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La parola del 2018 è Toxic, più di techlash (dice l’Oxford Dictionary)

La Word of Year del 2018 è “toxic“, termine quest’anno che “le persone hanno usato per descrivere una vasta gamma di cose, situazioni, preoccupazioni ed eventi”: ad annunciarlo Oxford Dictionaries, spiegando che è stata scelta per l’ampiezza della sua applicazione. Dal significato originario di “velenoso”, usato per la prima volta nel 1664 in un libro sulle foreste, il termine “toxic” è dilagato nella politica e nella società: così “tossici” sono diventati “gli ambienti di lavoro, le scuole, le culture, le relazioni e lo stress”. L’Oxford Dictionary  è un vero punto di riferimento della lingua anglosassone (e non solo) e la scelta della parola dell’anno mira a riflettere sull’evoluzione del linguaggio anno per anno e a sintetizzare lo spirito dei tempi.

credits blog.oxforddictionaries.com

Più di techlash

“Toxic” ha battuto in volata il neologismo “incel”, il celibe involontario ovvero chi è senza un partner sessuale non per scelta, “gaslighting”, una forma di violenza psicologica nella quale vengono presentate alla vittima false informazioni con l’intento di farla dubitare della sua stessa memoria e percezione, e “techlash”, la fusione di “tech” e “backlash”, che vuol dire “contraccolpo” o “rinculo”, con cui si indica la reazione degli Stati all’eccessivo potere dei colossi hi tech come Apple, Google e Facebook.

Youthquake nel 2017

Nel 2017, la parola dell’anno era stata youthquake che definisce “un significativo cambiamento culturale, politico o sociale derivante dalle azioni o dall’influenza dei giovani”. “Post-verità” è stata scelta invece nel 2016, spinta dal referendum sulla Brexit e dalle elezioni presidenziali americane. Da Oxford Dictionary hanno sottolinrato che il movimento “MeToo” ha “messo al centro dell’attenzione la mascolinità tossica” mentre più in generale in politica “la parola è stata applicata alla retorica, ai programmi elettorali, alle agende e alle eredità dei leader e dei governi di tutto il mondo”.

Anche toxic assets

Tra il 2007 e il 2008 era esploso l’uso di “toxic assets”, titoli tossici, per indicare i titoli di credito legati a mutui e prestiti subprime venduti dalle banche ai propri clienti sottostimandone i rischi.

Alessio Nisi

Giornalista per missione, fotografo quando posso. Mi occupo di digitale, ma anche di atomi, cucina, musica, cinema. Bevo caffè e mi piacciono i film di Woody Allen

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