Coming Out Day, la città di Torino si rivolge ai dipendenti delle aziende, attraverso la circolare “Liberi/e di essere sé stessi/e sul luogo di lavoro”, suggerendo alcuni comportamenti da adottare per favorire un ambiente di lavoro attento alla pluralità, così da imparare a viverla come un’opportunità per capire i bisogni e le potenzialità, sia dei colleghi sia dei clienti/consumatori.

    Le differenze tra outing e coming out

    Il termine outing, seppur in Italia sia più diffuso del primo, non è un sinonimo del termine coming out. Quante volte abbiamo sentito dire in televisione e sui giornali che quel personaggio famoso ha fatto “outing”? Purtroppo tante. Si tratta di un errore talmente diffuso – utilizzato spesso anche da esperti della comunicazione – che, ormai, è diventato praticamente incorreggibile. L’espressione idiomatica fare outing (a qualcuno) viene utilizzata in quelle situazioni in cui l’omosessualità di una persona viene letteralmente spiattellata ai quattro venti da qualcun altro, senza il consenso dell’interessato. Fare outing, quindi, è una pratica poco rispettosa del percorso di una persona che abbia iniziato a prendere coscienza del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere e voglia dichiararsi all’esterno. Fare outing a qualcuno è qualcosa di estremamente dannoso per l’altra persona: può essere la causa di un licenziamento, ma può mettere anche in pericolo la vita di chi subisce questa violazione della privacy. È fondamentale, quindi, conoscere questa importante differenza di significato tra i due termini, così da evitare brutte figure.

    4 pubblicità che hanno celebrato il Coming Out Day

    Per quanto riguarda la rappresentazione dell’omosessualità negli spot, negli ultimi anni siamo stati abituati a bellissime campagne pubblicitarie, che si stanno diffondendo anche in Italia. In particolare, per il National Coming Out Day sono queste le multinazionali che hanno voluto celebrare questa importante giornata per le persone LGBT+.

    Airbnb

    In questo spot del 2015 incontriamo diverse coppie che si identificano nella comunità LGBT+. Ognuna di loro racconta le difficoltà vissute durante i propri viaggi a causa del proprio orientamento sessuale. Alla fine dello spot Airbnb si impegna affinché il sogno di una donna diventi realtà, ovvero poter “vivere il mondo sapendo che si è benvenuti ovunque si vada”.

    Absolut

    In questo video Absolut ha aiutato Paige, una ragazza lesbica, a chiedere la mano alla propria fidanzata Amanda. Sin dagli anni Ottanta questa azienda affianca il movimento LGBT+ con le proprie campagne pubblicitarie che hanno lasciato il segno e sono casi di studio, nonché modelli di riferimento, nel mondo del marketing attuale.

    Honey Maid

    La famosa azienda produttrice di biscotti, snack ed altri prodotti alimentari ha realizzato questo spot pubblicitario che mette al centro una famiglia arcobaleno. Questa famiglia è così dolce e carina che sarà impossibile non sorridere con loro.

    Equinozio

    In questo spot Equinozio ci da’ una lezione sui termini che riguardano il mondo LGBT+.