Chi è la studentessa del MIT dietro all’algoritmo che ha fotografato il buco nero
La distanza del buco nero alla terra è tale che l'impresa era complicata quanto fotografare un'arancia sulla luna, dalla terra
11 Aprile 2019
La studentessa del MIT Katie Bouman è la persona dietro all’algoritmo che ci ha permesso di “fotografare” (più realisticamente, immaginare) il buco nero, la foto scura con la figura tonda, sfocata e luminosa, che tutti vediamo e condividiamo sui nostri feed. L’ambitissimo soggetto è il buco nero che si trova nella galassia M87, a circa 55 milioni di anni luce di distanza.
La sorpresa di Katie Bouman finisce sul web
Una sua foto, genuinamente incredula dopo aver visto l’immagine, è stata prima pubblicata su Facebook e poi sull’account Twitter ufficiale del MIT CSAIL. La didascalia suggerisce che la foto sia autentica: scattata nello stesso momento in cui l’immagine è stata elaborata.Katie, che ha solo 29 anni, aveva iniziato a sviluppare l’algoritmo utilizzato per creare questa immagine rivoluzionaria già nel 2016, lavorando con un team di ricercatori del Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory del MIT, dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics e del MIT Haystack Observatory. LEGGI ANCHE: La prima immagine di un buco nero della storia. QUI la diretta La distanza del buco nero alla terra è tale che l’impresa era complicata quanto fotografare un’arancia sulla luna, dalla terra. “Significa che avremmo bisogno di un telescopio con un diametro di 10.000 chilometri, il che non è pratico, perché il diametro della Terra non è nemmeno di 13.000 chilometri”, aveva spiegato Katie Bouman.Here’s the moment when the first black hole image was processed, from the eyes of researcher Katie Bouman. #EHTBlackHole #BlackHoleDay #BlackHole (v/@dfbarajas) pic.twitter.com/n0ZnIoeG1d
— MIT CSAIL (@MIT_CSAIL) 10 aprile 2019
Per raggiungere questo obiettivo, un gruppo di telescopi terrestri ha creato una rete in grado di raccogliere i dati sulla luce intorno al buco nero. Katie aveva anche descritto con precisione il processo in un TED Talk del 2017. Come spiega il sito web del progetto, i dati raccolti possono rivelare ai ricercatori la struttura del buco nero, ma non sono sufficienti per elaborare un’immagine completa.Scientist Katie Bouman: photographing a black hole is “equivalent to taking an image of a grapefruit on the moon, but with a radio telescope.” https://t.co/QV7Zf2snEP pic.twitter.com/ikjtmJcKKR
— MIT CSAIL (@MIT_CSAIL) 10 aprile 2019