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  • La prima immagine di un buco nero della storia. QUI la diretta

    Saranno rivelati i primi risultati del progetto Event Horizon Telescope, collaborazione internazionale che lavora per cercare di fotografare un buco nero

    10 Aprile 2019

    É il giorno. Alle 15 saranno rivelati i primi risultati del progetto Event Horizon Telescope, una collaborazione internazionale che lavora da anni per cercare di fotografare l’orizzonte degli eventi di un buco nero. Tra poche ore potremmo trovarci finalmente ad ammirare la prima immagine di un buco nero mai catturata. In sei conferenze stampa (in contemporanea da Bruxelles, Santiago del Cile, Shanghai, Tokyo, Taipei e Washington) verranno presentati infatti i primi risultati del progetto Event Horizon Telescope, la rete di telescopi sparsi su tutto il pianeta che lavorando di concerto vuole raggiungere la risoluzione necessaria a “fotografare” l’orizzonte degli eventi di uno dei buchi neri più vicini alla Terra. Dalla capitale del Belgio, la Commissione Europea ed il Commissario Europeo per la Ricerca, la Scienza e l’Innovazione Carlos Moedas, con il Consiglio Europeo della Ricerca (ERC) ed esperti del progetto EHT, sveleranno qualcosa che è stato annunciato come rivoluzionario. Due anni di elaborazione e analisi. L’attesa è stata lunga: dopo quasi due anni di elaborazione e analisi di circa quattro petabytes di dati raccolti dalle osservazioni realizzate con grande rigore scientifico, verifiche e controlli di qualità, si attende la pubblicazione dei primi risultati.  E oggi finalmente dovrebbe essere il grande giorno. Per i più curiosi, sarà possibile seguire in diretta l’annuncio (in inglese) nel video sotto, che diventerà attivo alle 15.

    Per capire le nostre origini

    Oltre alla curiosità di guardare in faccia i buchi neri, osservare quest’ombra ci permetterebbe di capire molto sulla forza di gravità in condizioni estreme, e di chiarire il meccanismo che permette ai buchi neri di sparare nello spazio interstellare enormi getti di luce e di materia, e di influenzare così la formazione delle galassie. Un passo importante nella lunga avventura scientifica che ci sta portando a capire le forze che forgiano l’universo in cui abitiamo. E quindi le nostre origini.

    Un po’ di storia

    Il progetto internazionale Event Horizon Telescope è nato con l’obiettivo di immortalare e analizzare Sagittarius A*, il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea. I buchi neri sono completamente bui. Al centro delle galassie appaiono sorprendentemente piccoli, nonostante all’interno si trovi una massa milioni o miliardi di volte più grande del nostro sole. Per renderli ancora più difficili da osservare, questi misteriosi giganti sono avvolti da nuvole di polvere e gas. I  flussi di gas che turbinano ai buchi neri emanano onde radio che possono penetrare quelle nuvole.

    Event Horizon Telescope

    Per ottenere l’immagine gli scienziati hanno puntato otto poterti radiotelescopi, tra cui il South Pole Telescope, l’Alma in Cile e il James Clerk Maxwell alle Hawaii verso Sagittarius A*, che ha una massa 4 milioni di volte quella del Sole e che dista 25 mila anni luce dalla Terra.