Versace Story, dalla piccola sartoria di famiglia alla vendita a Michael Kors

Chi si innamora della Medusa non ha scampo. Il messaggio di Gianni Versace sembra risuonare più forte che mai in queste ore. Cosa significano queste parole? Chiunque indossasse un suo abito o ammirasse la bellezza delle sue vetrine doveva rimanere “pietrificato” tanto da non poter più tornare indietro. La notizia della vendita è ovunque, le domande erano tante e molti si sono chiesti: Gianni avrebbe venduto l’azienda?

Il genio Versace

Era il 15 Luglio 1997 quando due colpi di pistola spazzarono via uno degli uomini più eclettici del mondo.Una morte che lasciò un vuoto incolmabile nel campo della moda. Potrà mai nascere di nuovo un genio come Gianni Versace?Aveva 51 anni, era all’apice del successo, all’apice delle idee.

Tutta la magia comincia in una piccola sartoria di paese, la sartoria di famiglia, dove già da piccolo amava lavorare con sua madre. Nato e cresciuto immerso nell’arte, ha portato con sé tutte le cose con le quali aveva convissuto fin da bambino: quando nasci in un posto come la Calabria, e tutto intorno c’è la bellezza delle terme romane e dei monumenti greci, non puoi fare a meno di essere influenzato dalla classicità.

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Nelle sue collezioni ricorrono simbologie etrusche, elementi della Grecia antica e del Barocco italiano, che si fondono con la musica punk, con la street art, con materiali apparentemente inconciliabili tra loro, come la plastica e il metallo.

Avanguardia pura, creazioni appariscenti e, per il periodo, poco raffinate, come le cinghie di pelle. Stupire, essere indimenticabile: mai dimenticato, Gianni rivive in tutte le collezioni, sfilata dopo sfilata.

Donatella Versace, da musa a legittima erede

Donatella, la sua prima musa e la sua erede. Nelle sue mani le redini di una società edi una scuola di pensiero: come si segue la via di un pioniere senza andare fuori strada?

In un periodo in cui lo stilista non è più solo un artista ma deve tener conto di bilanci, introiti, la gestione di una società, come si va avanti? Donatella e Santo Versace, i suoi fratelli, la sua famiglia, i primi a credere in lui, si sono rimboccati le maniche e per anni hanno gestito, con l’aiuto necessario di vari manager, tutta l’azienda.

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Da Giancarlo Di Risio, che ha guidato l’azienda Versace dal 2004 al 2009, a Gian Giacomo Ferraris, che si è occupato dell’entrata del fondo Blackstone, riuscendo a risanare gli affari, fino ad arrivare a Jonathan Ackroid. Gianni, come sempre, aveva visto lungo, perché è stata Donatella la nuova anima Versace. Sempre più creativa, sempre più innovatrice, anziché sentire il peso di un lascito così forte, si rafforza, acquista sempre più tocco magico, visione e gusto.

La vendita a Michael Kors

Non è la prima e nemmeno l’ultima azienda italiana ad essere incorporata nelle mani di un colosso straniero. Vendita non vuol dire fine: è invece una rivoluzione, una nuova sfida, con la resilienza di sempre, quella che scorre nel sangue vorace di Versace.

In famiglia non brilla una nuova generazione particolarmente incline a questo business e si sa: i tempi cambiano. Ma la moda resta e Donatella sarà ancora presente nella sua maison. Ha recentemente dichiarato: “Santo, Allegra ed io riconosciamo che la prossima fase consentirà a Versace di raggiungere il suo pieno potenziale”. Poi incalza: “La mia famiglia crede che far parte di questo gruppo sia essenziale per il successo a lungo termine di Versace”. Michael Kors Holdings ha infatti annunciato l’ accordo definitivo per l’acquisizione di tutte le azioni della Gianni Versace SpA, per 1,83 miliardi di Euro.

Il Gruppo prenderà il nome di Capri Holding Limited, ma attenzione, come ha ricordato tempo fa Donatella sul profilo Instagram della pagina, si pronuncia Versace!

Mariagrazia Repola

Copywriter e Content editor. Laureata in Lettere e Filosofia e in Comunicazione Digitale. Amante dell'arte, la fotografia, il cinema e le serie tv. Potrei leggere ovunque, anche sul baratro della fine dell'universo. Le parole sono la mia ragione. Disegno da quando ero nella pancia. Scrivo racconti. Faccio il caffè buono.

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