Chiude negli Usa il colosso dei giocattoli Toys ‘R’ Us

Ci siamo: dopo l’annuncio della liquidazione a marzo, il colosso americano della vendita al dettaglio di giocattoli, Toys ‘R’ Us, ha già iniziato a chiudere i primi store con la famosissima insegna e prevede di completare una chiusura totale entro venerdì.

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Non è strettamente colpa della crisi economica: Toys ‘R’ Us è l’ennesima vittima dell’era Amazon. L’azienda è entrata in bancarotta a settembre e, nonostante un prestito iniziale di 3,1 miliardi di dollari, non è riuscita a far ripartire gli affari: l’afflusso di capitali si era dimostrato insufficiente per fronteggiare la spietata concorrenza per un mercato al dettaglio sempre più competitivo.

Toys ‘R’ Us chiude negli USA e punta all’Asia

Se la situazione è tragica negli USA, la chiusura non riguarda gli altri stores fuori dal territorio americano, anche se la notizia ha avuto pesanti ricadute anche all’estero. In Asia, si prevede che le vendite di giocattoli in Asia cresceranno oltre cinque volte più velocemente rispetto a quelle in Nord America, nei prossimi tre anni.

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Il modello di Toys ‘R’ Us aveva sbaragliato i concorrenti nel settore, istituendo quasi un monopolio in una specifica categoria di prodotti. Per il mondo della vendita al dettaglio è una lezione da apprendere dolorosamente e non dimenticare: anche il leader di mercato più innovativo può essere spodestato e soppiantato, in tempi velocissimi, da una nuova applicazione della tecnologia, da una situazione economica disastrosa o da scelte infelici. C’è una somma di tutto questo nella chiusura dei negozi di giocattoli negli Stati Uniti.

Un altro big brand cede alla forza dirompente della vendita online, dimostrando efficacemente quanto conti, a tutti i livelli, rimanere al passo, ascoltare l’audience e innovare continuamente.

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