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  • Liberato è fratm

    Riflessione sullo storytelling che c'è dietro il fenomeno di Liberato

    10 Maggio 2018

    A inizio 2017 viene rilasciato un brano di trap su YouTube e in rapida successione un secondo. Il primo si chiama proprio “Nove maggio” e questa data prenderà una valenza fortissima nello storytelling dell’artista Liberato. Chissà se questa data, il nove maggio, è davvero una data di valore per l’uomo dietro Liberato oppure no. Di fatto sta che è una data iconica per tutti i fan e anche per i competitors che ormai sono costretti per ragioni di mercato a mettere una croce sul mese di maggio e soprattutto sul 9. Liberato se li è presi, sono suoi. Quest’anno, a un anno dall’inizio delle release aperiodiche di sei brani in totale, il nove maggio Liberato e la sua crew hanno organizzato il primo concerto. liberato-nove maggio-napoli-concerto LEGGI ANCHE: Liberato, chi è e che fa il nuovo fenomeno di Napoli, e dei social

    Il supereroe segreto

    L’identità di Liberato è segreta e intorno a questo si è costruita una parte considerevole sulla sua strategia di marketing. Certamente non è il primo: tra i nomi degli artisti che hanno scelto di non rivelarsi vengono subito in mente Elena Ferrante, i Daft Punk, Sia, Bansky e Batman. Si tratta di un tema rivoluzionario nell’era della sovraesposizione mediatica e soprattutto in Italia dove, culturalmente, non accettiamo ben volentieri che un artista, un essere pubblico, si nasconda o addirittura si travesta. Un esempio è come una certa parte della stampa italiana si sia accanita a voler smascherare Elena Ferrante, in congetture e rivelazioni da giornali di gossip. Tradizionalmente il supereroe nasconde la sua identità per ragioni, potremmo dire, politiche. Ovvero non mi rivelo perché altrimenti i cattivi potrebbero irrompere a casa mia e farmi fuori oppure l’hobby di salvare il mondo potrebbe compromettere la normalità di una serie di rapporti, vedi Superman, che dovrebbe spiegare alla fidanzata, al capo e ai genitori adottivi di essere una divinità. Per un artista rivelare la propria identità o addirittura elargirla intimamente al proprio pubblico è ancora più delicato: i fan sentono di conoscerti e richiedono continuamente una fetta d’intimità posticcia sentendosi in diritto di dire la propria opinione su come cresci i tuoi figli o quanta pizza mangi, com’è stato per Beyoncè o Rihanna. liberato Questo per dire quanto l’anonimato sia diventato un lusso e quanto sia complesso per un professionista entrarne in possesso. Di conseguenza appare la forza della strategia di marketing di Liberato, che potrebbe essere un esperimento musicale di un più noto artista che non può abbandonarsi a quel dato genere musicale, oppure magari un giovane avvocato del Vomero che lavora nello studio della famiglia da generazione o semplicemente un ragazzo sveglio che ha deciso di distinguersi anche nel modo di comunicare.

    Come comunica Liberato

    Sebbene non sia un tema originale quello di nascondere la propria identità, è invece interessante analizzarlo in riferimento a una figura pubblica di un performer, cioè di qualcuno che per natura del proprio lavoro deve performare, essere visibile, essere presente. Così lo storytelling del marketing si avvinghia alla produzione artistica: i video musicali tornano con Liberato a essere video di storie, piccoli prodotti cinematografici invece che mostrare l’artista in varie pose e in vari vestiti. Ma a differenza del video anni 80’ il video clip di Liberato non vive di vita propria: Liberato ogni tanto irrompe nello schermo incappucciato e di schiena per ricordare al fan che lui c’è e sceglie di non mostrarsi. In altre parole, come fa anche musicalmente, Liberato lavora a partire qualcosa che è stato ma non compie una semplice azione di recupero, ma la trasforma in qualcosa di diverso. Dunque la strategia non è solo di non mostrarsi, ma di mostrare di non mostrarsi. Live social dove lui è di schiena o tiene, verosimilmente, in mano il telefono, piccoli scorci di verità manomessa, merchandising minimal, qualità di produzione video altissima e un cosciente uso sfalsato di YouTube/Spotify. LIBERATO-GAIOLA-liberato

    La rivelazione del cantante

    L’hype cresce: i fan e non solo avanzano ipotesi su ipotesi sulla sua identità. Addirittura, c’è chi setaccia tra i poeti napoletani meno conosciuti alla ricerca di una rima che possa rivelare definitivamente che la mano che l’ha scritta è la stessa. Ed è proprio nel verbo usato da tutti i fan, dai giornalisti e dai curiosi che si nasconde il segreto di Liberato: rivelare. Perché nella tradizione cattolica, italiana italianissima e da campania mon amour, a rivelarsi è il mistero di Cristo, è la profezia, la rivelazione è dei santi e delle icone sacre. Da questa tradizione sacra e profana dell’idolatria sacra Liberato attinge a piene mani, la tradizione della sua regione, della sua città tra catene e rose intrecciate a tra caratteri gotici da ultràs. Del resto Liberato mette in pratica la strategia di Papa Pio XIII. Il Young Pope, infatti, chiedendo quali fossero le figure artistiche che avessero destato maggiore morbosità “adesso lei sa qual è l’invisibile filo rosso che unisce tutte queste figure che sono le più importanti nei loro rispettivi campi? Nessuno di loro si fa vedere. Nessuno di loro si fa fotografare”. Così alla fine di questa riflessione, stando un po’ a qualche data delle release che combaciano perfettamente con alcuni miei drammi familiari, potrei ipotizzare che Liberato è fratm (è mio fratello, ndr). In fondo è questo il nocciolo, Liberato sta dappertutto, è tutt’ cos. Soprattutto per i campani, dimostrando al mondo che il neomelodico è tornato a ruggire attraverso l’elettronica e il rap, tanto riempire il lungomare di Mergellina come fosse l’Olimpico, con un concerto blindato. Aggratisse, come sono i tramonti.